È rimasto impassibile, come se fosse tutto normale. Come se la sua doppietta contro il Cagliari, in una partita che stava ritirando fuori i fantasmi che hano bloccato l’Atalanta in campionato, non fosse stata decisiva per staccarsi definitivamente dalle zone calde della classifica e perché no, provare una complicata rincorsa europea. Eppure per Gianluca Scamacca è davvero tutto così naturale. Naturale tornare a fare gol, è il suo mestiere. Specie se, come ieri sera, i gol sono un po’ situazionali: una deviazione dal limite dell’area piccola su un diagonale di Zappacosta e una conclusione quasi sbucciata, non certo limpidissima, dopo un tentativo in acrobazia finito male.
La sorte, però, non viene mai per caso. Anzi, spesso aiuta gli attaccanti che si aiutano con le grandi prestazioni. E allora più che le reti (che sono quattro in una settimana se si aggiungono la testata contro il Chelsea in Champions League e il rigore contro il Verona), vale la pena guardarlo qualche secondo prima, per vedere come si posizione in area, come dialoga con Lookman e De Ketelaere, come fa salire la squadra, i movimenti lungo-corto che detta e come si stacca dalla marcatura degli avversari. Tutte qualità che già si conoscevano, ma che forse erano rimaste nascoste, schiacciate dal peso di una lunga assenza per i guai a cosce e ginocchia.
Quella contro il Cagliari è stata senza dubbio una delle espressioni migliori del suo momento di forma recente: al di là del titolo di Man of the Match, che fa sempre piacere ma di cui poi ci si dimentica, quello che resta della sua partita è la sensazione di ritrovata continuità dopo un’estate complicata. Scamacca si era fermato a settembre per una patologia infiammatoria al ginocchio sinistro, diagnosticata come sovraccarico articolare, che lo aveva costretto a lasciare il ritiro della Nazionale e a lavorare a parte nei mesi scorsi. Questo problema, legato anche alle conseguenze di un infortunio più grave occorso nell’estate 2024 (rottura del legamento crociato), gli ha fatto saltare diverse partite e inevitabilmente gli aveva fatto perdere ritmo partita, appesantendo la sua condizione fisica e la sua incisività in campo nei primi mesi della stagione.
Il ritorno al gol con continuità è un elemento fondamentale per capire il momento attuale di Scamacca, e la doppietta contro il Cagliari sembra confermare che qualcosa è cambiato nel suo modo di giocare. Non si tratta solo di ritrovare la porta, ma di come si sta inserendo nel sistema offensivo di Palladino. L’ex allenatore della Fiorentina ha fatto le cose semplici, mettendo in campo il tridente che nella finale di Europa League di Dublino aveva schiantato il Bayer Leverkusen. La miglior combinazione possibile per qualità, imprevedibilità e connessione tecnica. Rimesso al centro del suo place to be, con Lookman e De Ketelaere a dargli da mano, Scamacca si sta ricordando di essere un centravanti da big. E da Nazionale.
L’importanza dei gol, inoltre, aiuta il morale. Tornare a segnare, a decidere le partite, restituisce percezioni positive e solidifica lo stato da titolare fisso. Non è più il tempo in cui si doveva riprendere dei minuti e in poco tempo si affannava per incidere: ora sta bene e il posto negli undici non glielo toglie nessuno. Per questo si può concentrare meglio sul gioco senza palla, sull’occupazione degli spazi e sulla lettura delle linee di passaggio. Pur essendo un uomo d’area per natura, sta mostrando una maggiore disponibilità ad abbassarsi, partecipare alla manovra e offrire appoggi utili per far girare l’azione offensiva. Gesti che si traducono in una maggiore sinergia con i trequartisti e le ali. Questo tipo di dinamismo si è visto tanto contro il Chelsea quanto contro il Cagliari, ed è la chiave per spiegare il ritorno al gol.
Dal punto di vista tattico, la doppietta di Scamacca contro il Cagliari rappresenta anche un segnale importante per l’Atalanta in ottica classifica: i nerazzurri si sono imposti con determinazione, consolidando una striscia positiva di risultati che, black out di Verona a parte, li vede in crescita sia in Serie A sia in Europa. Il contributo del numero 9 è stato decisivo nel dare quella scintilla che spesso fa la differenza nei momenti chiave delle partite, e la sua prestazione mostra come il gruppo stia trovando equilibrio intorno alle sue qualità di finalizzatore. Quella della New Balance Arena non è stata soltanto una serata di gloria personale per Scamacca, ma la conferma che il recupero dal periodo di inattività e dal problema al ginocchio sta producendo effetti concreti. I gol, per il resto, non sono mai stati un problema.