Perché la campagna pro-Messi potrebbe essere un autogol

Il Barcellona ha lanciato un'iniziativa per mostrare sostegno all'argentino dopo la condanna per frode. Non sta andando esattamente come si aspettava.

Pochi giorni fa Leo Messi è stato condannato dal tribunale di Barcellona a 21 mesi di reclusione insieme al padre Jorge Horacio. La condanna è arrivata al termine del processo per frode secondo cui Messi avrebbe, tra il 2007 e il 2009, evaso 4,1 milioni di euro al fisco spagnolo grazie ad alcune società con sede in paradisi fiscali. Leo, che non sta attraversando un buon momento tra Copa América e giudizio dei tribunali, si sentirebbe di troppo in Catalogna, tanto da avere in mente di non rinnovare con il Barcellona.

Il club ha lanciato una campagna su Twitter con l’intento di mostrare tutto l’affetto dei tifosi catalani nei confronti del proprio numero 10. Per farlo basta semplicemente utilizzare l’hashtag #WeAreAllLeoMessi durante la pubblicazione di una foto o un messaggio con entrambe le mani aperte. L’invito da parte del Barcellona ad esprimere il proprio sostegno incondizionato è stato rilanciato anche dal presidente Bartomeu: quest’ultimo, riferendosi direttamente all’interessato, ha twittato: «Leo, quelli che ti attaccano attaccano il Barça e la sua storia. Noi ti difenderemo fino alla fine. Per sempre insieme!».

 

Purtroppo per il Barcellona e per Messi non tutti sono d’accordo con il fine ultimo dell’iniziativa e ci tengono a farlo sapere. È partita una contro-campagna con l’hashtag #yonosoyleomessi, e anche nel flusso positivo della campagna originale si sono inseriti interventi che prendono le distanze dall’iniziativa del club di Bartomeu. Di seguito alcuni interventi di tifosi non propriamente esaltati dall’idea che Messi possa essere difeso per aver commesso un reato. Il Barcellona ha creato una vera e propria tempesta digitale, difendendo ulteriormente una campagna social fin troppo controversa.