L’esibizione perfetta della ginnasta Katelyn Ohashi

Ha preso un 10, ma un 10 forse non è abbastanza.

Katelyn Ohashi, ginnasta statunitense classe 1997, sabato scorso ai campionati universitari ha conquistato pubblico e giuria con un’esibizione da 10, il massimo voto. Una prova a corpo libero di un minuto e mezzo di difficilissima realizzazione, tra salti, flip, spaccate e un sorriso stampato sul viso capace di catturare tutto il mondo. Il video della prova di Ohashi ai Collegiate Challenge infatti, dove l’atleta gareggiava con i colori della Ucla, ha superato in poco tempo i 10 milioni di visualizzazioni e oggi, a distanza di tre giorni, viaggia sopra i 31 milioni. «Un dieci non è abbastanza per questa routine» ha twittato l’account della Ucla Gymnastics.

Come racconta il Washington Post, a colpire dell’esibizione sono stati sia i virtuosismi delle figure, soprattutto l’ultimo salto con atterraggio in spaccata (che ha mandato in tilt i social), sia l’approccio molto particolare di Ohashi, lontano dalla compostezza olimpica nonostante la perfezione dei gesti tecnici. Il suo minuto e mezzo sul quadrato è stato uno show, il suo modo di ballare ha coinvolto il palazzetto: l’atleta, su un medley di canzoni soul e r&b, è stata sempre padrona della pedana, in quella che molti hanno definito come la miglior performance di sempre a corpo libero.

Ma se l’altro giorno ad Anaheim, California, la sua esibizione ha trasmesso gran felicità e il suo sorriso in pedana è diventato virale, Ohashi in carriera ha dovuto affrontare momenti molto difficili, fino alla decisione di ritirarsi dal professionismo. Tra le promesse dell’Usa gymnastics junior national team, vince tutto a livello giovanile: 5 ori ai Pacific Rim Championship nella sua Seattle nel 2012, 6 ori e 4 argenti tra il 2009 e il 2012 ai Visa Championship. Nel 2013 al debutto tra le grandi si prende l’oro nel concorso individuale e alla trave all’American Cup, dove batte anche Simone Biles, quattro ori a Rio de Janeiro e oggi miglior ginnasta al mondo.


Katelyn Ohashi, a sedici anni medaglia d’oro all’American Cup 2013

«Ero in cima al mondo, una speranza olimpica. Ero imbattibile, fino a che non lo ero più», ha detto una volta Katelyn, schiacciata dalla pressione di dover puntare sempre alla perfezione, di non essere «brava abbastanza». Alla fatica di competere ai massimi in uno sport tanto esigente si aggiungono i problemi fisici. Infortuni a entrambe le spalle e alla schiena accelerano la decisione di ritirarsi dalla scena internazionale, senza riuscire a partecipare a un Mondiale a una Olimpiade, oggi terreno di conquista e record per la connazionale Biles. Dopo un periodo di stop, la 21enne di Seattle nel 2015 entra a far parte della squadra di Ucla.