Come Özil vede, prevede ed agisce: l'analisi tattica di un calciatore che con un'eccezionale visione del gioco ha creato in stagione 18 assist e 111 occasioni da goal.
Elegante ma non come Crujiff; astuto ma non come Maradona; decisivo ma non come Gerd Müller; potente ma non come Cristiano Ronaldo. È come se fosse completo in tutte le abilità richieste per il suo ruolo e non solo, ma non al 100%; sembra mancare qualcosa di tangibile che consenta la sua consacrazione completa. Qualcosa di non percettibile, qualcosa che non siamo ancora in grado di comprendere. Nel periodo delle statistiche avanzate (o “expected”), se dovessimo ipotizzare un modello di regressione che volesse spiegare l’influenza di Özil nelle partite, ci sarà certamente una notevole componente di residuo, un qualcosa di non spiegabile. Ciò, a nostro avviso, sta nella magistrale capacità del tedesco di saper leggere e predire l’evolversi della situazione di gioco e di conseguenza spostarsi nello spazio dove è in grado di influenzare in maniera decisiva non solo l’azione ma anche il movimento e le combinazioni dei propri compagni senza minimamente toccare il pallone.
Il meglio della stagione in corso del tedesco
Se l’Arsenal in questa stagione si trova in grado di lottare per il campionato, è anche grazie all’ottima forma del suo giocatore chiave. Sembra una banalità, ma saper destabilizzare un assetto difensivo ben organizzato con dei rapidi movimenti o dei semplici cambi di posizione, in modo da creare varchi per permettere ai compagni di rendersi pericolosi, non è cosa da tutti. Questo ha permesso ai Gunners di saper risolvere molte partite che ormai sembravano bloccate.
Con l’Arsenal di Wenger, che ama schierare un 4231 di base, il nostro si ritrova anche spesso a dover agire da seconda punta a supporto di Giroud quando, specie nelle ripartenze, a condurre l’azione ci pensano gli esterni Sanchez e Oxlade Chamberlain. Anche in questi casi sa essere decisivo con rapidi movimenti nello spazio senza intralciare l’azione chiedendo palla e rallentando la manovra, cosa che spesso i trequartisti classici sono portati a fare.
Ma il movimento senza palla che più lo contraddistingue e dà sfogo alla manovra dei Gunners, Özil lo esegue in maniera del tutto atipica rispetto ai pari ruolo. Nell’infografica che segue è stato interessante osservare come sia in grado di svariare con la stessa costanza in tutta la linea della trequarti.
Ma ancora più interessante è stato osservare come, a differenza di trequartisti come David Silva che amano partire larghi per poi accentrarsi e provare la conclusione, il playmaker tedesco sia solito fare esattamente l’opposto, cioè partire da una posizione centrale ed allargarsi. Ovviamente senza palla.
E non è ancora finita. Mesut non solo sa creare spazi dettando senza palla lo sviluppo dell’azione della propria squadra, ma in certi casi riesce anche a predisporsi in maniera tale da facilitare la manovra e allo stesso tempo essere in grado di schermare possibili transizioni offensive avversarie oltre la propria metà campo.
Özil sembra davvero essere un deus ex machina arrivato a scombinare una partita di scacchi che, comandando le pedine a suo piacimento, mette l’avversario in scacco matto senza neppure molti sforzi, ben conscio di trovarsi in possesso di una mente semplicemente superiore. Se pensiamo poi che a tutto ciò unisce le doti tecniche che tutti noi conosciamo (18 assist e 111 occasioni da goal bastano?), allora possiamo tranquillamente inserirlo tra i primi cinque giocatori del mondo.
Nell’immagine in evidenza, Mesut Ozil al termine di Arsenal-Chelsea di Community Shield dello scorso 2 agosto. Mike Hewitt/Getty Images