Big Ben

A 29 anni, Ben Arfa ha finalmente trovato la propria maturità, calcistica e caratteriale. Spingendo il Nizza in alto in classifica, in lotta per un posto in Champions League.

Pensando a Nizza, siamo generalmente portati a fare due associazioni mentali immediate: c’è l’anima marittimo-chic della Costa Azzurra, i turisti da ogni parte del mondo che si trascinano avanti e indietro sulla Promenade des Anglais e tra le boutiques del centro, affollando i ristoranti all’aperto, e ci sono i locali, un mix  di Nizzardi della prima ora, orgogliosi della propria identità e a volte simpatizzanti di partiti indipendentisti, e flussi migratori di svariate origini, in prevalenza provenienti dal Magreb e dall’Africa Subsahariana.

Ma Nizza non è una città da calcio, nemmeno i più appassionati potrebbero riuscire a trovare qualcosa di mitico nel club locale, l’OGC Nice, che ha vinto cinque campionati e tre coppe di Francia negli anni Cinquanta per poi cadere nell’oblio più totale. In Francia l’unico club che al momento gode di prestigio internazionale è il Paris Saint-Germain, mentre negli ultimi trent’anni si sono distinti Marsiglia, Monaco e Lione. Proprio la vicinanza geografica con Marsiglia ha portato via al Nizza tanti tifosi, dal momento che il più blasonato OM negli ultimi trent’anni è sempre sembrata una squadra più appealing da tifare, mentre il Nizza faceva su e giù tra quelle che si chiamavano ancora Division 1 e Division 2, prima di riuscire a ritagliarsi un posto stabile in Ligue 1 a partire dal 2003.

Nice's supporters cheer their team during the French L1 football match betweem Nice and Paris on April 18, 2015 at the "Allianz Riviera" stadium in Nice, southeastern France. AFP PHOTO / VALERY HACHE (Photo credit should read VALERY HACHE/AFP/Getty Images)
Tifosi del Nizza contro il Psg (Valery Hache/Afp/Getty Images)

Passeggiando per Nizza, si può notare come i negozi di articoli sportivi mettano sempre in vetrina maglie e accessori dell’OM, e anche se l’OGC Nice ha aperto nell’agosto del 2013 uno shop dedicato nella centralissima Place Massena, il club è sempre stato troppo poco iconico per sperare che i turisti feticisti del pallone scegliessero una maglia rossonera come souvenir del loro passaggio in città. Persino il trasferimento delle partite casalinghe all’Allianz Riviera, nuovo stadio costruito in vista di Euro 2016, sembra uno spreco: il colpo d’occhio durante le partite di campionato è impietoso, l’impressione è che i 35,600 posti a disposizione non saranno mai riempiti per l’OGC. C’è da contare solo sul calore della Populaire Sud, gruppo di ultras affiatato ma controverso, che ha come simbolo un teschio trapassato da un pugnale, con la bandana del Nizza sulla fronte, a mo’ di Rambo.

Tutto sembra far pensare a una squadretta di provincia senza infamia né lode, eppure quest’anno gli Aiglons stanno lottando per un posto in Champions League, in un duello a tre molto avvincente con OL e Monaco, che tiene ancora vivo un campionato stravinto a marzo dal PSG. Il merito va al bel gioco offensivo messo in atto dall’attuale tecnico Puel (ex Monaco, Lille e OL, e parte del progetto-Nizza dal 2012), ma soprattutto all’ingaggio azzeccato di Hatem Ben Arfa, autore di 17 gol in 31 partite (su 35 giornate di Ligue 1) e di svariate magie. Se si cerca «Ben Arfa» su Google e Youtube, una delle ricerche suggerite in automatico è «Ben Arfa gol alla Maradona». In realtà di video di gol e skills pazzeschi di Ben Arfa ce ne sono un bel po’.

Una compilation che raccoglie i migliori gol di Ben Arfa

Perché un giocatore capace di cambiare una partita con un lampo di genio gioca nel Nizza, nel fiore degli anni? La risposta sta nella sua storia travagliata: figlio di un nazionale tunisino ed entrato praticamente da bambino nell’accademia calcistica di Clairefontaine, Ben Arfa inizia la sua carriera di calciatore in Francia e trascorre cinque stagioni a Lione e tre a Marsiglia, tra alti e bassi, alterchi con gli allenatori (celebre una polemica con Deschamps, allora sulla panchina dell’OM, nel 2010) e un’attitudine all’integrazione coi compagni pari allo zero.

Tenta poi l’avventura in Inghilterra, in prestito al Newcastle, dove subisce un grave infortunio dopo le prime quattro partite: frattura di tibia e perone. Nonostante il lungo infortunio, viene riscattato dai Magpies, coi quali segnerà qualche gol stupendo, ma non è destinato a lasciare il segno. Viene dunque rifilato in prestito all’Hull City, dove gioca le prime otto partite della stagione 2014/15 senza mai trovare la rete. I Tigers lo rispediscono al mittente durante la pausa natalizia, ed è qui che entra in scena il Nizza.

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Hatem Ben Arfa viene presentato ufficialmente dal Nizza una prima volta a inizio gennaio 2015, con il numero 4. Nel video pubblicato sul canale Youtube ufficiale dell’OGC Nice, si vede Ben Arfa intervistato dai giornalisti, ma soprattutto accolto da un bagno di folla all’uscita dello shop di Place Massena. Intorno al suo arrivo c’è molto entusiasmo, i tifosi sono estasiati, come spesso accade quando una provinciale riesce a reclutare un grande nome. Ben Arfa era sempre stato più sregolatezza che genio, ma senz’altro per Nizza era percepito come un grande innesto. Il ragazzo intervistato al minuto 1.40 dice: «Vi dico la verità, è un dio del calcio, gli si passa la palla e lui può risolvere la partita. (Averlo al Nizza) fa piacere a noi, ai Nizzardi, a tutti: è fatto per il calcio, in Ligue 1 ha sfondato e adesso andrà avanti». Subito dopo, un bambino con la maglia del Nizza, continua: «(Ben Arfa) è abbondantemente al livello di Nasri, Benzema e Menez… è uno dei migliori della generazione ’87, quoiVoilà, se avesse continuato a giocare in Nazionale forse saremmo andati più in là dei quarti di finale ai Mondiali».

Mentre la gente fuori dallo shop è disposta a stare in coda anche tre ore per un autografo del nuovo beniamino, Ben Arfa in conferenza stampa si dimostra motivato, intrigato dal progetto Nizza. Durante l’intervista finirà anche per dichiarare che, dopo la conversazione con Puel, era talmente convinto del suo passaggio al Nizza che avrebbe rifiutato anche il Real Madrid. Alla fine del video Hatem omaggia la città, mentre la osserva dall’alto della ruota panoramica poco lontana dallo shop.

La presentazione di Ben Arfa e l’entusiasmo della folla.

Vedere Ben Arfa sorridente sulla ruota panoramica, esaltato dai suoi nuovi tifosi, e pronto a riprovare a stupire di nuovo, sembrava un ottimo lieto fine, con il giocatore pronto al rilancio. La delusione è però dietro l’angolo: la FIFA blocca il trasferimento di Ben Arfa al Nizza a metà gennaio, dato che si tratterebbe del secondo cambio di maglia in stagione per il talento francese che nel 2014/15 oltre a militare nell’Hull City, avrebbe giocato un’amichevole con la squadra Under-21 del Newcastle, squadra detentrice del suo cartellino. Lo smacco è grande, a nulla serviranno i ricorsi del Nizza, mentre i tifosi esprimono il loro disappunto sui social con gli hashtag #freeBenArfa e #jesuisBenArfa.

Il momento della carriera del giocatore è drammatico: alla soglia dei 28 anni, Ben Arfa si ritrova senza squadra, e arriva addirittura a pensare al ritiro, che arriverebbe ad un’età in cui normalmente un calciatore dà il meglio di sé, e senza aver mai davvero raccolto grandi risultati nonostante il suo innegabile talento. La vicenda finisce nel dimenticatoio mediatico, ma a maggio riemergono i rumori di mercato che danno Ben Arfa di nuovo al Nizza. Puel, fin dal suo arrivo in Costa Azzurra, aveva un piano: rendere il Nizza vincente grazie ad un approccio alla gara diverso rispetto a quello della maggior parte delle squadre di Ligue 1. Per questo, nell’estate 2015, ha deciso di guidare la campagna acquisti scegliendo giocatori più tecnici, in grado di creare un gioco basato sul possesso palla e non su difesa e contropiede. In questo meccanismo, Ben Arfa sarebbe stato un perno della manovra offensiva, capace di essere parte integrante del gioco, smistare i palloni di prima, uscire dalla «caricatura di se stesso» che era diventato e mettere il suo talento al servizio della squadra.

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Come dichiarato durante la conferenza stampa della sua prima presentazione, Ben Arfa in questo gioco ci si vedeva, e provava grande rispetto per Puel, quella figura apparentemente severa, ma immensamente competente. La scintilla tra i due era scoccata e l’operazione di mercato finalmente si compie: Ben Arfa viene presentato nuovamente dal Nizza nell’estate 2015, questa volta con il numero 9. «Offrirete un cambio di maglia gratuito a chi ha acquistato la maglia di Ben Arfa con il numero 4?» è uno dei commenti che si legge in risposta al profilo dell’OGC sui social network, in seguito al comunicato ufficiale.

Quello che è successo dopo è un po’ una favola. In una Ligue 1 povera di talenti, Ben Arfa ha subito brillato. Ha ritrovato il gol su rigore nel pareggio per 3-3 contro il Troyes, ma è il 22 agosto contro il Caen che Hatem ritrova davvero se stesso. Al minuto 66′, con la partita sull’1-1, prende palla sulla sinistra, accelera, poi rallenta, infine accelera di nuovo ed infila quattro avversari prima di scaricare il sinistro sotto la traversa da posizione angolata. Esultando, bacia lo stemma, batte il cinque ai tifosi che si sporgono verso il campo. Dopo solo tre partite, con quella maglia è uscito dall’apnea, ha fatto emergere il suo talento di nuovo.

Il gran gol al Caen

Circa un mese dopo, un Nizza sempre più lanciato ne rifila sei al Bordeaux all’Allianz Riviera, e quattro fuori casa al Saint-Etienne. L’ultimo gol, per quanto inutile, è uno dei suoi: partendo dalla trequarti destra, inizia con una giravolta, poi spiazza quattro avversari prima di concludere con un destro a incrociare nell’angolino basso.

Altra prodezza al Saint-Etienne

Il Nizza tiene anche quando Ben Arfa non segna, e così gli Aiglons vincono a Marsiglia in novembre, pochi giorni dopo la rinnovata convocazione di Hatem in Nazionale da parte del commissario tecnico con cui aveva avuto screzi durante gli anni al Marsiglia: Didier Deschamps. Ma è forse la vittoria contro il Lione per 3-0, a fine novembre, che rende il Nizza definitivamente consapevole della propria forza. A segno vanno gli altri uomini chiave di questa squadra: Germain, Pied (che in provoca un’autorete degli avversari) e Koziello, mentre Ben Arfa smette di essere un giocatore da fiammate solitarie in stile Playstation, e riesce ad esaltarsi in un sorprendente collettivo, mettendo da parte per quest’anno tutti i problemi caratteriali che avevano condizionato la sua riuscita. In aprile, in piena lotta per un posto in Champions, Ben Arfa si concede anche il gol del momentaneo pareggio contro il PSG, frutto di una fiammata e tiro dalla distanza. Contro il Rennes il 10 Aprile metterà invece a segno la sua prima tripletta in Ligue 1.

La tripletta contro il Rennes

Ben Arfa firmando col Nizza ha fatto una scelta di cuore, e non ha sbagliato. Un po’ perché era disperato, un po’ perché il luogo migliore per ritrovarsi era probabilmente una squadra dalle ambizioni modeste, un ambiente in cui non sarebbe stato troppo esposto alla stampa, e un pubblico non troppo esigente ma caloroso, l’OGC Nice è stata la squadra giusta per lui, che pensava di doversi giocare la sua «ultima vita» all’Hull City e invece si è ritrovato ancora in tasca un gettone fortunato. La soluzione è stata vincente per entrambi, il Nizza ha pescato il jolly aggiungendo qualità ad un collettivo giovane e ben costruito, Ben Arfa ha trovato il palcoscenico ideale per far rivivere le sue doti da campione. Mentre il Nizza, con tre partite alla fine del campionato, sogna una storica qualificazione in Champions, Ben Arfa è al centro del dibattito della presse francese per un potenziale inserimento nella lista dei 23 di Deschamps, e i fari di diverse big si sarebbero accese su di lui: per ora si parla di Atletico Madrid, Milan, e dello stesso PSG. Visti i trascorsi del giocatore e la sua tenuta psicologica da rollercoaster, non è sicuro che un cambio di maglia sia per lui la scelta migliore. Per ora, meglio goderselo così: acclamato dai tifosi di una città che di glorie calcistiche ne ha vissute poche, ma che almeno per adesso ha un eroe.

 

Nell’immagine in evidenza, Ben Arfa esulta insieme ai compagni di squadra dopo un 6-1 al Bordeaux.  (Valery Hache/AFP/Getty Images)