Il PSG continua a lanciare giovani di talento, del suo vivaio e non solo, e il merito è tutto di Luis Enrique

Sono nove i ragazzi del vivaio parigino che hanno esordito sotto la gestione dell’asturiano
di Redazione Undici 06 Dicembre 2025 alle 15:07

Pensi ai giovani talenti del Paris Saint-Germain e ovviamente il primo nome che viene in mente è quello di Desiré Doué, recentemente vincitore del “Golden Boy”, il premio che va al miglior giovane del 2025. Eppure, se avete sbirciato le partite dei parigini, soprattutto in Ligue 1, vi sarà capitato di vedere una serie di ragazzi che hanno sostituito spesso gente come Kvaratskhelia, Dembelé, Vitinha e Fabian Ruiz. Nomi come Mayulu, Ndjantou, Kamara e Mbaye magari adesso vi dicono poco, ma segnateli perché potrebbero essere dei top nei prossimi anni. Arrivano tutti dalla fabbrica di talento del settore giovanile del Psg. O hanno fatto tutta la trafila fin da pre-adolescenti, come Mbayé o Ndantou, oppure sono comunque passati per l’under 19, il vero spartiacque dove nella capitale francese decidono se sei “uno di loro” o meglio mandarti in prestito. Anche perché, in questa super gestione, una parte cospicua del lavoro, la fa Luis Enrique.

Come analizzato dalla rivista spagnola Panenka, l’allenatore ha trasformato profondamente il Paris Saint-Germain, intervenendo su ogni aspetto: dalla struttura tattica all’identità stessa della squadra. Con un lavoro minuzioso e costante, l’ex ct della Spagna ha modellato il club fino a dargli un’immagine completamente diversa da quella precedente al suo arrivo.

Il dominio della scorsa stagione, coronato dal quintuplete (Ligue 1, Coppa di Francia, Coppa di Lega, Supercoppa di Francia e Champions League) non è stato il semplice frutto degli investimenti faraonici degli anni precedenti. I soldi continuano a esserci, ma sono stati usati con una logica nuova. Con l’arrivo di Luis Enrique è finita l’era dei Neymar, Messi, Sergio Ramos, Icardi e di tutte le stelle ingaggiate seguendo il principio del nome altisonante. Il club è arrivato persino a rinunciare a Kylian Mbappé senza risentirne in campo. All’improvviso, una società che sembrava costruire la rosa collezionando star, ha iniziato a spendere con criterio, dando vita a un sistema di gioco sorprendente. E soprattutto ha scoperto un patrimonio che aveva sempre avuto sotto gli occhi: la propria cantera.

Nel 2020, il club aveva inaugurato una targa dedicata ai prodotti del vivaio nella centro sportivo: ogni giovane che debutta in prima squadra vi vede inciso il proprio nome. Da allora, sono 23 i canterani ad aver esordito, nove dei quali l’hanno fatto proprio sotto la gestione dell’asturiano, arrivato nell’estate 2023. Si tratta di Senny Mayulu, Ethan Mbappé, Yoram Zague, Naoufel El Hannach, Ibrahim Mbaye, Noah Kamara, Axel Tape, Quentin Ndjantou e Mathis Jangeál, tutti lanciati tra i 16 e i 18 anni.

In questa stagione, complice anche qualche assenza nella rosa del campione d’Europa in carica, Luis Enrique ha portato i giovani nei palcoscenici più esigenti. È accaduto contro il Barcellona in Champions, con Mayulu e Mbaye schierati in attacco e Ndjantou subentrato nel finale. La risposta è stata eccezionale: il PSG ha vinto 1-2 al Montjuïc e il gol del pareggio è arrivato proprio da Mayulu. «Ha un livello altissimo, lo scoprirete presto. Sa fare di tutto, tira con entrambi i piedi, può giocare dentro o fuori, sono molto fortunato» ha dichiarato Luis Enrique, entusiasta della sua prestazione. Il giovane attaccante aveva già segnato al debutto nel Mondiale per Club contro l’Atlético Madrid e aveva trovato la rete anche in Ligue 1 contro lo Strasburgo.

La valorizzazione del vivaio, però, non è stata l’unica leva della rivoluzione. Fin dal suo arrivo, il tecnico ha voluto aumentare il livello competitivo della rosa, fino ad allora abitata da giocatori che raramente vedevano messo in discussione il proprio ruolo. Luis Enrique ha avviato una sorta di chirurgia sportiva: basta acquisti basati sul nome, spazio invece a calciatori giovani, affamati e con margini di crescita. Nella prima stagione sono arrivati quasi venti giocatori under 23, tra cui Bradley Barcola, Lucas Beraldo e Kang-in Lee. In seguito il club ha proseguito sulla stessa linea, acquistando Joao Neves, Desiré Doué, Willian Pacho e Ilya Zabarnyi, oltre ai già presenti Vitinha, Nuno Mendes o Hakimi, più esperti ma ancora in piena fase di sviluppo. I risultati si vedono anche nei numeri: nella stagione 2021-22 l’età media della rosa era di 26,2 anni, oggi è scesa a 23,7.

Luis Enrique tratta i suoi giovani come figli, con rigore ma anche con grande fiducia. «Devono sentire il nostro sostegno e avere la possibilità di giocare partite con tensione vera» ha rivelato dopo la gara di Ligue 1 contro lo Strasburgo. Il PSG non viene più giudicato dai nomi che schiera, ma dalla qualità del suo gioco. È la squadra che crea le stelle, come dimostra il percorso di Ousmane Dembélé, diventato Pallone d’Oro. E nel frattempo il settore giovanile continua a produrre talenti di livello impressionante. Si può discutere dei metodi, ma quando i risultati includono un triplete e la prima Champions League della storia del club, diventa complicato obiettare qualcosa.

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