Da Diagne a Pogba: 85 anni di Francia multirazziale

Raoul Diagne è stato il primo calciatore nero ad indossare la casacca della nazionale francese. Oggi si festeggiano gli 85 anni dal suo debutto.

Quando Raoul Diagne fece la sua prima apparizione con la maglia della Francia era il 1931, l’evento dalla capitale importanza fu accolto da critiche e ostilità. Primo calciatore nero a rappresentare Les Bleus, Diagne vestì la casacca della Francia in un era completamente differente dall’attuale. Quello stesso anno il paese d’oltralpe ospitava una grande esibizione coloniale, in un momenti storico in cui i regimi militari cominciavano ad essere nuovamente in fermento. Prima di una storica gara contro la Cecoslovacchia, anche il sottosegretario di Stato alle Colonie espresse tutto il proprio disappunto: quell’uomo era Blaise Diagne, padre di Raoul e con l’aspirazione di vedere il proprio figlio percorrere la carriera militare o medica. Diagne senior si spinse a dire che non avrebbe mai messo piede in uno stadio.

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Mentre in Inghilterra la Football Association revocava la convocazione di Jack Leslie – calciatore del Plymouth – dopo essere venuta a conoscenza dell’etnia del calciatore, in Francia non si faceva nemmeno menzione del colore della pelle di Diagne. Michel Rossini, direttore del magazine Football, scrisse: «Diagne, che ha debuttato oggi per Les Tricolores, è stato assolutamente eccellente nella parte difensiva. In attacco, ha ancora molto da apprendere».  Un difensore puro più che un terzino, Digne è stato un difensore dal grandissimo atletismo – alto 187 cm – capace all’occorrenza di andare anche a rete.

Nato in Guyana nel 1910, dove il padre era assegnato al tempo, mosse i suoi primi passi nello Stade Francais all’età di 13 anni prima di spostarsi al Racing Club de Paris. Vinse un titolo di Francia nel 1935/36 e due coppe nazionali; collezionando in tutto 18 presenze con la nazionale francese e un’apparizione nella Coppa del Mondo del 1938. Voci del tempo lo vogliono altrettanto affascinante fuori dal campo: fumatore accanito, amante dei party spesso presente nella nightlife parigina, con un piacere intenso verso Montmartre. La leggenda vuole che sia stato visto girare per le strade di Parigi con un ghepardo al guinzaglio, «un regalo fatto a mio padre in Senegal» dirà, aggiungendo che: «Si chiamava rosso e non era per nulla aggressivo, ma dovetti darlo via quando cominciò a crescere».
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