Mourinho può vincere l’Europa League che non voleva vincere

José Mourinho è sempre stato un maestro nella gestione psicologica del gruppo e uno dei comunicatori più importanti tra gli allenatori. Sandro Modeo, nel suo libro L’alieno Mourinho, lo definisce «parafulmine e catalizzatore, il gestore e l’ideatore». Non sorprende che prima della gara di Europa League contro il Celta, vinta per 1-0, abbia dichiarato che «l’Europa League è più  importante della Premier». Un’affermazione che contraddice il suo pensiero di qualche anno fa. Nel 2013 il portoghese, allora sulla panchina del Chelsea, era stato categorico: «Non voglio vincere l’Europa League. Se la vincessi sarebbe una grandissima delusione per me, non voglio giocarla. Non voglio che i miei giocatori sentano che questa è la nostra competizione».

Quest’anno, però, lo scenario è diverso. Lo United, con la vittoria a Vigo arrivata grazie a una punizione di Marcus Rashford, è a un passo dalla finale di Solna, dove affronterà la vincente tra Ajax e Lione (gli olandesi hanno vinto l’andata per 4-1). Pur privi di Zlatan Ibrahimovic, i Red Devils sono sembrati più pericolosi degli avversari, sfiorando in più occasioni il vantaggio. Chance che ha avuto anche il Celta, fermato però dalle parate di Romero, e che ora è atteso da una missione durissima, quasi impossibile, a Old Trafford. Nelle ultime settimane, Mourinho aveva ripreso a far parlare per alcune dichiarazioni sul calendario, secondo lui troppo fitto: «Dovremo giocare ogni tre giorni, è un calendario disumano. Contro il Crystal Palace forse convocherò i giovani».

C’è un altro motivo che fa dell’Europa League un obbligo per José Mourinho. La qualificazione alla prossima Champions: in Premier lo United, a quattro giornate dalla fine, è quinto, piazzamento che non li premierebbe. Se è vero che il quarto posto, occupato dai rivali cittadini del City, è a un solo punto di distanza, è anche vero che vincere la finale di Solna significherebbe evitare i preliminari. E poi la vittoria dell’Europa League significherebbe per il tecnico portoghese ottenere un triplete minore, dopo aver conquistato la Community Shield e la English Football League Cup, in modo che la prima stagione a Manchester possa essere considerata positiva.