Detta così fa anche un po’ strano. Un’applicazione che permette alle persone di giocare a calcio a livello agonistico senza essere tesserati per un club. Niente cartellino, niente costi d’iscrizione, di assicurazione e di materiale. La domanda, però, sorge spontanea: come vengono considerati i possessori di quest’app? Spiega L’Équipe che in realtà si tratta di strumenti che servono a sistemare l’agenda e trovare delle partite nella zona. In pratica, ti svoltano il calcetto del giovedì.
App come Poteau, Footinho, Joga, Smatchy in Francia o Playtomic in Italia permettono a migliaia di giocare senza essere tesserate in un club. Su Poteau, l’app più conosciuta, un singolo appassionato solitario può unirsi a una partita organizzata vicino a casa oppure prendere l’iniziativa e crearne una. Diffusa soprattutto nel calcio a 5 all’interno di strutture private dove è necessario pagare una quota, questa pratica si è ora estesa anche ai campi all’aperto ad accesso libero.
«Questo permette di colmare i vuoti nelle partite se qualcuno dà buca all’ultimo momento e incoraggia anche le persone sole a socializzare attraverso il calcio» racconta al giornale francese Timothé Genreau, fondatore di Poteau. Il giovane imprenditore ha creato l’app nel 2023 sulle basi di Krank Club, ex applicazione popolare per organizzare partite. Poteau è esplosa: oltre 80.000 giocatori in Francia, più di 200 partite al giorno e partnership con più di trenta centri privati. «Spesso riceviamo feedback da utenti che ci dicono di poter finalmente giocare a calcio in modo libero, senza essere obbligati ad allenarsi»rivela.
Questa constatazione è condivisa anche da Guillaume Cazcarra, ex giocatore di club che ha fondato la Lega di calcio Hexacup e l’app Kollectif. «Dopo la crisi sanitaria del 2020 volevo tornare a giocare, ma non in un club, perché studiavo e non volevo complicarmi la vita», racconta. Ha optato così per lanciare a Bordeaux un progetto di torneo tra amici che si trasforma rapidamente in una lega nazionale gratuita: Hexacup. «Il funzionamento è semplice: ogni persona può creare la propria squadra con altri giocatori. Si allenano e organizzano le partite quando vogliono su un campo ad accesso libero» spiega Cazcarra. Il tutto, con un occhio all’ambiente. Questo finto “Campionato di Distretto”, infatti, ha la particolarità di obbligare le squadre a realizzare almeno un’azione ecologica all’anno. «Stabiliamo una classifica finale in base ai risultati sportivi e alle azioni ecologiche. Poi organizziamo i play-off e una grande finale nazionale» prosegue.
Dopo cinque anni di esistenza, la Lega Hexacup può già contare su oltre 2.000 squadre. Attira soprattutto giovani studenti delle scuole superiori desiderosi di giocare tra amici. «Sono ex tesserati di club che hanno capito di non poter più sfondare nel calcio. Voglio continuare a giocare per divertirsi» sottolinea Cazcarra. Su Poteau, i profili sono più vari. «Più del 50% dei giocatori ha più di 30 anni, ma ci sono anche molti studenti. E provengono da tutti gli ambienti sociali. A Parigi capita spesso di vedere partite che riuniscono dirigenti della Défense e giovani delle periferie», racconta Timothé Genreau.
Queste partite organizzate tramite applicazioni hanno successo soprattutto nelle grandi città. Non a caso, in Francia Parigi rappresenta l’epicentro di diffusione: su Poteau, la capitale concentra oltre l’80% dei giocatori e delle partite. Il resto è diviso tra altre grandi metropoli come Tolosa, Lione o Nantes. «Queste applicazioni sono adatte ai contesti urbani perché mettono in contatto persone che non si conoscono» analizza il sociologo Benoît Coquard. E aggiunge: «Nei centri rurali, la gente va allo stadio con gli amici che conosce già: tutto funziona sulla base delle relazioni personali».
Allo stesso tempo, i club continuano ad attirare i calciatori. Nel 2024, la Federazione Francese di Calcio contava più di 2,3 milioni di tesserati, un record. Per il sociologo non ci sono dubbi: queste app faranno fatica a svilupparsi nelle campagne. «I club restano l’offerta principale per i giovani – spiega – sono strutture che aiutano di più l’integrazione sociale». E permettono anche di migliorare sotto la guida degli allenatori. Ogni giocatore ha ormai la possibilità di scegliere: club, applicazioni o entrambi. Considerando i costi, specie delle grandi città, c’è da scommettere che Poteau e compagnia vivranno ancora a lungo.