Il primo sponsor sulle maglie da calcio

Se oggi per noi è scontato guardare alle maglie da calcio con sponsor stampati un po’ ovunque, c’è stato un tempo in cui le cose erano leggermente meno ovvie. 38 anni fa il Liverpool è diventata la prima squadra inglese a presentarne uno sulle proprie maglie: si tratta dell’accordo che ha portato il marchio di elettronica giapponese Hitachi sulle maglie dei Reds. Un accordo che portò nelle casse della società circa 100.000 sterline in due anni, permettendo al brand di apporre il proprio nome sulle maglie del Liverpool in tutti i match casalinghi non trasmessi in tv.

Soltanto due anni più tardi, nel 1981, l’Arsenal firmò il proprio accordo con JVC, altra casa giapponese, che fruttò Gunners circa 500.000 sterline per tre stagioni. Se la Premier è oggi uno dei mercati più ambiti e uno tra i maggiori in fatto di profittabilità, la prima squadra a presentare uno sponsor tout court fu il Braunschweig, club che militava al tempo (era il 1973) in Bundesliga e divenne uno dei primi a siglare un accordo del genere a livello globale: il marchio in questione era Jägermeister, e l’accordo portò all’Eintracht Braunschweig circa 100mila marchi. L’8 gennaio 1973 l’assemblea dei soci della squadra votò per un cambio di stemma, e quest’ultimo divenne assolutamente identico a quello del brand sponsorizzante.

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In Italia la storia delle sponsorizzazioni sulle maglie da calcio precede addirittura quella dell’Eintracht Braunschweig. Infatti nel 1953 il Lanerossi Vicenza si presentò con una R blu sulle maglie biancorosse: un simbolo che riprendeva il marchio del club proprietario della squadra. Dal 1978 le sponsorizzazioni sulle maglie furono consentite (con alcune limitazioni) dalla Figc: ma l’autorizzazione riguardava soltanto l’inserimento degli sponsor tecnici, quelli che forniscono il materiale da gioco, per uno spazio non superiore ai 12 centimetri quadrati, portati successivamente a 16.