Gibilterra, dallo stretto alla Fifa

Il piccolo territorio non autonomo potrebbe tentare di qualificarsi a Russia 2018.

Il Tribunale Arbitrale dello Sport (Tas) ha lanciato un messaggio alla Fifa, dichiarando che Gibilterra, finora esclusa dalla Federazione calcistica internazionale, ha «pieno diritto di essere membro». Gibilterra, che ha comunque partecipato alle ultime qualificazioni europee, con zero punti e soli due gol fatti, a fronte dei 56 subiti, potrà prendere parte alle prossime qualificazioni Mondiali per Russia 2018. La rappresentativa di Gibilterra è composta prevalentemente da giocatori dilettanti, se si escludono il terzino Scott Wiseman e il numero 10 Liam Walker, per la maggior parte impiegati nelle forze di polizia, negli uffici doganali e come pompieri. Nel girone di qualificazione agli Europei ha perso tutte e 10 le gare in cui è stata impegnata.

La sentenza data da una giuria di tre membri del Tas arriva dopo anni di battaglie giudiziarie, manovre politiche e rifiuti che hanno circondato la richiesta di adesione di Gibilterra alla Fifa. La richiesta di piena adesione sarà ancora oggetto di un’ultima votazione da parte della Federazione Internazionale durante il congresso annuale in Messico della prossima settimana. Sarà uno dei primi ostacoli per il nuovo numero uno, Gianni Infantino e per i 209 membri che dovranno approvare l’inclusione del piccolo territorio d’oltremare situato nella penisola iberica.

Il primo gol della storia di Gibilterra in una partita valida per le qualificazioni agli Europei, contro la Scozia

Già nel 2014 la Fifa aveva rifiutato Gibilterra, evidenziando l’assenza di requisiti, dovuti alla condizione di paese non indipendente. Ora il Comitato Esecutivo della Fifa ha ricevuto l’ordine del Tas di trasmettere l’application dell’Associazione Calcistica di Gibilterra, con l’obbligo di prendere tutte le misure necessarie ad ammetterla come membro a tutti gli effetti della Fifa, senza ulteriori ritardi. Gibilterra aveva già vinto precedentemente una causa presso la Corte d’ arbitrato per lo sport, il corpo legale con sede in Svizzera che giudica le controversie all’interno del mondo dello sport, nel 2013, potendo così aderire alla Uefa, l’organo di governo del calcio europeo. Grazie a tale sentenza Gibilterra è entrata nel girone di qualificazione per i campionati Europei in Francia di questa estate. Sorteggiata nel gruppo D con la Germania, attuale campione del Mondo, Polonia, Irlanda, Scozia e Georgia.

FARO, PORTUGAL - OCTOBER 11: General atmosphere before the UEFA EURO 2016 Qualifying round Group G match between Gibraltar and Scotland at Estadio Algarve on October 11, 2015 in Faro, Portugal. (Photo by Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)
FARO, PORTUGAL – OCTOBER 11: General atmosphere before the UEFA EURO 2016 Qualifying round Group G match between Gibraltar and Scotland at Estadio Algarve on October 11, 2015 in Faro, Portugal. (Photo by Gonzalo Arroyo Moreno/Getty Images)

Ma le difficoltà di Gibilterra nell’unirsi a Uefa e Fifa sono radicate in una questione dai risvolti politici. Territorio d’oltremare britannico situato nella penisola iberica, collegata alla terraferma da un istmo europeo nei pressi della cittadina di Cadice, venne ceduto agli inglesi nel Trattato di Utrecht 1713, divenendo un’importante base navale sul Mediterraneo. La Spagna ha però sempre mantenuto un credito nei confronti di Gibilterra, tanto da provocare tensioni costanti con la Gran Bretagna. Quando la questione Gibilterra all’interno della Uefa venne sollevata per la prima volta, nel 2007, la Federcalcio spagnola minacciò di ritirare le proprie squadre – tra cui Real Madrid e Barcellona – dalle competizioni internazionali. Di fatto costringendo la Fifa a respingere la domanda sulla base del fatto che lo stadio in cui vengono disputate le gare casalinghe sorgerebbe su di un territorio conteso. Gibilterra ha replicato che diversi membri della Fifa – tra cui la Palestina e le Isole Faroe– non sono riconosciuti formalmente come stati nazionali. Una guerra simile a quella di Gibilterra la sta combattendo il Kosovo, che dopo la guerra d’indipendenza dalla Serbia del 1990, sta spingendo per l’adesione all’Uefa e alla Fifa. Proprio poche ore fa i kosovari sono stati accettati tra i membri della Uefa.