L’Nba apre agli sponsor

Gli sponsor sulle divise entrano a far parte del mondo della National basket association: un fenomeno già visto durante l'ultimo All star game.

La National Basket Association apre alle sponsorizzazioni. Il board of governors ha approvato un programma pilota, della durata di tre anni, che permetterà alle squadre di inserire pubblicità sulle divise da gara. Una vera e propria rivoluzione per il mondo Nba. Su tutte le divise sarà presente uno spazio, posto in alto a sinistra, con dimensioni di 6,5 cm X 6,5 cm, ogni franchigia potrà raccogliere la pubblicità in maniera indipendente. Le stime sulla crescita di fatturato che tale novità apporterebbe variano dai 100 ai 150 milioni di dollari l’anno. Ogni squadra manterrà la metà del ricavato e l’altra metà confluirà in un fondo comune, utile a ridurre disparità e distanze tra squadre.

TORONTO, ON - FEBRUARY 14: Kobe Bryant #24 of the Los Angeles Lakers and the Western Conference smiles in the first half against the Eastern Conference during the NBA All-Star Game 2016 at the Air Canada Centre on February 14, 2016 in Toronto, Ontario. NOTE TO USER: User expressly acknowledges and agrees that, by downloading and/or using this Photograph, user is consenting to the terms and conditions of the Getty Images License Agreement. (Photo by Elsa/Getty Images)
Kobe Bryant durante l’ultimo All-Star Game. In alto a sinistra lo sponsor della serata (Elsa/Getty Images)

La questione era circolata già tempo fa quando è stato annunciato che un piccolo logo Kia sarebbe comparso sulle canotte utilizzate in occasione dell’All Star game. I corporate logos debutteranno a partire dalla stagione 2017/18, anno in cui Nike succederà ad adidas come fornitore esclusivo di abbigliamento della lega. Secondo il commissioner Nba, Adam Silver, la decisione rappresentava qualcosa di inevitabile. Le squadre avranno così nuove possibilità di accrescere guadagni attraverso la pubblicità: «Una volta che gli sponsor metteranno il loro nome sulle maglie, useranno i loro mezzi di comunicazione per promuovere ampiamente l’Nba. Questo è probabilmente il motivo più rilevante dietro la nostra decisione».