L’altra Parigi

Il Paris Fc sta diventando la seconda squadra della capitale.

La grande tradizione calcistica di Parigi è stata costruita in tempi relativamente recenti, la capitale è sempre stata marginale nella geografia del football francese e quindi europeo, più o meno come Berlino per la Germania. Lo stesso Psg, al netto della golden age inaugurata dalla famiglia reale del Qatar, è un club giovane: è stato fondato nel 1970 e prima del 2012 aveva vinto solo due volte il massimo campionato. Nel passato, però, anche altre società parigine hanno giocato nella massima divisione: il Red Star Paris e il Racing Club, vincitore di un titolo nazionale nel 1936 e ultima squadra della capitale a giocare un derby di campionato contro il Psg, nella stagione 1989/90.

Ecco, questo primato è (finalmente) in pericolo. In Ligue 2, il Paris FC sta lottando per la promozione, ma soprattutto sta portando avanti un progetto organico per stabilizzarsi come seconda forza del calcio della capitale. Il merito del quarto posto attuale, in piena zona playoff, è da ascrivere al lavoro del presidente Pierre Ferracci, da dieci anni alla guida del club. Artefice della prima promozione in Ligue 2 (2015) e di un immediato ritorno dopo la retrocessione (2017), il proprietario del Paris ha individuato la mission della società e ha investito in questo senso. Il suo racconto in un’intervista all’Independent: «Fino all’anno scorso non avevamo un centro di allenamento in cui far crescere i nostri giovani. Ora abbiamo la nostra casa nella zona di Orly, ci è costata cinque milioni di euro, abbiamo quattro campi avveniristici, molte società in Ligue 1 non lavorano in un ambiente del genere. La federazione ha riconosciuto l’affiliazione della nostra struttura e ora possiamo offrire contratti professionali ai giocatori sotto i vent’anni. Prima non potevamo, per questo abbiamo perso molti elementi di grande talento, attratti da club più ricchi».

Paris FC – Clermont 3-0, davanti a pochissimi tifosi

Due nomi su tutti: Mamadou Sakho e Nordi Mukiele (oggi al Crystal Palace e al RB Lipsia) sono cresciuti nell’Academy del Paris FC, ma poi hanno lasciato il club prima dei 18 anni. Ora questa prospettiva è scongiurata, la regione dell’Ile-de-France è una delle più prospere per quanto riguarda il talento calcistico, un bacino enorme da cui ora il Paris potrà attingere senza limitazioni, economiche e temporali. L’obiettivo è costruire una squadra dalla forte identità locale, giovane ma competitiva, che possa accedere alla Ligue 1 e attirare «gli appassionati parigini che non si sentono rappresentati dal Psg, dato che al momento i nostri tifosi sono ancora pochi (media di 3mila spettatori per match casalingo, ndr). Però puntiamo anche sugli investitori stranieri: se ci pensi, il brand “Paris Fc” può generare un ritorno commerciale enorme». Le parole di Ferracci spiegano come il percorso sia appena all’inizio, eppure è già stato tracciato in maniera chiara, anche per quanto riguarda gli sviluppi a lungo termine. C’è anche spazio per il calcio femminile: il Paris FC ha una squadra in prima divisione, e ora punta a portare anche gli uomini tra i grandi. Le premesse sembrano essere quelle giuste.