Superguida alla Mls 2016

Tutte le squadre, i migliori giocatori, gli obiettivi, le storie e i video: tutto quello che c'è da sapere sul soccer del 2016.

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Il D-Day della Mls è arrivato: il 6 marzo comincia la regular season della massima lega americana di calcio. Tutti a caccia dei Portland Timbers, campioni della passata stagione: 20 squadre al via, divise equamente tra Eastern e Western Conference, per ogni Conference le prime sei vanno ai playoff. Chi sono i favoriti del 2016? I giocatori più attesi? Le storie più interessanti? Le risposte nella nostra guida, squadra per squadra.

Eastern Conference

Chicago Fire

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Le speranze sono nulle, o quasi. I Chicago Fire sono una delle squadre più deboli dell’intera lega. L’unico aspetto di interesse è la scelta del mister, quel Veljko Paunovic capace di vincere il Mondiale Under 20 con la Nazionale serba. Voluto fortemente da un altro nuovo volto del club, il direttore sportivo Nelson Rodriguez. Segno di una profonda ristrutturazione in seno alla società, dopo il disastro degli ultimi anni: penultimi nella propria Conference due anni fa, ultimi lo scorso anno. Chicago manca dalla postseason dal 2012, e non andò benissimo nemmeno allora. Non bastassero i risultati scadenti — anche se le 16.000 presenze al Toyota Park sono rimaste stabili negli ultimi anni -, i tifosi hanno dovuto mandare giù un altro boccone amaro: la cessione a Montreal dell’idolo di casa Harry Shipp. Il percorso inverso, dal Canada a Chicago, lo ha fatto Gilberto, attaccante 26enne con buoni numeri realizzativi nella prima stagione in Illinois: un gol ogni due partite.

La stella

Nella squadra che un tempo fu di Cuauhtémoc Blanco, non ci sono grossi nomi: le speranze si poggiano in larga parte su David Accam, attaccante ghanese, che dopo un girovagare poco proficuo in Svezia ha mostrato una discreta qualità sotto rete in Mls, dove ha chiuso il primo anno con 10 reti: a lui il compito di concretizzare il gioco a pochi tocchi e ad alto ritmo di Paunovic.

Nella storia

Una delle squadre storiche della Mls, fondata nel 1997 e vincitore del torneo l’anno dopo. Altre due finali, stavolta perse, nel 2000 e nel 2003. Fino al 2009, erano tra le squadre regolarmente invitate al ballo di fine anno: dal 2005 al 2009, quattro volte su cinque Chicago è stata finalista di Conference.

Columbus Crew

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Mettiamola così: se fossimo in Italia, sarebbe un’ex provinciale. Una scalata irresistibile che la porta a presentarsi, alla vigilia dell’inizio del torneo, come una seria candidata alla vittoria finale. Una trasformazione cominciata ai piani alti, con l’arrivo del nuovo proprietario Anthony Precourt, che ha cambiato il logo del club e ha in mente un nuovo stadio per la squadra. Ambizioni legittimate da un’ultima stagione quasi perfetta: solo Portland ha fermato la corsa di Columbus in finale, dove era arrivata guadagnandosi gli scalpi prestigiosi di Montreal e dei New York Red Bulls. Punto di forza l’attacco, tre nomi su tutti: Kei Kamara, capocannoniere lo scorso anno con Sebastian Giovinco, Federico Higuaín, fratello di Gonzalo, e Justin Meram. E poi, in panchina, una specie di santone da queste parti: Gregg Berhalter, che in Europa ha vissuto discreti anni da giocatore in Olanda e Germania.

La stella

Nell’anno in cui in Mls è arrivato un alieno come Sebastian Giovinco, soltanto Kei Kamara è riuscito a tenere il suo passo, condividendo con l’ex juventino il primato in classifica capocannonieri con 22 gol in 32 partite di regular season. Un’esplosione inattesa per un 31enne mai troppo vorace in zona gol, con una carriera quasi interamente spesa negli States.

Nella storia

È una delle franchigie più antiche della Mls, fondata nel 1994, ma non ha mai avuto grande blasone: tolto l’exploit del 2008, chiuso con un’epica finale vinta contro i NY Red Bulls, negli anni di sviluppo della Mls più di una volta è rimasta fuori dai playoff. Trend invertito negli ultimi anni, con buoni risultati sin dalla regular season: secondo posto a Est l’anno scorso, terza piazza due stagioni fa.

D.C. United

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Tutto lascia intendere che per il D.C. United, squadra tra i cui proprietari figura anche Erick Thohir, si tratterà di un anno di transizione. La seconda società più titolata degli Usa (4 Mls vinte, una solo in meno rispetto ai LA Galaxy) sembra aver smarrito la propria identità vincente: quest’anno persino la postseason sembra in bilico, e l’ultima stagione non ha lanciato segnali incoraggianti (una doppia sconfitta piuttosto netta nei playoff contro i rivali dei NY Red Bulls). Alla base dei magri risultati, il blackout sulla questione nuovo stadio: i lavori per la costruzione di un nuovo impianto erano stati annunciati nel 2006, ma le prime schiarite sono arrivate solo negli ultimi mesi. Il tutto ha spostato l’attenzione dalla squadra, raffazzonata con veterani della Mls o giocatori a basso costo. L’unico acuto dal mercato è arrivato con l’arrivo del ’94 Luciano Acosta, ex Boca Juniors ed Estudiantes. Si parla un gran bene anche di Julian Büscher, centrocampista classe ’93 passato dalle Under tedesche.

La stella

Fabián Espíndola è il classico giocatore talento e follia, piuttosto incostante e capace di cose da far disperare i suoi allenatori (ai tempi del Real Salt Lake si infortunò esultando, otto settimane di stop. E il gol non era manco valido). Perciò il vero motore della squadra sta tra i pali: Bill Hamid ha trascorso tutta la sua carriera a Washington, meritandosi la fiducia del club e pure qualche convocazione con la Nazionale Usa.

Nella storia

Come detto, il D.C. United ha vinto la Mls per ben 4 volte. Non solo: nella bacheca del club figurano anche una Concacaf Champions League (1998, unica squadra degli States con i Galaxy ad averla vinta), una Copa Interamericana, e ancora in campo nazionale tre Us Open Cup.

Montreal Impact

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È rimasto Didier Drogba, e non si può non partire da qui. L’ex Chelsea è l’uomo delle speranze per i canadesi, il club del patron bolognese Joey Saputo. Montreal è una squadra relativamente giovane, al quinto anno di Mls, al primo in cui può dirsi davvero a caccia di conferme, dopo il buonissimo terzo posto a Est l’anno scorso seguito dall’approdo alle semifinali di Conference – in cui si è tolta pure la soddisfazione di eliminare i rivali di Toronto. E il salto di qualità è arrivato proprio con Drogba: uno score personale da 12 reti in 14 partite, 11 su 11 se si conta solo la regular season. A ciò si aggiungano gli arrivi di Harry Shipp da Chicago, dell’attaccante Johan Venegas e dell’interessante Lucas Ontivero dal Galatasaray, in prestito. E poi, due vecchie conoscenze della Serie A come Marco Donadel e l’ex Lecce Ignacio Piatti. Montreal si presenta agguerrita.

La stella

Drogba, senza aggiungere altro. Montreal ha cambiato faccia con l’arrivo dell’ivoriano: ora è una squadra ambiziosa, che fa paura a tutti i competitor. Uno che in un derby contro Toronto segna due volte di tacco in due minuti, beh, è semplicemente di un altro pianeta.

Nella storia

Montreal sbarca nella Mls nel 2012, ma la squadra esiste sin dal 1992. Da sempre feudo della famiglia Saputo – lo stadio, infatti porta il nome dei proprietari -, ha giocato i primi anni, quando ancora non c’era la Mls, nell’American Professional Soccer League, per poi girovagare tra leghe minori, tra cui la Nasl. Il miglior risultato sono le semifinali di Conference dello scorso anno.

New England Revolution

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Le quotazioni dei New England Revolution sono in netto ribasso: tutta colpa della stella Jermaine Jones, che ha lasciato la squadra a fine anno. Vista così, la stagione del New England assume contorni molto nebulosi: questa rischia di essere una stagione di transizione, non granché divertente per tifosi abituati a vedere la propria squadra arrivare fino in finale di Mls (2002, 2005, 2006, 2007, 2014). Non bastassero premesse non elettrizzanti, l’arrivo di maggior interesse, l’ivoriano Xavier Kouassi, rimarrà fuori per molti mesi per un infortunio al ginocchio destro. Sambinha dallo Sporting Lisbona, destinato a far coppia con il portoghese José Gonçalves, sembra una buona intuizione, ma l’impressione complessiva, corroborata da un parco giocatori non di alto livello, è che sarà molto dura farsi strada.

La stella

Lee Nguyen, colonna della squadra dal 2012. Centrocampista dalla spiccata creatività, capace di assistere in ogni modo i compagni di squadra (otto in tutto nella passata stagione). Texano, non ha mai sfondato in Europa: al Psv Eindhoven ha trascorso tre anni riuscendo a scendere in campo solo una volta. Prima dei Revolution, ha giocato due anni in Vietnam.

Nella storia

Fondata nel 1995, è il punto di riferimento calcistico del Massachusetts, e quindi di Boston. A capo della società Robert Kraft, proprietario dei Patriots della Nfl. New England non ha mai vinto la Mls, pur andandoci molto vicino in più di un’occasione: finalista in cinque edizioni, eliminata subito nella postseason l’anno scorso.

New York City Fc

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Vieira in panchina, Pirlo, Lampard e Villa in campo. Il New York City probabilmente vince la sfida tra le squadre da seguire con più interesse, e l’hashtag #WeAreOne impazza un po’ ovunque. Ma la realtà del campo può essere ben diversa, e il primo anno in Mls l’ha dimostrato: magro ottavo posto (su dieci) nella Eastern Conference e dunque fuori dalla postseason. A New York continuava a girar voce che il vecchio allenatore Jason Kreis fosse incapace nel gestire i grandi nomi e avesse difficoltà a stabilire persino un rapporto diretto con loro: ecco spiegato l’arrivo in panchina di Patrick Vieira, che il ruolo da mister l’ha sperimentato con le riserve del Manchester City (la squadra a cui è affiliata il Nycfc). La rosa, al tempo stesso, ha avuto un discreto perfezionamento, con gli arrivi di due calciatori promettenti come Frédéric Brillant dall’Oostende e il giovane Federico Bravo in prestito dal Boca Juniors. Più il diciannovenne Jack Harrison, per sette anni nell’Academy del Manchester Utd, scelta numero uno del Superdraft.

La stella

Come avrete capito, c’è l’imbarazzo della scelta. Il più atteso è Andrea Pirlo: l’anno scorso ha giocato in pantofole, e mezza New York si è messa a mugugnare. Tredici presenze tutt’altro che memorabili: sta a Vieira riportare Pirlo a buoni livelli, e l’avvicinarsi dell’Europeo è uno stimolo già convincente. E recentemente, al New York Times, l’ex juventino ha detto di stare benissimo nella Grande Mela.

Nella storia

Una delle franchigie più giovani: questa al via sarà la seconda stagione per la squadra. Come detto, il club è nato sotto l’ala protettrice del Manchester City: il CEO della squadra, Ferran Soriano, è lo stesso dei Citizens. Lo stadio di casa ha un discreto fascino: il Yankee Stadium, utilizzato anche per gli Yankees del baseball.

New York Red Bulls

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I NY Red Bulls sono gli eterni incompiuti: mai vinta la Mls, nonostante, negli ultimi sei anni, tre volte abbiano chiuso da capoclassifica a Est nella regular season. Annata scorsa compresa, e poi, a un passo dalla finale, la sconfitta contro Columbus. Quest’anno si presentano come, se non gli assoluti favoriti, tra i candidati più credibili. Nonostante il grande botto di mercato – al contrario – della Mls: la partenza della stellina Matt Miazga, finito al Chelsea per 5 milioni di dollari, pilastro dell’ultima difesa newyorchese. Gideon Baah, il sostituto, non è esattamente la stessa cosa. Il prolungamento dei contratti di giocatori simbolo come Luis Robles, Lloyd Sam e Dax McCarty è una grossa ipoteca per il futuro. A ispirare, Gonzalo Verón, ex San Lorenzo.

La stella

Più che Shaun Wright-Phillips, il nome più noto (ex Chelsea e Manchester City), suo fratello Bradley: a New York dal 2013, capace di tenere una media di 0,67 gol a partita (50 in 74 presenze). 27 gol due anni fa, 17 lo scorso: altri numeri rispetto agli anni inglesi, eccezion fatta per una stagione da 22 centri con il Charlton nel 2012.

Nella storia

Ma quando vinceranno i New York Red Bulls? Da Donadoni, quando ancora si chiamavano Metrostars, a Henry, la franchigia non ha mai vinto la Mls. Dal 2006 sono noti come Red Bulls. Una sola finale, nel 2008, persa contro Columbus. Due volte in semifinale negli ultimi due anni, sempre ai quarti nei precedenti quattro.

Orlando City

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Il 2015 è stato l’anno del debutto degli Orlando City in Mls. Nonostante non siano riusciti ad entrare nei play-off non si può parlare di stagione completamente fallimentare per la franchigia della Florida. In fondo, proprio il ruolo di newcomer, oltre ad una serie pressoché infinita di infortuni, serve a parziale giustificazione dell’annata non eccezionale. Orlando ha appena integrato nel proprio roster Antonio Nocerino, il centrocampista ex Milan si integra in una rosa che prevede tre Designated Player, oltre a Kakà e l’honduregno Bryan Róchez nella rosa dei viola di Orlando c’è anche Carlos Rivas, attaccante colombiano da 27 presenze e nessuna rete nello scorso campionato. Darwin Ceren e Cyle Larin completano il quadro dei giocatori fondamentali per il team dell’Est, l’obiettivo per il 2016 è l’accesso ai play-off.

La stella

Alla soglia dei 34 anni Ricardo Kaká è ancora nel giro della Nazionale brasiliana: Dunga ha convocato il ragazzo di Gama per le prossime sfide di qualificazione al Mondiale della Seleção, contro Uruguay e Paraguay. Questo per dire che nonostante il tempo scorra anche per lui, quell’eterno viso da ragazzino è innestato su di un corpo che gli permette ancora di scattare in questo modo.

Nella storia

Nell’ottobre 2010 Phil Rawlins, uomo d’affari inglese già nel board dello Stoke City, acquisisce i diritti della franchigia degli Orlando Pro Soccer. Il già proprietario degli Austin Aztex FC, annunciò di voler riportare la franchigia in Major League entro 5 anni. Mantenendo alcuni tasselli dell’esperienza texana (come l’allenatore Adrian Heath), Rawlins è riuscito nell’intento iniziale. Lo scorso campionato è stato il primo in Mls. 

Philadelphia Union

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Un logo e dei colori anonimi, l’attacco peggiore ad Est e uno dei peggiori di tutta la Mls, e la nomea di squadra più noiosa di tutta la lega. Salvata, in qualche modo, da Tranquillo Barnetta. Pur con gli arrivi di Ilsinho (qualcuno lo ricorderà allo Shakhtar) e del veterano Chris Pontius, resta l’ex Leverkusen la cosa più interessante di una franchigia che lo scorso anno ha fatto meglio soltanto dei Chicago Fire. Ah, hanno appena ingaggiato Roland Alberg, olandese classe novanta proveniente da quel disastro che risponde al nome di Ado Den Haag. Da tenere d’occhio.

La stella

Un gol al 92° minuto di un Rangers-Celtic 2010 è il massimo dell’iridescenza raggiunta in carriera da Maurice Edu. Il centrocampista statunitense conta 96 presenze in maglia Gers, oltre a 45 caps con la Nazionale a stelle e strisce. La fisicità del centrocampista di origini ghanesi è fondamentale nell’economia di una squadra in cerca d’identità. Eric Ayuk potrebbe rappresentare, invece, l’astro nascente del team.

Nella storia

Il massimo risultato è una semifinale di Conference datata 2011, oltre a due finali di U.S Open Cup e pochissimo altro. Una delle poche note storiche di rilievo è aver avuto tra le proprie fila Faryd Mondragón, mentre il record man praticamente indiscusso è Sébastien Le Toux, attaccante francese che dopo due stagioni al Lorient si è trasferito negli States già nel 2007.

Toronto Fc

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Dal 2007, anno in cui la franchigia canadese ha debuttato nella Mls, Toronto ha rappresentato un enigma costante. Senza mai essere riusciti a raggiungere i play-off negli anni precedenti, i canadesi hanno ottenuto l’accesso ai knock-out round nella scorsa stagione, eliminati al primo turno dai conterranei Montréal Impact. Con Giovinco in grande spolvero sin dalla pre-season, il roster è completato dagli altri Designated Player: Jozy Altidore e Michael Bradley. Restano grossi interrogativi sulle qualità difensive dei canadesi, lo scorso anno una delle peggiori retroguardie dell’intera lega.

La stella

Sebastian Giovinco, senza alcun dubbio, è arrivato in Mls prendendosi la scena. I nordamericani sono impazziti per le giocate della formica atomica elevandolo a livello di star globale, cosa che non gli era riuscita fino ad ora nella carriera altalenante degli scorsi anni. Apparso già in formissima nella pre-season, è uno dei candidati al premio finale di Mvp della stagione, endorsato anche da Steven Gerrard che lo ha definito “un fenomeno”.

Nella storia

Quattro Canadian Championship tra il 2009 e il 2012, quando la competizione era prevalentemente a 3 squadre, ora divenute 5. Nel 2011 è arrivata una semifinale di Concacaf persa contro il Santos Laguna.

Western Conference

Colorado Rapids

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Peggio dei Rapids nel 2015 hanno fatto soltanto i Chicago Fire. I Rapids sono stati campioni Mls nel 2010 (in squadra anche Claudio el piojo López), nel 2013 Oscar Pareja portò una squadra di giovani sorprese fino ai play-off. Dall’arrivo di Pablo Mastroeni, veterano della lega ed ex campione della Mls proprio con Colorado, le cose sono andate male. L’annata che sta per cominciare si preannuncia non molto differente rispetto alle ultime.

La stella

Il giocatore chiave dei Rapids è Shkelzen Gash, centrocampista svizzero naturalizzato albanese, ha vissuto tra Grasshopper e Basilea le proprie annate migliori. Ottime capacità realizzative, ha segnato 19 reti nel 2013/14, vincitore di 2 campionati svizzeri e del titolo di miglior giocatore della Super League svizzera nel 2014.

Nella storia

Sono uno dei 10 club presenti in Mls sin dalla stagione inaugurale. Vincitori nel 2010, vice-campioni nel ’97, non hanno raggiunto altri grossi traguardi. Anche in Concacaf Champions League il cammino non è mai stato esaltante.

Fc Dallas

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La squadra che ha dominato nella scorsa Western Conference, arrivando in semifinale per essere poi eliminata dai Portland Timbers futuri campioni della Mls. Piccola enclave sudamericana all’interno della lega, l’obiettivo è migliorare quanto fatto la scorsa stagione cercando di conquistare il titolo. Con Oscar Pareja in panchina, la squadra ha mostrato uno splendido calcio collettivo, hanno esperienza sufficiente per poter contendere il titolo quest’anno. Sarà fondamentale scoprire se il supporting cast, formato da una masnada di giovani in crescita riuscirà ad integrarsi in uno dei migliori collettivi della lega.

La stella

Verrebbe da dire il collettivo, tale è l’importanza che riveste il gruppo per mister Pareja. Ma l’argentino Mauro Díaz ha rappresentato un vero e proprio fattore nella scorsa stagione di Dallas. Cresciuto nelle fila del River Plate, Díaz è un playmaker dalle spiccate doti creative, capace nella scorsa stagione di mettere insieme 8 reti e 10 assist in 24 gare (molte delle quali giocate non al meglio). Nel 2016 potrebbe contendere per il titolo di Mvp della lega.

Nella storia

Un tempo chiamata Dallas Burn, la franchigia texana è tra i 10 team fondatori della Mls. Vice campioni nel 2010 quando a vincere furono i Colorado Rapids, due volte primi a Ovest, campioni della U.s Open Cup nella sua prima edizione, non sono mai stati veramente competitivi in Concacaf Champions’ League.

Houston Dynamo

 

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Un 2015 anonimo e fuori dai play-off, un allenatore debuttante come head coach in Mls. Grossi cambiamenti nella offseason, con l’addio del capitano di lungo corso Brad Davis e l’arrivo di Cristian Maidana e Andrew Wenger. È soprattutto sul primo che si concentrano le speranze per la nuova stagione. Coyle dovrà dare nuova forma alla squadra, cercando di creare l’identità che è mancata nella scorsa stagione e cercando di tornare ai fasti di metà anni zero.

La stella

Maidana è stato acquistato per rinforzare il comparto creativo di Houston, una squadra fisica ma carente in fatto di qualità del gioco. El Chaco, dalla provincia Argentina dove è nato, ha cambiato nove club in dieci anni. Passato rapidamente anche da Spagna e Russia, Owen Coyle spera che l’ala argentina porti in dote con sé il quantitativo di assist necessario a far sì che Will Bruin viva una nuova stagione di grazie. 

Nella storia

Due titoli Mls nel 2006 e nel 2007, vicecampioni nel 2011 e nel 2012, vincitori della regular season nel 2008. Vantano anche una semifinale di Concacaf Champions League nel 2007.

Los Angeles Galaxy

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Uno dei club più titolati e influenti della lega. Tutto quello che è stato fatto questo inverno è da imputare ad un 2015 al di sotto dei proprio standard. L’allenatore e general manager, Bruce Arena – vero e proprio decano del calcio statunitense ed ex coach della nazionale -, ha rinnovato la squadra integrando ai vari Gerrard, Robbie Keane, Giovani dos Santos e Gyasi Zardes, gente del calibro di Ashley Cole e Nigel de Jong. A rinforzare ulteriormente il reparto difensivo è arrivato anche il difensore belga Jelle van Damme, giocatore esperto e con diverse apparizioni in nazionale. Resta qualche dubbio sull’effettiva affidabilità di una rosa infarcita di ultra-trentenni, esperienza sì ma quanta garra avranno ancora? Sarà fondamentale capire quanto influirà la perdita di due giocatori come Juninho e Omar Gonzalez.

La stella

In una squadra infarcita di giocatori dal passato scintillante sembrerà assurdo inserire Nigel de Jong nel ruolo di uomo chiave. Ma è esattamente così. L’acquisto dell’ex Milan, insieme al rinforzo difensivo rappresentato da van Damme, serve a dare maggiore equilibrio e solidità ad un reparto arretrato che ha rappresentato un grosso punto debole della formazione californiana. De Jong si è presentato così al pubblico americano, dando sfoggio della sua consueta aggressività: ai Galaxy servirà.

Nella storia

Il palmarès è luculliano: 5 volte campioni della lega, vicecampioni altre quattro, 1 Concacaf Champions League, 2 U.S. Open Cup e 8 volte vincitori di Conference e della Regular Season. In quattro occasioni vincitori della Supporter’s Shield, trofeo assegnato alla squadra con il miglior record stagionale.

Portland Timbers

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Sono i campioni in carica di Mls, avendo battuto in finale il Columbus Crew. È la prima volta che succede, ed è successo nell quarantesimo anniversario della franchigia Timbers, un conto comprensivo di Nasl e anni di shutdown. Lo scorso anno iniziò piuttosto male, con 3 vittorie nelle prime 12 partite, e andò migliorando verso la fine della regular season, per poi esplodere nei playoff grazie ai gol di Fanendo Adi. In difesa il giovanissimo giamaicano (1994) Alvas Powell è una risorsa notevole, e a centrocampo è stato utilissimo l’inglese Liam Ridgewell, ex bandiera di Wba e Birmingham. Diego Valeri, ex Lanús, Porto e nazionale argentino, è la miglior risorsa in mezzo al campo.

La stella

Diego Valeri: per un centrocampista, 25 reti in 98 partite di Major League Soccer sono un record raro e un apporto fondamentale alla squadra. Non è un caso che la scorsa stagione il peggior periodo per i Timbers coincise con la sua assenza, per poi ribaltare le sorti del campionato una volta rientrato in squadra. Ha piedi finissimi e un gran tiro dalla distanza.

Nella storia

La prima stagione in Nasl risale al 1975. Nel 1985 si trasformarono in Fc Portland, per cinque anni. Tornarono “Timbers” nel 2001. Non sono una delle franchigie più vincenti della Mls: su cinque campionati disputati, per tre volte non sono riusciti ad arrivare ai Playoff. Ma nel 2015 si sono tolti una grande soddisfazione: sono diventati la prima squadra della “Cascadia rivalry” (Seattle, Portland e Vancouver) a vincere il trofeo.

Real Salt Lake

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Una delle formazioni storicamente migliori del Nord America che non sta attraversando un periodo felice. Per la prima volta dal 2007, lo scorso anno il Real non si è qualificato ai playoff. Ha vinto la Mls nel 2009 ed è arrivato secondo nel 2013. Nel 2011 sono stati l’unica – finora – squadra statunitense a raggiungere la finale della Champions League Concacaf. Un ottimo nuovo acquisto, arrivato verso la fine della scorsa stagione, è Juan Manuel Martínez, ex Boca e nazionale argentino. Kyle Beckerman, veterano nazionale Usa e per 5 volte nominato nell’All Star del campionato, è una risorsa sicura nonostante l’età. È tornato come Designated Player l’armeno Yura Movsisyan, che aveva già giocato da queste parti dal 2007 al 2009, che dopo buone stagioni allo Spartak Mosca può incidere sul peso offensivo del Salt Lake.

La stella

Juan Manuel Martínez ha superato i trent’anni, e gli anni migliori del Vélez e Boca sono andati. Tuttavia, per un agile numero 7 abituato alla rudezza del campionato argentino, la Mls e i suoi spazi più ampi potrebbero essere la miglior situazione per esprimere le sue caratteristiche funamboliche.

Nella storia

La storia della franchigia, rispetto ai club che parteciparono alle prime fasi del calcio negli Usa, è recente. La finale di Concacaf Champions League raggiunta nel 2011, tuttavia, è un grande orgoglio per il club: la stagione iniziò con tre vittorie nel girone iniziale (contro Cruz Azul, l’Arabe Unido di Panama e il Toronto Fc), per poi battere il Columbus Crew ai quarti e Saprissa in semifinale. La finale fu combattuta, e il Monterrey riuscì a prevalere con un complessivo 3-2.

San José Earthquakes

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Arrivati a un filo dai playoff lo scorso anno a causa di una continuità mai trovata (se non nelle sconfitte: quattro di fila nel mese di luglio). Emeghara non è riuscito a incidere sull’attacco della squadra, lasciato in mano al solo e solito Wondolowski. La difesa se l’è cavata tutto sommato bene, ma quello che è mancato è stato l’apporto di un forte reparto offensivo. Dominic Kinnear, dopo aver vinto due Mls a Houston, non è riuscito a incidere sulla squadra nel suo nuovo stadio da 18.000 posti, ma una possibile esplosione del classe 1993 Alashe potrebbe portare buoni risultati.

La stella

Chris Wondolowski senza alcun dubbio. Non scende sotto gli undici gol a stagione da sei annate consecutive, e naviga spesso sopra i 15. Come nell’ultima, in cui ha realizzato 17 reti in 28 incontri complessivi.

Nella storia

I Quakes sono una delle squadre fondatrici della Mls, nel 1996. Hanno vinto due campionati ma molti anni fa: il primo nel 2001, il secondo nel 2003. Anche George Best, negli anni Ottanta, vestì la maglia del club californiano. Non raggiungono i playoff dal 2012.

Seattle Sounders Fc

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I Sounders sono probabilmente una delle formazioni più iconiche e riconoscibili dell’intero campionato nordamericano. I tifosi più rumorosi, il derby più appassionante (contro i Timbers di Portland) e un’attitudine e una dedizione alle squadre che potremmo descrivere come “europee”. Tuttavia, non hanno mai vinto un campionato. Hanno in bacheca un Supporter’s Shield e quattro Us Open Cup, ma questa stagione sarà ancora più difficile, probabilmente, per l’assenza di Obafemi Martins. Il nigeriano, dopo complessivi 43 gol in 83 partite a Washington, si è trasferito in Cina. In attacco rimane Clint Dempsey, e una scelta tra il Designated Player guaranì Nelson Valdez, ex Borussia Dortmund e Valencia, accostato tuttavia a più squadre sudamericane negli ultimi mesi, e i giovanissimi Darwin Jones e Jordan Morris.

La stella

Senza dubbi Clint Dempsey. Pochi giocatori sono così simbolici per una Nazionale come lui, che potrebbe presto superare il record di gol di Landon Donovan con la maglia degli Usa. A differenza di Donovan, Dempsey ha passato la maggior parte della carriera in Europa, e con risultati molto buoni: 60 gol in 7 stagioni con il Fulham, un discreto passaggio al Tottenham, e poi Seattle. Dove, con il numero 2 sulle spalle, ha realizzato circa un gol ogni due partite per tre stagioni.

Nella storia

Sono una delle squadre “giovani”, ossia né fondatrici della nuova Mls, né presenti nella precedente Nasl. Dal 2007, i Sounders si sono guadagnati la fama di squadra ambiziosa e forte, grazie a quattro Us Open Cup, due Cascadia Cup, due finali di conference, un Supporters’ Shield.

Sporting Kansas City 

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Una buona stagione molto sfortunata quella 2015, finita al Knockout Round dei playoff (gli ottavi di finale) per mano dei Timbers, poi campioni di lega. Krisztián Németh, classe 1989 con una singola buona stagione in Missouri, è andato in Qatar a gennaio, a guadagnare più soldi di quanti KC gli avrebbe potuto offrire. Graham Zusi, capitano e bandiera della Nazionale, è una sicurezza a centrocampo, mentre Dom Dwyer, inglese classe 1990 ormai “americanizzato”, deve decidere se ripetere la stagione 2014 (22 reti in 33 partite) o l’ultima, molto più modesta (9 in 22): da lui dipenderà molto.

La stella

Nella stagione 2015 Benny Failhaber ha giocato il suo miglior campionato di sempre: 10 gol in 32 partite, quasi 20 assist, infine scelto come uno tra i tre finalisti dell’Mvp Award. Se il numero 10 rimarrà su questi livelli l’attacco dello Sporting può contare su un grande suggeritore e un finalizzatore più che utile.

Nella storia

Prima di essere Sporting erano i “Wizards”, i maghi, nel 1996. Sono stati campioni di Mls nel 2000 e 2013, arrivando secondi nel 2004. KC è da sempre una delle franchigie più pericolosa: ha vinto il Supporter’s Shield nel 2000, arrivando secondo nel 1997, 2004, 2012 e 2013. La Us Open Cup è finita nella sua bacheca per tre volte: 2004, 2012 e 2015.

Vancouver Whitecaps

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La scorsa stagione è stata una discreta stagione: terza miglior squadra nel quadro generale, si sono guadagnati l’accesso alla Concacaf Champions League e le semifinali di conference, poi perse contro i campioni in carica, i Portland Timbers. Forse ci si aspettava più gol dall’ex Ajax Rosales, e certamente il cileno ex Dinamo Zagabria Morales non è riuscito a replicare l’ottima stagione 2014. Quest’anno, con l’arrivo del panamense Blas Pérez (scambiato con Dallas, proprio in cambio di Rosales) e quello di Bolaños, si può puntare a qualcosa di più. A centrocampo, sempre importante il contributo dell’ex stella dell’Argentinos Junior Matías Laba.

La stella

Gli anni migliori sono andati, ma l’esperienza di Christian Bolaños può essere decisiva in un campionato giovane come la Major League Soccer. L’ala costaricana ha giocato in carriera più di 400 partite tra Europa, Qatar e Costa Rica, oltre ad aver partecipato ai Mondiali del 2006 e del 2014.

Nella storia

I Whitecaps nacquero per giocare la North American Soccer League nel 1974, resistettero 10 anni, poi ricomparirono nel 1986 come Vancouver 86ers. Tornarono a chiamarsi Whitecaps nel 2000, ma giocando in leghe minori fino al 2011, quando furono chiamati in Mls. Non ha mai vinto grandi trofei: due Canadian Championship e due Cascadia Cup.