Il motorsport, con Audi, è un laboratorio di ricerca tecnologica

Nelle corse, la casa tedesca ha una storia di successi, ma soprattutto di innovazioni, di avanguardia: dal rally negli anni Ottanta al recente trionfo in Dakar, fino al debutto in Formula 1, previsto nel 2026.

«Abbiamo scritto un pezzo di storia degli sport motoristici». Queste poche e semplici parole sono state pronunciate da Rolf Michl, capo di Audi Motorsport, dopo la vittoria del Rally Dakar 2024 da parte della casa dei quattro anelli. Un’impresa che è stata inseguita per tre anni e che è stata raggiunta grazie all’equipaggio tutto spagnolo composto da Carlos Sainz – papà dell’attuale pilota di Scuderia Ferrari in Formula Uno – e dal suo co-pilota Lucas Cruz. Il motivo di tanto orgoglio è presto detto: la Audi RS Q e-tron è stata la prima auto a trazione full electric a trionfare in quella che è considerata la corsa off-road più difficile al mondo. Oltretutto, l’edizione del 2024 del Rally Dakar – che si è svolta dal 6 al 19 gennaio in Arabia Saudita – è stata da molti indicata come una delle più dure di sempre, anche a causa dell’introduzione di un nuovo format che ha messo particolarmente alla prova vetture e piloti: due “tappe maratona” che prevedevano la copertura di circa 600 chilometri in 48 ore.

Audi è partita forte, vincendo il prologo con lo svedese Mattias Ekström (accompagnato dal co-pilota Emil Bergkvist) e prendendo poi la testa della classifica generale già alla fine della seconda tappa, proprio con Sainz. Da lì è iniziato un duello serrato con il francese Sébastien Loeb su Prodrive, culminato nella sesta tappa, tenutasi interamente nel deserto del Rub’ al-Khali (denominato “il quarto vuoto”, inteso come “quarta parte” dopo cielo, terra e mare). Le alte dune sabbiose, simili a montagne, hanno fatto calare in modo drastico la velocità delle vetture: nei circa 400 chilometri della tappa, Sainz e Cruz hanno infatti tenuto una media di circa 40-50 chilometri all’ora. Una e vera e propria tortura per la trazione elettrica e i sistemi di raffreddamento della loro vettura, che ha comportato un notevole aumento del consumo di energia. L’Audi RS Q e-tron è riuscita in ogni caso a superare lo scenario con grande sicurezza, garantendo all’equipaggio la possibilità di arrivare in vantaggio alle tappe conclusive. La sfida fra Sainz e Loeb si è conclusa nella penultima frazione, quando il pilota francese ha accusato un grosso ritardo in seguito ad alcuni problemi tecnici. In fondo, come sottolineato da Michl, in simili competizioni è necessaria anche un po’ di fortuna. Fattore che ad Audi era mancato per esempio nel 2023, quando lo stesso Sainz si era dovuto ritirare a causa di un malaugurato incidente, nonostante fosse in corsa per la vittoria della classifica generale.

Per il pilota spagnolo si è trattato del quarto successo al Rally Dakar, con altrettanti marchi automobilistici differenti. Probabilmente, però, è anche il più prestigioso della sua carriera: un po’ perché ottenuto da ultrasessantenne, un po’ perché legato a un progetto speciale come quello della Audi RS Q e-tron. Un punto che Sainz in prima persona ha tenuto a rimarcare: «Questa vittoria significa molto per me. Il team ha sviluppato un concept molto speciale, siamo stati i primi nel Rally Dakar. Solo Audi ha avuto il coraggio di correre questo rischio. Sono felice di aver fatto la storia con questo progetto». Ancora una volta, Audi ha dimostrato di saper essere all’avanguardia rispetto alla concorrenza, come ha fatto notare anche Sven Quandt, team principal di Q Motorsport.

Questo ennesimo raggiungimento nel mondo del motorsport da parte della casa tedesca è una conseguenza di un’importante evoluzione tecnologica, come già avvenuto altre volte in passato. Audi, per esempio, fu la prima a schierare una vettura a trazione quattro al via del Campionato del Mondo Rally, nel 1981: da lì nacque una vera e propria icona diventata famosa in tutto il mondo, che avrebbe portato alla vittoria di quattro titoli mondiali negli anni successivi, due tra i costruttori e due nella classifica piloti – con il finlandese Hannu Mikkola e lo svedese Stig Blomqvist. Il successo della trazione quattro segnò un momento importante per la casa dei quattro anelli, che comprese come il motorsport fosse una palestra importante per l’evoluzione tecnologica.

A metà anni Ottanta, dopo aver rivoluzionato i rally su strada, Audi fu così la prima casa automobilistica europea a partecipare alla statunitense Pikes Peak International Hill Climb, la cronoscalata più celebre al mondo. Fra il 1985 e il 1987, il pilota francese Michèle Mouton conquistò la corsa alla guida della Audi Sport quattro S1, vettura caratterizzata da un’innovativa configurazione delle appendici aerodinamiche, atta a garantire un’ottima resa sugli sterrati. Nel decennio successivo, la casa tedesca decise di dedicarsi prevalentemente alle corse su piste, anche in questo caso con ottimi risultati. Tra il 2000 e il 2005, la Audi R8 monopolizzò per esempio per cinque volte il gradino più alto del podio alla 24 Ore di Le Mans. Quei trionfi furono raggiunti grazie a una vettura dotata di un propulsore turbo a iniezione diretta della benzina, un’innovazione che le permetteva di consumare meno carburante e così di correre frazioni di gara più lunghe tra le soste ai box.

Nel 2006, poi, l’Audi R10 TDI diventò la prima vettura da competizione con motore diesel a trionfare alla stessa 24 Ore di Le Mans. Un successo ripetuto negli anni successivi: la tecnologia TDI portò infatti il marchio al successo per ben otto volte su dieci partecipazioni (per un totale di tredici vittorie). Nell’arco di un decennio, inoltre, Audi riuscì a ridurre il consumo di carburante delle proprie vetture del 46%. Nella stagione 2017/2018 c’è stato infine l’esordio di Audi in Formula E, la massima serie dell’automobilismo sportivo a zero emissioni, subentrando in veste ufficiale al team ABT e diventando così la prima casa tedesca a correre nella categoria. Nella stessa stagione, al primo tentativo, è arrivata la vittoria del titolo costruttori.

L’ingresso di Audi in Formula Uno avverrà nel 2026. E sarà all’insegna dell’innovazione, della tecnologia.

In anni più recenti, invece, la casa tedesca ha rivolto le proprie attenzioni soprattutto alla Formula Uno: l’esordio è previsto nel 2026, in coincidenza con l’introduzione di nuovi regolamenti tecnici. Per l’occasione, Audi è già al lavoro su un propulsore hi-tech caratterizzato da un elevato livello di elettrificazione rispetto agli standard odierni, in grado di sfruttare al meglio i carburanti sostenibili di nuova generazione. In quest’ottica, Audi ha ampliato il Competence Center di Neuburg, dove verrà realizzata la power unit per la F1: un nuovo edificio da 3000 metri quadrati, un investimento notevole che sottolinea quanto il progetto sia importante nella strategia del brand.

Lo sviluppo della power unit destinata alla Formula Uno, costituita da un motore elettrico, una batteria, l’elettronica di gestione e il propulsore a combustione, avviene proprio nel centro di Neuburg, un complesso certificato carbon neutral per approvvigionamento termico ed energetico. L’obiettivo sarà quello di vincere il titolo mondiale – sia piloti che costruttori – nel minor tempo possibile, ma la mission principale della casa automobilistica resterà quella di sempre: sfruttare la competizione sportiva per sviluppare e testare innovazioni tecnologiche da applicare poi nella produzione di serie. Sempre all’insegna del motto Vorsprung durch Technik, la cui versione ufficiale italiana è “All’avanguardia della tecnica”. Come dichiarato da Oliver Hoffmann, membro del consiglio di amministrazione per lo sviluppo tecnico di Audi AG, «la nostra ambizione è sempre stata quella di non essere spinti dal cambiamento, ma di essere noi stessi il motore del cambiamento».

L’esempio più recente di “travaso” dalle corse è proprio quello dell’Audi RS Q e-tron, una vettura che è servita anche per testare in condizioni estreme alcune tecnologie poi applicate alla Q8 e-tron, il crossover SUV completamente elettrico prodotto in serie dalla casa tedesca già dal 2018. L’auto vincitrice della più recente edizione del raid rally più famoso al mondo ha fatto da modello anche da un punto di vista estetico: negli scorsi mesi Audi ha messo in produzione un’edizione “Dakar” della Q8 e-tron, ideale per la guida sia su strada che off-road. Insomma, la vittoria del Rally Dakar 2024 ha rappresentato un conseguimento importantissimo per Audi, un nuovo obiettivo raggiunto con la solita grande consapevolezza. Ma si è trattato allo stesso tempo di un traguardo intermedio in un percorso intrapreso ormai più di quaranta anni fa, e la cui conclusione sembra essere ancora lontana. Perché, per la casa dei quattro anelli, l’ambizione e lo spirito di competizione sembrano non avere limiti. Su qualsiasi tipo di terreno.

Da Undici n° 55