L’Helsingborg di Henrik Larsson e suo figlio Jordan è retrocesso dopo lo spareggio salvezza giocato contro l’Halmtad di ieri. Il club guidato dall’ex Barcellona e Celtic Glasgow aveva chiuso la stagione in quattordicesima posizione, un punto sotto il Gif Sundsvall, ultima delle squadre a salvarsi. È la prima volta in 23 anni che la squadra retrocede dalla Allsvenskan e i tifosi di casa non l’hanno presa bene. Dopo la rete di Jordan Larsson all’82’ l’Helsingborg ha concesso due gol nel giro di tre minuti, subendo la sconfitta che ha dato il via all’invasione di campo.
Al fischio finale, il diciannovenne Larsson Junior è stato attaccato da alcuni tifosi che si sono riversati sul campo di gioco con il volto coperto, alcuni hanno cercato di sfilare la maglia del giovane Larsson in segno di disprezzo. Mentre gli steward cercavano di allontanare i tifosi inferociti, Henrik Larsson si è avvicinato pronto a difendersi da eventuali attacchi.
Hanke, che è diventato allenatore dell’Helsingborg a novembre del 2014, aveva fatto parte del club nel 1992 aiutando la squadra a essere promossa in massima divisione, chiudendo la propria carriera ancora in Svezia tra il 2006 e il 2009. A fine gara Larsson ha detto «non li ho visti attaccare Jordan, altrimenti sarei corso immediatamente a difenderlo», affermando inoltre che non ha nessuna intenzione di andare via da Helsingborg: «Se mi licenziano ok, ho perso. Ma non scappo». E non è scappato nemmeno quando i suoi tifosi hanno provato ad avvicinarsi a lui, alzando la guardia e mostrandosi pronto a combattere.
Quando a fine gara gli è stato chiesto se avesse paura per la sua incolumità e quella della propria famiglia, Larsson ha dichiarato di avere molti cani. Dopo il fischio finale l’account Twitter ufficiale del club ci ha tenuto a ringraziare i “fantastici supporter”.
Henke redo att slåss. #helsinborg #henriklarsson pic.twitter.com/sfXgyekwt9
— MensijaDIF (@AroundEven) 20 novembre 2016