Mixed zone

Abbiamo mescolato le squadre protagoniste degli ottavi di Champions di questa settimana: con quale formazione scenderebbero in campo?

Ottavi di Champions League, seconda tranche: tra martedì e mercoledì si gioca l’andata delle quattro partite restanti, tra cui quella della Juventus. Ma se ipotizzassimo una mescolanza tra le squadre rivali in questo turno, prendendo in considerazione i giocatori più forti o più rappresentativi, che cosa ne verrebbe fuori?

Juventus-Bayern

Precedenti: otto, quasi in parità, con una vittoria in più dei bavaresi (4-3). La Juventus, però, non batte il Bayern dal 2005, gara valida per la fase a gironi della Champions. Poi, due rovesci casalinghi amari, che costarono l’eliminazione in due edizioni differenti di CL: l’1-4 del 2009 e lo 0-2 del 2013. È anche in rapporto a quella sfida di tre anni fa che la Juventus vuole misurare le sue ambizioni: allora non ci fu storia, complice una Juve appena tornata nell’Europa dei grandi e un Bayern, allora guidato da Heynckes, praticamente perfetto, che infatti sollevò il trofeo nella finale con il Borussia Dortmund. Oggi, con una Juve a suo agio in Champions e un Bayern decimato in difesa, più un Guardiola già ai saluti, i valori sembrano più vicini.

Schieriamo la nostra formazione con un 4-2-3-1 spregiudicato, un po’ a immagine e somiglianza di una soluzione tattica che Guardiola ha più volte utilizzato in stagione. Questo per esaltare al meglio gli uomini d’attacco: se Robben staziona immancabilmente sulla destra, facendo valere le sue abilità di tiratore con il sinistro, gli altri due elementi della linea di trequarti, Dybala e Müller, si scambiano continuamente di posizione, lasciando ad Alaba, schierato terzino sinistro, la possibilità di spingere e affondare sulla fascia. Terminale offensivo Lewandowski, difficile trovare di meglio: 32 gol in 32 partite stagionali. A centrocampo ci poggiamo sull’equilibrio garantito da Xabi Alonso e sull’estro di Pogba, mentre in difesa ci affidiamo alla solidità dei bianconeri: Buffon-Barzagli-Bonucci a protezione, con Lahm, per i bavaresi, piazzato a destra.

Arsenal-Barcellona

Per creare la formazione mista di Arsenal e Barça, siamo obbligati a poggiarci sulla più mirabolante invenzione del calcio d’oggi: la MSN. In tre, hanno segnato 91 gol (41 Suárez, 27 Messi, 23 Neymar), cioè 30 in più (30, sì, non è un refuso) dell’Arsenal. Più di una volta, si è dibattuto in Spagna di come il Barça di Luis Enrique dipenda di più dagli interpreti offensivi di quanto fosse abituato con Guardiola. Ma, più che una scelta o un limite di Luis Enrique, la MSN-dipendenza è una conseguenza, e certo tutt’altro che spiacevole. Posto che quei tre davanti non si toccano, arretrando dovremmo mantenere grossomodo la fisionomia del Barcellona, con un 4-3-3 in cui aggiungiamo un pizzico di libertà tattica al centrocampo: sarebbe più saggio schierare Busquets a protezione della difesa, ma scatenando l’hype preferiamo avere un Özil più avanzato, ad aggiungere ulteriore potenza di fuoco alla MSN: il tedesco è infatti il miglior assistman dei migliori campionati europei, con 17. Iniesta e Ramsey completerebbero il centrocampo. Se la difesa a quattro è interamente di marca blaugrana, la porta la affidiamo a Petr Cech, un incubo per Messi: l’argentino non gli ha mai fatto gol in sei precedenti, per un totale di 474 minuti. Nessun portiere ha resistito così tanto contro la Pulce.

Dinamo Kiev-Manchester City

Dinamo Kiev-Manchester City - Football tactics and formations

In questo caso abbiamo fatto galoppare la fantasia a briglia sciolta, immaginandoci un arrogante 3-4-3: un po’ perché i terzini sono i punti deboli delle due squadre, un po’ perché lo suggerivano le caratteristiche dei giocatori più in vista. Per evitare guai dietro, abbiamo scelto una difesa arcigna: Dragovic, Kompany e Otamendi, tre caratterini non proprio malleabili. In porta abbiamo voluto Shovkovsky per il fatto di rappresentare, da oltre 20 anni, la Dinamo Kiev tra i pali. A 40 anni e 341 giorni, è il terzo giocatore più anziano di sempre a scendere in campo in una partita di Champions League, dietro altri due portieri: Ballotta (Lazio, 43 anni e 253 giorni) e Schwarzer (Chelsea, 41 anni e 206 giorni). A centrocampo, da play, una vecchia conoscenza del calcio italiano, quel Miguel Veloso che a Genova ha lasciato tracce sporadiche in campo, ma più consistenti nella vita privata (è sposato con la figlia di Enrico Preziosi). Fernandinho e Touré per assicurare corsa e prestanza fisica, Sterling (già tre gol in Champions) tra le linee per creare scompiglio. Attacco mobile e tecnico: Agüero terminale offensivo, accompagnato sulle fasce da due giocatori abilissimi a saltare l’uomo come Silva e Yarmolenko.

Psv-Atlético Madrid

Psv-Atletico - Football tactics and formations

Per Psv e Atlético Madrid adottiamo un modulo, il 4-3-3, che sarebbe gradito ai due allenatori, Simeone e Cocu. In difesa numeri, prestazioni e quant’altro ci consigliano di seguire pedissequamente la strategia dei colchoneros: 11 reti subite in campionato, recordman in Europa con il Bayern Monaco. Perciò, davanti a Oblak, l’inossidabile coppia uruguaiana Godín-Giménez, più Filipe Luis, tornato a sprintare sulla fascia sinistra dei madrileni dopo la parentesi londinese. A destra, a intrufolarsi nel sistema difensivo dell’Atlético, il colombiano del Psv Santiago Arias, protagonista di una discreta crescita durante gli anni olandesi. Centrocampo tosto e fisico: Gabi vertice basso di un triangolo dove gli altri due estremi sono l’immarcescibile Guardado e l’emergente Popper: in Eredivisie, il primo ha collezionato 8 assist (più 2,8 passaggi chiave a partita, secondo nella graduatoria generale), il secondo 7 gol. In attacco, sugli esterni, due giocatori difficilmente controllabili: il 22enne Locadia – 10 gol e 11 assist – e Griezmann, 19 gol stagionali, sempre più trascinatore dell’Atlético a fronte delle difficoltà di Torres e Vietto. Perciò, più che un attaccante colchonero, la maglia numero 9 va a Luuk de Jong, capace di segnare 23 gol in stagione.

 

Nell’immagine in evidenza, Paul Pogba attorniato da alcuni giocatori del Barcellona nella finale 2015 di Champions League.  Laurence Griffiths/Getty Images