L’annuncio forse serve a togliersi da possibili impicci. Da qualche settimana, infatti, gli staff di tutte le nazionali qualificate al mondiale 2026 hanno cominciato a studiare dei rimedi per il caldo statunitense che dovrebbe interessare entrambe le coste, soprattutto negli orari pomeridiani. Eppure, le temperature potrebbero non essere così elevate, dato che, come si nota dal calendario dei match diramato dalla FIFA, sono molte le gare che si disputeranno nella tarda serata e notte europea, proprio per evitare il caldo. In ogni caso la FIFA ha voluto rassicurare tutti, confermando che per tutte le partite è previsto il cooling break, la pausa di metà primo e secondo tempo per permettere ai giocatori di rinfrescarsi.
L’arbitro fermerà la partita al 22′ minuto di ciascun tempo per consentire ai giocatori di bere, indipendentemente dalla temperatura, dal paese ospitante – Stati Uniti, Canada o Messico – o dal fatto che lo stadio abbia un tetto o l’aria condizionata. La modifica potrebbe essere apprezzata anche dalle emittenti televisive, poiché rende il calendario delle partite più prevedibile. La FIFA ha affermato che la decisione è stata annunciata per la prima volta quando il responsabile dei tornei per il Mondiale 2026, Manolo Zubiria, ha partecipato a un incontro con i broadcaster.
Agli occhi di molti tifosi, allenatori e giocatori, il cambiamento dividerebbe di fatto le partite in quattro “quarti”, sul modello dei grandi campionati statunitensi come NFL, NBA e WNBA. In questi campionati, il tempo tra un quarto e l’altro è considerato prezioso per i broadcaster, che possono vendere gli spazi pubblicitari durante le pause di gioco. Zubiria ha indicato che gli arbitri potrebbero avere un certo margine di flessibilità se c’è un’interruzione poco prima del 22′ minuto, ad esempio per un infortunio.
La FIFA ha affermato che la misura è una «versione più snella e semplificata» del precedente meccanismo che prevedeva pause al 30′ minuto quando si superava una certa soglia di temperatura, fissata a 32°C. La modifica arriva dopo che caldo e umidità hanno influenzato i giocatori durante alcune partite del Mondiale per club di quest’anno negli Stati Uniti. In quel torneo, la Fifa ha reagito abbassando la soglia per introdurre pause di raffreddamento o idratazione e collocando più acqua e asciugamani lungo il perimetro del campo. Il caldo è da tempo un problema nei grandi tornei di calcio, soprattutto quelli estivi. In vista dei Mondiali del 2014, un tribunale brasiliano aveva ordinato alla FIFA di rendere obbligatorie le pause raccomandate o di affrontare sanzioni. Come riportato dal giornale inglese The Guardian, un rapporto pubblicato a settembre da Football for the Future, Common Goal e Jupiter Intelligence ha rilevato che dieci delle sedici sedi del Mondiale presentano un rischio molto elevato di condizioni di stress da calore estremo.