Il piccolo miracolo di Montserrat

La Nazionale di un'isola quasi disabitata può qualificarsi alla Gold Cup.

La Nazionale di calcio di Montserrat ha avuto un solo momento di gloria: il 30 giugno 2002 giocò la cosiddetta Altra Finale contro la rappresentativa del Bhutan, nello stesso giorno di Brasile-Germania 2-0, ultimo atto della Coppa del Mondo nippocoreana. La squadra del piccolissimo stato caraibico era stata scelta perché ultima nel Fifa World Ranking di allora, la partita fu filmata e raccontata in un documentario (intitolato per l’appunto “The Other Final”), la sconfitta per 4-0 fu comunque celebrata come un grande successo. È anche una questione di difficoltà geografiche, logistiche: già nel 2002 l’isola di Montserrat era quasi disabitata, la riattivazione e le successive eruzioni del vulcano Soufrière Hills, dal 1995 in poi, hanno reso inaccessibile tutta la parte meridionale, compresa la capitale Plymouth. In molti avevano lasciato la nazione, si stima che addirittura due terzi dei residenti siano espatriati negli anni successivi. Ad oggi, la situazione non è migliorata, ci sono pochi agglomerati umani nel Nord del paese, eppure la nazionale di calcio ha concrete possibilità di centrare un’impresa che avrebbe portata storica.

Il nuovo, cervellotico meccanismo di qualificazione alla Gold Cup, il campionato continentale per Nazionali del Nord e Centro America, potrebbe infatti portare Montserrat ad accedere per la prima volta alla fase finale. L’edizione del 2019 sarà la prima con sedici squadre ammesse dopo la riforma del 2018, le prime dieci in classifica della Nations League Concacaf raggiungeranno le big già qualificate (Messico, Costa Rica, Panama, Honduras, Stati Uniti e Trinidad e Tobago), e una vittoria nell’ultimo match contro le Isole Cayman (si gioca il 22 marzo) potrebbe bastare per strappare il pass – dipenderà anche dai risultati delle altre Nazionali. L’opportunità è meritata, dato che Montserrat ha vinto le prime due partite del girone, contro Belize e Aruba.

Il successo di Montserrat contro Aruba

La squadra è composta soprattutto da calciatori inglesi con passaporto locale (Montserrat è ancora oggi un territorio inglese d’Oltremare): il nome più rappresentativo è quello di Lyle Taylor, attaccante che gioca nel Charlton, League One inglese; Alex Dyer gioca in Norvegia, con il Lillestrøm, ma il suo cartellino è di proprietà dell’Elfsborg, squadra svedese. Il resto dei convocati abituali gioca nelle divisioni minori della piramide calcistica inglese. Ora, però, questi giocatori hanno un’occasione per fare la storia.