Il calcio del futuro

Come saranno i calciatori nel 2040, quando l'intelligenza artificiale avrà il dominio e l'età anagrafica sarà scomparsa del tutto?

Storicamente parlando, la tecnologia ha sempre avuto un grosso impatto sul mondo dello sport. Dall’introduzione dell’ hawk-eye nel tennis, fino all’invenzione del driver in titanio nel golf, la scienza ha riprodotto una serie di miglioramenti significativi sull’ambiente sportivo, cambiandolo alle volte in maniera radicale. Nel passaggio verso un futuro dove tutto sarà tecnologicamente indotto, con ad esempio la presenza di esseri umani ingegnerizzati, c’è la possibilità che lo sport possa diventare in qualche modo obsoleto. Esempi come quello di Moneyball o della gol line technology possono tornare utili come recenti di ammodernamento, ma nel complesso lo sport è stato estremamente lento nell’accettare l’introduzione di nuove idee. Certo alcune tecnologie hanno rappresentato una forma di progresso per il mondo del calcio, ma come sarà quando avremo a che fare con ibridi umani migliorati bio-medicamente? Sopravviverà lo sport che conosciamo ad un’onda di atleti senza età?

Starete ripensando ad Higlander e che questo tipo di futuro calciatore indistruttibile non vi convince. Ma il sogno sci-fi degli anni ’80 sta rapidamente diventando la realtà del ventunesimo secolo. Il concetto di eternità sta diventando sempre più una possibilità chiara e ben distinta, almeno secondo il gerontologo inglese Aubrey De Grey. De Grey si è guadagnato lo status di guru negli ultimi anni per aver predetto lo sviluppo degli studi sull’estensione della vita umana. Capo della Fondazione Sens, l’opera di De Grey è dedicata allo studio del problema dell’invecchiamento, guardando ad alcune delle sue recenti scoperte sarebbe in grado di rimettere i capelli sulla testa di Alan Shearer. Con l’obiettivo di sradicare la morte per invecchiamento, De Grey e il suo team hanno studiato e attuato una serie di procedure volte a prevenire le malattie legate all’età, come il Parkinson. Gran parte del lavoro è fatto a livello cellulare, come, ad esempio, la prevenzione delle mutazioni nei nostri mitocondri.

TO GO WITH AFP STORY BY LAURENT BANGUET - Robots play football at the LABRI Laboratory (computer science research center) in Bordeaux on July 3, 2015. These robots will defend the colors of France in the next World Robotics competition 'RoboCup' , held in China from July 19 to 23. AFP PHOTO / JEAN PIERRE MULLER (Photo credit should read JEAN-PIERRE MULLER/AFP/Getty Images)

I mitocondri sono i componenti interni alle nostre cellule che servono per la creazione di energia. Quando mutano, cosa che avviene più spesso negli anziani, la creazione di energia viene inibita, contribuendo così al processo di invecchiamento. In parole povere, il metodo di De Grey consiste nel sostituire le cellule che non vogliono sostituirsi da sole, distruggendo le cellule che non vogliono morire quando dovrebbero, ed espellendo tutto il sottoprodotto che il corpo non ha ancora imparato ad espellere da solo. Le teorie di De Grey, come scrive The Set Pieces, potrebbero già essere realtà nei prossimi anni, investendo le nostre vite. Esistono esperimenti che hanno già portato a consistenti estensioni del 30% della vita di roditori da laboratorio. Questo significa, a quanto afferma De Grey, che la prima persona a vivere fino a mille anni potrebbe essere viva già ora. Pensate al vostro campione preferito che continua a vivere per sempre, solcando campi che mutano nella forma ma che cambiano mai interpreti.

Naturalmente il rischio è che se queste terapie saranno realmente funzionanti, e disponibili in cinquant’anni, saranno probabilmente accessibili solo ai membri della società più abbienti. Se la Premier League continuerà a crescere a questa velocità, il valore del Norwich City rivaleggerà presto con il PIL delle maggiori nazioni europee. Pensate a società di calcio ricchissime, boss oligarchi e un gusto per l’immortalità come obiettivo di mercato. Basta spendere cifre folli ogni sessione di mercato, si scelgono degli obiettivi da far vivere il più a lungo possibile e basta. Potremmo trovarci di fronte a decadi e decadi di Messi in forma smagliante, con Dybala sempre bellissimo, con il fisico asciutto e i mitocondri ben puliti e funzionanti. Campioni sempre splendidi e in forma, capaci di dribblare senza sosta per anni e anni, affinando alla perfezione una tecnica già superiore alla media. Certo, avremmo anche calciatori mediocri sempre in campo e una stampa che guerreggia contro la mancata crescita dei giovani dei vivai. Ma sarebbero tutti giovani per sempre: pensate a che cortocircuito! Giornali che non sanno più che pesci prendere, senza titoli sulla mancanza di ricambio nel calcio e sempre gli stessi strilli a tornare ciclicamente. I tifosi depressi e sfiniti da un costante ritorno degli stessi giocatori ogni volta, senza alcuna gioia del ricambio che ci anima in ogni sessione di mercato.

TO GO WITH AFP STORY BY LAURENT BANGUET - Robots play football at the LABRI Laboratory (computer science research center) in Bordeaux on July 3, 2015. These robots will defend the colors of France in the next World Robotics competition 'RoboCup' , held in China from July 19 to 23. AFP PHOTO / JEAN PIERRE MULLER (Photo credit should read JEAN-PIERRE MULLER/AFP/Getty Images)

E non si tratta solo di una questione di uomini dall’età indefinita e potenzialmente senza fine. Il 2040 è l’anno in cui viene stimato che la scienza riuscirà a creare l’intelligenza artificiale. Con la nanotecnologia pronta a creare un esercito di calciatori senza possibilità di infortunio. Non sappiamo quale destino attenda il calcio al di là della singolarità di questi studi, ma in un mondo in cui l’intelligenza biologica è sempre più insignificante, l’umanità del calcio sarebbe più importante che mai. Pensate al Midtjylland, potrebbe costruirsi un manager replicante dall’intelligenza artificiale capace di scovare le combinazioni perfette per una squadra imbattibile e immortale. Pensate al delirio di due rivoluzioni del genere che si integrano, creando il primo über-calciatore della storia.

Giocatori senza età, indistruttibili,privi di qualsiasi emozione regalata dallo sport. Un miglioramento tecnico collettivo, talmente sorprendente e trasversale da non avere quasi senso. Mentre un drone inquadra uno stadio che fluttua nell’aria, con all’interno migliaia di spettatori, ologrammi che urlano verso un campo di erba sintetica ultra-integrata, capace di mappare i movimenti dei calciatori definendone i movimenti nello spazio e nel tempo, uno spettatore è seduto sul proprio divano a guardare degli umanoidi correre dietro ad una sfera che moltiplica le direzioni in un viaggio quasi enigmatico. Noi sdoppiati tra casa e campo siamo al tempo stesso spettatori da pay-tv ed immagine irreale che sta vedendo Messi e Ronaldo battersi ancora una volta in una sfida per chi prenderà il comando della terra. L’argentino ha gambe d’acciaio ed è cresciuto di qualche centimetro, il portoghese continua a muoversi come una macchina perfetta, quello che, infondo, è sempre stato.

Nelle immagini robots che giocano a calcio ai Laboratori LABRI di Bordeaux (foto di JEAN-PIERRE MULLER/AFP/Getty Images)