Buffa e Tranquillo, the Reunion

Di nuovo insieme, a Natale su Sky Sport, per raccontare il Gioco. Due mostri sacri della narrazione sportiva, a colloquio con Undici.

«Ho percepito la voglia della gente di risentire Buffa parlare di basket. Così gliel’ho proposto». Così Flavio Tranquillo spiega come è nata l’idea di una reunion con Federico Buffa, a distanza di più di due anni dall’ultima telecronaca insieme: un grande regalo per tutti gli amanti della narrazione sportiva. Lo speciale andrà in onda la sera di Natale alle 21 su Sky Sport 1, prima della diretta di Golden State Warriors – Cleveland Cavaliers, cioè le due squadre che si sono affrontate nelle ultime Nba Finals. Per chi non vuole aspettare, già da domani lo speciale è disponibile su Sky On Demand.

Tranquillo ci anticipa i temi dello speciale: «Ci saranno due momenti principali. Primo, raccontare la nostra storia, quella di due persone che amano quello che fanno. I nostri ricordi, fin dalle primissime radiocronache. E poi una conversazione sull’NBA. I più grandi campioni, come Bryant, Jordan, LeBron, e anche quelli meno noti che hanno avuto un significato particolare. Il risultato che vedrete è merito anche di un lavoro straordinario della squadra Sky».

Un appuntamento immancabile, anche perché non ci sono progetti simili in futuro: «Potremmo fare una cosa del genere in un’occasione speciale – spiega Tranquillo -, ma non con regolarità. Federico ora preferisce fare altre cose, che gli piacciono più di questo lavoro». Ecco una piccola anteprima di quello che vedremo.

Flavio Tranquillo è uno dei personaggi di punta del numero 7 di Undici, in edicola dal 16 dicembre, in cui concede a Eleonora Barbieri una piacevole intervista.

Gli ultimi istanti della leggendaria gara 6 delle Nba Finals 1998, commentati da Buffa e Tranquillo.

Un’intervista che spazia nella sua carriera, dall’avvicinamento alla pallacanestro («Ho provato a giocare, ma ero così sfigato che qualcuno mi ha suggerito di fare l’arbitro») all’attualità. Sempre sorprendente, come quando individua la telecronaca che ricorda con più piacere: «Turchia-Islanda agli ultimi Europei: l’Islanda era già eliminata, la Turchia già qualificata, c’era appena stata Italia-Germania ed ero stanco, ancora sotto choc e dovevo fare la valigia, che è qualcosa che odio… Però ecco, è più importante dare qualcosa in una partita che non conta niente e che nessuno ricorda, il senso di questo lavoro è trovare una motivazione anche in una situazione così».

E sui campioni che calcano i parquet Nba, mostra una particolare predilezione per LeBron James. «È un giocatore che non c’è mai stato: così grosso, così forte, così attaccante, così difensore, tutto assieme. Ci sono stati alcuni che facevano le singole cose meglio di lui, ma un pacchetto così completo, per quel che ne capisco io, non c’è mai stato».

Un repertorio delle scoppiettanti telecronache del duo.

Di Federico Buffa, qualche tempo fa, il direttore di Undici Giuseppe De Bellis realizzò un’intervista-ritratto, che potete leggere qui. Se vi state chiedendo quando e come è avvenuto il primo incontro tra lui e Tranquillo, ecco cosa svela Buffa: «Un giorno in un campo vicino a via Lorenteggio si avvicina un ragazzo. Mi chiede: “Sei tu Buffa che fa le cronache dell’Olimpia? Ciao sono Flavio Tranquillo, studio alla Bocconi e se ti va, la prossima partita potrei venire a tenerti il quaderno con i punti”».

Sulla passione per l’Nba e gli States, il merito fu di un viaggio premio per la maturità in California: «Venivo dalla Milano degli anni Settanta. Diviso tra lo scetticismo e l’ammirazione per gli Stati Uniti. Arrivai in California e lo scetticismo finì». Al ritorno, scrisse il suo primo articolo per la rivista Superbasket: «Era il racconto della mia esperienza a Ucla».

Perciò, buona visione a tutti gli amanti dello sport, e del basket in particolare. Oggi Buffa e Tranquillo hanno un seguito enorme, quasi devoto, perché hanno portato in televisione un modo nuovo, coinvolgente, di raccontare lo sport. E c’è sempre qualcosa da affinare, come dice Tranquillo nell’intervista che ci ha concesso: «Il sogno è portare un certo approccio, un modo di allargare lo sguardo, che poi è quello di Buffa e di Pessina per esempio, a tutto il resto, quindi anche alle immagini e alla produzione, in modo che tutti siano conquistati dalla bellezza di questo gioco. Perché è difficile rendere tutto questo in tv, solo con le parole».