«Milano Cortina creerà 36mila posti di lavoro e i biglietti avranno prezzi popolari», ha detto Giovanni Malagò

Il presidente della Fondazione Milano Cortina 2026 ha snocciolato un po' di numeri (e un po' di ottimismo) in un'intervista a RTL 102.5.
di Redazione Undici 10 Dicembre 2025 alle 12:13

I Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali di Milano Cortina 2026 «stanno dando lavoro, tra diretti e indotti a 36 mila persone, per un gettito diretto che è certificato oltre i 600 milioni di euro». Queste parole e queste cifre sono state snocciolate da Giovanni Malago, presidente della Fondazione Milano Cortina 2026, in prima linea nel portare avanti l’organizzazione e la promozione della manifestazione a cinque cerchi. Quello sulla creazione di nuovi impieghi legati ai Giochi non è l’unico numero dato dall’ex numero uno del Coni nell’ambito di un’intervista rilasciata a Rtl 102.5: «C’è una ricaduta oramai scientificamente, analiticamente riprovata che supera i 5 miliardi di euro. Poi c’è tutto quello che è sotto le coperte, sotto il tappeto, che è ovviamente l’aspetto del prestigio, dell’immagine, dell’emulazione da parte dei giovani nel praticare attività sportiva, di quello che è il senso di orgoglio, insomma molti degli ultimi grandi eventi sportivi nel nostro paese hanno determinato anche incrementi sul PIL».

Sempre in fatto di ricadute economiche, Malagò ha posto l’accento sull’accelerazione degli «investimenti infrastrutturali che il Governo ha ritenuto giusto fare, che p indispensabile portare avanti e che miglioreranno la vita dei cittadini a prescindere da quelli che sono gli aspetti sportivi della manifestazione». Per quanto riguarda i prezzi dei biglietti per assistere alle competizioni, il presidente della Fondazione ha detto che «c’è una quantità molto importante di biglietti, quasi il 50%, sotto i 40 euro. Qualcuno è addirittura sotto i 20 euro». Mentre su alcune tipologie di ticket più costose spiega che «se voi andate a vedere una finale di Champions League, piuttosto che una partita del campionato del mondo di calcio, è chiaro che ci sono un certo numero di biglietti che fanno parte di pacchetti di persone che vogliono un certo tipo di servizio, magari sono spesso legati anche alla logistica, alla transportation, alla parte ovviamente che non è solo esclusivamente il ticketing, come d’altronde esiste oggi in tutte le leghe professionistiche americane».

Un ottimismo e una sicurezza che Malagò mostra anche quando parla di come sta vivendo l’avvicinamento ai Giochi. «Oggi siamo a 56 giorni, c’è qualcuno del gruppo della Fondazione Milano Cortina 2026 che si agita, che comincia a sentirsi sotto pressione. Ma fa parte delle regole della vita, del gioco, dei caratteri delle persone. Io, forse inconsciamente, rimango sereno, però ogni giorno che manca ci serve moltissimo. Se penso solo oggi (martedì, ndr) noi abbiamo un incontro in videoconferenza con il comitato esecutivo del CIO, il massimo organo gestionale del Comitato Olimpico Internazionale, in cui c’è tutta la prima squadra della Fondazione impegnata su una regolazione punto per punto. Insomma ti fanno un po’ gli esami, com’è corretto che sia, anche con la partecipazione del ministro dello Sport. Domani (mercoledì, ndr) abbiamo assemblea, incontro con i soci e i fondatori che poi sono gli enti locali, le due città, Milano e Cortina, le due regioni, Lombardia e Veneto, e le due province autonome, anche lì con il Governo».

Milano Cortina nasce come Olimpiade itinerante. Non solo le gare saranno dislocate in sette differenti località, con il capoluogo lombardo e la scintillante cittadina veneta come sedi principali. Alle venue designate per ospitare le gare, si aggiungono lo stadio Giuseppe Meazza – ribattezzato San Siro Olympic Stadium per l’occasione – e l’Arena di Verona. Due sedi di cui Malagò parla con orgoglio, perché “la cerimonia inaugurale sicuramente rimarrà una pietra miliare di quello che sono stati gli eventi ospitati allo stadio Giuseppe Meazza».,mentre per quanto riguarda l’Arena si tratta dello “stadio esistente, o che funziona per capirci, più antico del mondo». E non è poco.

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