Il farewell tour di Kobe Bryant si è chiuso; il #mambaday ha regalato l’ultimo spazio di magia per uno dei giocatori più luminescenti degli ultimi anni. Kobe si congeda con 60 punti e qualche numero, le spalle oramai sono dolenti, non ha più l’atletismo di quando ha iniziato, ma sa ancora come giocare in uno contro uno, attaccare il ferro o infiammare il pubblico con una serie di triple che portano i Lakers alla vittoria sui poveri Utah Jazz – che con la vittoria dei Rockets sono automaticamente fuori dai playoff–.
«Non posso credere che 20 anni siano trascorsi così rapidamente. È stato un viaggio incredibile, ma la cosa più importante è che siamo rimasti sempre uniti. Sono nato e cresciuto come un grandissimo tifoso dei Los Angeles Lakers. So tutto di ogni giocatore che ha vestito questa maglia. Non potevo sognare nulla di meglio che trascorrere 20 anni in questa squadra. La cosa che mi ha fatto più ridere è che per 20 anni mi sono sempre sentito dire: ‘Passa la palla’. Stasera, invece, tutti mi dicevano: ‘Non passarla!’. Grazie a tutti dal profondo del mio cuore. Che cosa posso dire di più? Mamba Out».
Bryant ha calcato stanotte per l’ultima volta il parquet dello Staples Center di Los Angeles, ha realizzato più di 50 punti per la prima volta dal 2009: lo ha fatto con un 22/50 al tiro, 6/21 dall’arco, e due triple consecutive nell’ultimo minuto che hanno permesso ai suoi Lakers di vincere per 101-96 su Jazz. All’addio non sono mancati Jay Z, Kanye West, Jack Nicholson e Snoop Dogg, lì seduti ai bordi del campo non hanno mancato di dire addio all’uomo che li ha fatti godere più di ogni altro.
What a legacy. pic.twitter.com/hmBeAuOubL
— NBA on ESPN (@ESPNNBA) 14 aprile 2016
Feeling like Kobe https://t.co/Z1AWbVKjyw
— Youngman (@youngmanmusic) 14 aprile 2016