Per capire quello che ha fatto Jannik Sinner agli Internazioni d’Italia bisogna partire dalle parole di colui che lo ha sconfitto in finale: «È stato straordinario, non era facile rimanere fuori tre mesi e centrare la finale al primo colpo», ha detto Carlos Alcaraz, da domani di nuovo numero due del mondo. Potrebbero sembrare frasi di circostanza, specie davanti al pubblico del Foro Italico. Invece non lo sono per niente, per un paio di ragioni: la prima è che arrivano subito e lasciano in secondo piano la soddisfazione per aver vinto il secondo master 1000 della carriera sulla terra dopo Madrid; la seconda è che si portano dietro degli occhi davvero convinti di quello che usciva dalla bocca. Lo sguardo così profondo dello spagnolo deve essere un punto di partenza per Sinner nella preparazione al Roland Garros. I due si potrebbero incontrare solo in finale. Ci sono tre settimane di tempo, in cui la condizione fisica dell’italiano può solo migliorare.
L’intensità nello scambio è stata la chiave del match. Finché Sinner ne ha avuta per stare dietro ad Alcaraz, per tutto il primo set, la partita è rimasta vibrante, piena di prime di servizio, dai colpi profondi e difese stenuanti. Dal primo game del secondo set in poi, quando Carlos ha trovato subito il break, francamente non c’è stata più storia. La verità è che le condizioni del piede destro di Sinner, nei giorni scorsi tormentato da una vescica, le conoscono solo il numero uno del mondo e il suo team. Sebbene il problema fosse in miglioramento, non era certamente risolto. Eppure quello che si è notato è la sua disabitudine a un ritmo forsennato, anche sui due set. Il percorso di Jannik verso la finale, però, è stato davvero incoraggiante: sì, non ha incontrato nessun avversario al livello di questo Alcaraz, ma non è sembrato un giocatore forzatamente fermo da 100 giorni. Anche il primo set della finale ha lasciato delle sensazioni positive. Non era scontato.
Ecco, appunto: di fatto, Sinner aveva una sola possibilità di vincere il torneo. Vale a dire conquistare il primo set, finito invece nelle mani di Alcaraz al tie-break. Il giocatore spagnolo è stato fortunato, è vero, ma anche lucido nei momenti più delicati, scendendo a rete poco ma sempre in modo deciso. Non è stato l’Alcaraz potente ma un po’ pasticcione del 2024. A Roma è arrivato un giocatore cosciente dei propri mezzi, centrato e soprattutto preparato nei minimi dettagli. Il piano gara era semplice: «vamos presto y pega», «corriamo e picchiamo duro», ripetuto una, due, dieci volte dal suo angolo. L’indicazione di Juan Carlos Ferrero, il suo coach, è stata di lavorare sul lato destro di Sinner, con rovesci alti sopra la spalla. Colpi che hanno costretto Jannik a stancarsi di più. Aprire il campo, poi, è servito allo spagnolo per far muovere l’avversario, per finirlo con dei dritti devastanti. Aggiungeteci quattro aces nei momenti giusti e qualche volée strategica ed ecco formato un mix letale per Sinner.
Sotto 3-0 nel secondo set è subentrata anche la componente psicologica. Comprensibilmente, vedendo il rivale che non sbagliava un punto, Sinner si è progressivamente spento. Ne è un esempio la volée cortissima con cui ha consegnato il 4-0 ad Alcaraz. Lì è calato il sipario del match, condotto poi serenamente da Carlos fino al 7-6 6-1 finale che lo ha reso il più giovane vincitore maschile degli Internazionali. Nel ringraziare i tifosi nel dopo gara Sinner ha provato a scacciare un po’ di pressione in vista di Parigi, designando Alcaraz come il favorito. Lo spagnolo si è messo a ridere, ma scaramanzia a parte sa benissimo che il prossimo 8 giugno potrebbero ritrovarsi insieme, uno di fronte all’altro. Contesto e soprattutto atletismo, però, saranno decisamente diversi.
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