Quattro nuove pepite dal campionato portoghese

Vinícius, Florentino Luis, Wenderson Galeno e Jesús Corona sono tra i profili più interessanti della Primeira Liga, che riparte questa sera.

Questa sera a Portimão, in un Estádio Municipal riempito soltanto dal vento dell’Algarve, riprenderà la Liga NOS. Il Portimonense di un affaticato Jackson Martinez proverà disperatamente a cambiare rotta alla propria stagione contro il Gil Vicente, nella partita che introdurrà un finale di campionato indecifrabile. Il Porto è primo con un solo punto in più del Benfica, e dovrà conservarlo senza Marcano, il suo difensore titolare infortunatosi pochi giorni fa, per dieci giornate di costante scontro a distanza.

Il Benfica, con una rosa molto profonda, frutto di grandi investimenti, è la squadra che ha più da perdere in questo duello. Nonostante in questo momento il calcio portoghese non stia vivendo l’epoca sfarzosa segnata dalle grandi cavalcate europee di José Mourinho, André Vilas Boas e Jorge Jesus, la Primeira Liga offre ancora oggi un ricco bacino di talento. Abbiamo scelto e raccontato quattro giocatori dal profilo particolarmente interessante, che potrebbero lasciare il Portogallo nella prossima sessione di calciomercato.

Carlos Vinícius (Benfica)

La prima pietra posta da Bruno Lage per costruire il Benfica dello scorso anno è stata la posizione di João Félix: agiva da seconda punta, con l’unico imperativo di esprimersi senza vincoli. Con lui al suo fianco, Haris Seferović ha segnato ventitré gol in ventinove partite, un picco mai toccato in carriera. Quest’anno, senza João Félix a illuminare il gioco delle Águias nell’ultimo quarto di campo, Seferović ha segnato solo due volte in campionato. Fortunatamente, però, tra i giocatori su cui ha investito l’enorme cifra versata dall’Atleti per il suo giovane fenomeno, il Benfica ha trovato anche la risposta alle difficoltà offensive della squadra: Carlos Vinícius. L’ex attaccante del Napoli ha iniziato la stagione da primo cambio per la coppia De Tomás-Seferović, ma lo spagnolo e lo svizzero si sono rivelati presto incompatibili e così Bruno Lage ha dovuto cercare nuove soluzioni. Vinícius ha 25 anni ed è il capocannoniere del campionato portoghese con 15 gol in 19 partite. In una squadra che vuole dominare il gioco con la propria qualità pura piuttosto che con idee offensive strutturate, il brasiliano si è rivelato perfetto: grazie alla sua esplosività, è diventato il destinatario più affidabile dei taglienti passaggi in profondità di Adel Taarabt, oppure dei tanti palloni che arrivano dalle fasce grazie alla spinta costante di Grimaldo.

Tutti i gol segnati da Vinícius nel campionato 2019/20, fino a questo momento

La maggior parte dei gol segnati in questa stagione spiegano bene quanto Vinícius si senta a proprio agio nel ruolo di finalizzatore e, prima ancora di ogni aspetto tecnico, quanto sia in fiducia. Possiede un bagaglio tecnico discreto, che passa comprensibilmente in secondo piano rispetto ad altre caratteristiche, quelle che delineano il profilo di una punta a proprio agio quando ha a disposizione spazi da attaccare: la rapidità, il fiuto per il gol e per la profondità, e poi un tiro molto potente. Come per molti giocatori esplosi in Portogallo, in questi mesi il suo nome è stato associato a clausole rescissorie gigantesche, e al Wolverhampton: il trasferimento in una squadra come quella di Nuno Espirito Santo, che sa ribaltare il campo in velocità, potrebbe essere molto interessante.

Jesús Corona (Porto)

Vedendo giocare Jesús Corona appare evidente come il suo rapporto con il dribbling non sia il semplice esercizio di una qualità che possiede in dosi superiori alla media, piuttosto un legame molto più profondo. Quando il Tecatito, come lo chiamano in Messico, ingaggia un duello con un avversario, si aziona un flusso di ispirazione che lo isola dalla partita: Corona lo punta, tocca di suola, sterza nello stretto, si ferma e poi accelera; raramente lascia passare una partita senza cercare almeno un tunnel. Corona ha una fiducia incrollabile nel proprio dribbling, ed è la migliore arma che possiede. A ventisette anni, con questo background, dopo una carriera da ala di buonissimo livello – che probabilmente avrebbe meritato un’occasione in un contesto ancor più competitivo – è diventato il terzino destro del Porto. O meglio, del Porto di Sergio Conçeição, un tecnico molto più attento a conservare l’equilibrio del proprio sistema che a stravolgere quello altrui.

Corona si è unito al Porto nel 2015 dopo due stagioni in Olanda, al Twente; con il club lusitano, ha trionfato nel campionato 2018 (Miguel Riopa/AFP via Getty Images)

Dopo l’impatto molto deludente dell’argentino Renzo Saravia, l’allenatore di Coimbra – memore di qualche sporadica presenza in quel ruolo l’anno scorso – ha letteralmente costruito un laterale destro di ottimo livello. «Ci abbiamo lavorato molte ore in allenamento. Passare dal ruolo di esterno alto a quello di terzino significa sapere dove mettere i piedi sia in attacco che in difesa», ha affermato Corona. Quando il Porto attacca, il messicano si alza sulla linea degli attaccanti, riceve e punta l’uomo; in pratica impone la sua qualità tecnica, dribblando (è il sesto giocatore del campionato per tentativi, il primo tra i terzini) oppure servendo con entrambi i piedi i cross precisi tipici di un’ala, oppure imbeccando in profondità il compagno che attacca lo spazio. È così che Corona si rivela un’arma indispensabile, per risalire il campo come per rompere gli equilibri delle difese avversarie, ma la generosità nei recuperi e la grinta con cui va a contrasto dimostrano come si sia calato psicologicamente in tutte le sfaccettature del ruolo. Deve ancora acquisire autonomia nelle letture e nei posizionamenti ma, considerando il tipo di giocatore che è stato per tutta la carriera, sembra essere a buon punto. Forse il miglior Corona possibile gioca da ala, ma la sua reinvenzione in in un ruolo che gli impone anche un altro tipo di lavoro l’ha portato ad avere un profilo più raro e appetibile sul mercato, soprattutto in un’era calcistiac in cui il dominio lo si impone già a partire dai difensori. Chi vuole un interprete del genere e magari non può permettersi Hakimi o Cancelo, potrebbe trovare in Corona un’alternativa molto valida. Magari acquistando in blocco pure il suo compagno Alex Telles, il miglior terzino del campionato, un altro probabile partente.

Florentino Luís (Benfica)

Quando Bruno Lage prese il posto dell’esonerato Rui Vitória, nel gennaio 2019, la stagione del Benfica sembrò d’un tratto allinearsi a un destino fatato. Il giovane tecnico consegnò alla storia delle Águias l’ennesimo campionato – vinto tra l’altro mantenendo l’imbattibilità – strappandolo ai rivali del Porto. Il titolo dello scorso anno è stato una sorta di manifesto dei metodi di Bruno Lage, perché è stato vinto con un calcio propositivo, in grado di coinvolgere tutti i migliori giocatori prodotti a Seixal, il centro sportivo benfiquista, la culla di molte future stelle della Nazionale portoghese. Oltre a João Félix, c’erano Rúben Días e Francisco Ferro a blindare la difesa, Gedson Fernandes, Tomas Tavares, Jota e Florentino Luís. Quest’anno Florentino ha iniziato da titolare la stagione che lo avrebbe dovuto consacrare come un pilastro degli Encarnados, ma da dicembre in avanti il tecnico del Benfica, per correggere i difetti di una squadra che aveva deluso in Champions League e che, pur senza risentirne in campionato in termini di punti, non sembrava sufficientemente dominante nel gioco, lo ha lasciato ai margini della squadra. Lage gli ha preferito Gabriel Appelt Pires, il risorto Adel Taarabt e il tedesco Julian Weigl, acquistato appositamente a gennaio per 20 milioni di euro. Tutti giocatori più esperti, tutti giocatori più fantasiosi e dotati nel palleggio.

Florentino Luís è uno dei pochi giocatori i cui video-skills su Youtube sono composti principalmente da azioni puramente difensive, tackle, anticipi, contrasti vinti, come in questo minuto scarso

Florentino Luís è considerato uno dei mediani più promettenti d’Europa, solo che ha un profilo diverso da quello che ti aspetteresti: non è un palleggiatore, e in fase possesso si limita a giocate essenziali, ricevendo e smistando il pallone con pulizia ed efficacia. Un apporto costante in un uscita con rari picchi creativi che, anche a causa di qualche sbavatura non certo difficile da correggere, lo porta a essere percepito come un giocatore meno abile con il pallone di quanto sia realmente. Il meglio di sé, ad ogni modo, lo dà quando deve difendere: la sua struttura fisica – sfiora il metro e ottantacinque ma muscolarmente è ancora abbastanza leggero – lo induce a ingaggiare molti duelli fisici, e a usare il corpo per proteggere il pallone. Nonostante ciò, è un mediano che predilige un’interpretazione cerebrale del ruolo, fatta di letture, specialmente anticipi e tackle puliti. A quasi 21 anni, Florentino non ha ancora giocato una stagione intera da titolare – quest’anno solo 15 partite in tutte le competizioni – ma in campo prende già decisioni da giocatore maturo. È il profilo perfetto per una squadra intensa, forte nell’aggressione alta e nelle marcature preventive, a patto che l’allenatore punti su di lui con costanza e pazienza. Sarà proprio il Milan di Rangnick di cui si parla tanto?

Wenderson Galeno (Sporting Braga)

In una manciata di mesi, lo Sporting Braga è passato da dominare un girone molto difficile di Europa League a esonerare il proprio tecnico per un inizio di campionato disastroso. E ancora: giocava il miglior calcio del Portogallo sotto la guida di Rúben Amorim, ha conquistato il terzo posto in classifica e la Taça da Liga, e poi si è visto soffiare l’allenatore dallo Sporting a campionato in corso. In questa centrifuga di situazioni che difficilmente riusciremmo a immaginare dentro una sola stagione, è emersa una delle grandi rivelazioni del campionato: Wenderson Galeno. Il fatto che Francisco Trincão – altro ragazzo della Geração de Ouro del ’99 già comprato dal Barcellona – non sia riuscito a conquistare e/o a mantenere un posto da titolare fisso allo Sporting Braga è significativo, perché spiega quanto sia alto il livello tecnico degli Arsenalistas e quello di Galeno – uno dei suoi diretti concorrenti. Wenderson è nato nella regione brasiliana del Maranhão nel 1997, è stato portato in Europa dal Porto quattro anni fa e ora sembra essere nel pieno della propria esplosione.

Nella stagione in corso, Galeno ha accumulato 34 presenze totali in tutte le competizioni, con uno score di cinque gol segnati e nove assist decisivi serviti (Andy Buchanan/AFP via Getty Images)

Nella sua interpretazione del ruolo di ala, la falcata è la caratteristica migliore – sia in progressione che nell’attaccare la profondità. È un calciatore molto intelligente, con una tecnica solida ma mai superflua, né appariscente: quando riceve palla in zona offensiva non si limita a puntare l’uomo (è il 13esimo giocatore del campionato per tentativi a partita), ma cerca il fraseggio oppure serve cross tesi per i compagni in area di rigore. Il suo dribbling funziona meglio dopo aver preso velocità, come gli specialisti dello slalom gigante, oppure quando usa rapidi cambi di direzione per sbilanciare il difensore che è già impegnato a cercare di stare al suo passo. È un esterno offensivo che non ha bisogno di avere il pallone tra i piedi per rendersi pericoloso, e che sa essere incisivo su entrambe le fasce, cercando l’assist ma anche il tiro – le sue conclusioni sono secche e precise, sia da fuori che dentro l’area. Con Rúben Amorim, la corsa di Wenderson è diventata un’arma potentissima nell’aggressione alta, un marchio di fabbrica del Braga, ma il brasiliano è anche disponibile in fase di ripiegamento. Pagando i quindici milioni di clausola rescissoria, si può acquistare un’ala giovane ma con un profilo tecnico già definito, con caratteristiche interessanti e in grado di adattarsi a differenti stili di gioco.