Le conquiste di Lapadula

Al Milan come altrove, Gianluca Lapadula è arrivato in sordina: dopo quattro gol nelle ultime quattro gare, però, ha tolto ogni dubbio sul suo valore.

La carriera di Gianluca Lapadula ha una struttura narrativa specifica e circolare, cioè che si ripete sempre, uguale a se stessa, a intervalli regolari: è solo questione di tempo, ma poi il gol arriva. È come se il concetto di gavetta si sdoppiasse, lungo tutta una vita calcistica e per ogni sua nuova stagione, ogni sua nuova esperienza: si comincia piano, si cresce, si prendono le misure. Poi, dopo l’apprendistato, l’improvvisa esplosione, quasi sempre inattesa. Gianluca Lapadula è così, racconta sempre questo tipo di storia, la favola che si avvera. Volta per volta, a un’altezza sempre maggiore.

La prima rete in Serie B, ad esempio, è arrivata alla tredicesima partita. Le prime nove le ha giocate col Cesena, stagione 2012/13; le altre tre con la maglia del Pescara. Era poco più di un anno fa, il 26 settembre del 2015. La squadra di Oddo è ospite del Vicenza ed è sotto di un gol durante il secondo tempo. Un cross dalla sinistra, un’uscita maldestra del portiere Vigorito, un pallone sporcato più che deviato in porta. Dal video, non si capisce neanche troppo bene con quale parte del corpo Lapadula tocchi il pallone. Non è una realizzazione esteticamente raffinata, ma per cominciare può andare benissimo. In effetti, è l’inizio di qualcosa di importante: nelle successive cinque partite, il centravanti proveniente dal Teramo mette a segno cinque gol. A fine stagione saranno 30, cifra tonda. È andata allo stesso modo per tutte le altre esperienze di Lapadula: la Lega Pro, il campionato sloveno, la Serie A col Milan.

I 30 gol nella stagione al Pescara

Su Youtube è possibile vedere la prima intervista rilasciata da Lapadula dopo il suo passaggio al Milan, nel giorno delle visite mediche. Ha il viso abbronzato, indossa una giacca grigia senza camicia, sostituita da una t-shirt chiara. Sembra molto felice, soddisfatto della scelta. Lo capisci da tante cose. I molti sorrisi, ad esempio. Oltre ai ringraziamenti di rito – per il suo nuovo club, per l’allenatore che sta lasciando, addirittura per l’intera regione dell’Abruzzo – dice una frase emblematica: «Questo trasferimento è una cosa che abbiamo voluto fortemente, sia io che il Milan. Ed era giusto così». Forse, non si accorge nemmeno di sorridere ancora, di nuovo, mentre pronuncia queste parole. Forse, ma non lo direbbe mai, è davvero convinto di essere pronto per questa grande occasione. Di essersela meritata. Di esserci arrivato pure troppo tardi, magari.

Una settimana fa, subito dopo Milan-Crotone, Lapadula viene ovviamente intervistato. Ha segnato il gol del 2-1 nel finale, alla prima da titolare a San Siro. È una perfetta storia da raccontare. Quando il giornalista gli chiede di esprimere le sue sensazioni sulla “favola Lapadula”, Gianluca dimentica per un attimo l’etichetta. Stavolta non sorride, e lo dice proprio chiaramente: «È una bella rivincita». Subito dopo dice pure che il gol che ha fatto deve essere solo l’inizio, che quello al Milan sarà un percorso lungo ed altre frasi simili, diciamo pure banali. Quella che conta, però, è la prima: è una bella rivincita. Gianluca Lapadula è davvero convinto di essersi meritato quest’occasione. Di esserci arrivato pure troppo tardi. E non ha tutti i torti, probabilmente.

AC Milan v FC Crotone - Serie A

Anche il suo allenatore, Vincenzo Montella, è d’accordo. E parla così di Lapadula appena dopo il match contro i calabresi: «È una bella storia, direi una favola: in due mesi gli stanno cambiando prospettive e status, e questo se l’è guadagnato con il sudore. Merita tutto questo, si sta meritando la maglia del Milan, questa rabbia agonistica non l’abbandonerà mai e la trasferirà agli altri». Lapadula, come da buona abitudine, ha iniziato in slow play (143 minuti in campo nelle prime 11 partite) per poi accelerare così, all’improvviso: 4 gol in 195 minuti di gioco, tra la dodicesima e la quindicesima giornata. Due reti con il destro, due con il sinistro, tra cui quella di tacco al Palermo. Ma soprattutto l’incredibile dato riferito alla precisione di tiro: Lapadula ha tentato 9 volte la conclusione, e per 8 volte ha centrato lo specchio della porta. Tradotto in percentuale, fa l’89%. In Serie A, solo Milik e Perica possono vantare una percentuale migliore per una quantità di tiri superiore rispetto all’ex Pescara.

Bettega, Crespo, Mancini, Lapadula

Ad agosto, So Foot dedica un articolo a Gianluca Lapadula come nuovo attaccante del Milan. Non c’è molta fantasia nell’accostamento calcistico-letterario — viene definito “il Vardy italiano” — ma in apertura del testo c’è il racconto di un gol non banale, realizzato l’anno scorso con la maglia del Pescara. «Il pallone», si legge, «viene lanciato in area senza reale convinzione. Nessuno sembra crederci veramente, tranne Gianluca Lapadula. Che è rientrato dal fuorigioco, si trova in mezzo ai due centrali avversari e sembra in ritardo per poter sfruttare questa occasione. A sorpresa si gira, si inarca per la rovesciata e colpisce il pallone in volo, in modo perfetto. […] Il Pescara è quinto, è ancora in corsa per la promozione, ma niente giustificherebbe la volata di un centinaio di metri del suo centravanti, che corre e sfugge agli abbracci dei propri compagni di squadra per festeggiare il gol con i suoi tifosi, a torso nudo. Niente. Semplicemente la passione». Leggere queste parole e rivedere il gol contro il Cesena è un po’ come individuare le caratteristiche di Gianluca Lapadula: senso del gol, rabbia agonistica, opportunismo, un pizzico di folle incoscienza. La passione, appunto.

È lo stesso Lapadula a costruire la sua auto-narrazione in questi termini: in un’intervista a Repubblica, rilasciata durante lo scorso campionato, si definisce come «un calciatore molto determinato, non un talento». E ancora: «La mia più grande qualità è morire su ogni palla, anche quando sembra persa». Forse Lapadula esagera con l’umiltà, perché i suoi numeri raccontano un centravanti moderno, che è ovviamente qualcosa di più di un semplice combattente d’area di rigore: l’ex centravanti del Pescara, in questo primo scorcio di esperienza milanista, può vantare lo stesso numero di gol e di occasioni create (4 key passes); ha una percentuale di precisione dei passaggi dell’89%; è stato lanciato in Serie A da un allenatore che, per sua stessa ammissione, preferisce che in attacco ci siano calciatori capaci di partecipare alla manovra. E che pare intenzionato a dargli ancora fiducia.

Lapadula in Milan-Crotone

Del resto, anche durante la scorsa stagione furono in molti a vedere in Gianluca Lapadula qualcosa che andasse al di là della retorica della grinta, della fame di gol. Il sito Bleacher Report, in un articolo incentrato su un suo possibile approdo al Tottenham, scrive della sua «agilità con e senza palla» e della sua «capacità di tocco», skills fondamentali per giustificare la sua «bravura nell’andare a segno da tutte le posizioni». C’è anche qualche paragone con altri calciatori del panorama europeo: «Lapadula è un mix tra la grande fisicità di Depoitre e la versatilità di Berahino (altri due calciatori accostati agli Spurs negli ultimi mesi, ndr) e permetterebbe di offrire qualcosa di diverso rispetto allo stile di Harry Kane, orientato all’assoluta completezza del gioco».

Gli highlights personali di Lapadula del match col Crotone spiegano la dimensione che l’attaccante torinese ha raggiunto nella manovra del Milan. Le giocate sono semplici, ma ben distribuite lungo tutto il fronte offensivo. In alcune azioni, l’ex Pescara viene a toccare il pallone nella zona di centrocampo, in modo da accorciare le distanze tra i reparti e costringere il centrale ad uscire in pressione su di lui. In altre situazioni, si allarga sulla fascia dopo essersi inserito alle spalle del suo marcatore. In questo modo, oltre ad offrire un corridoio di passaggio alternativo, esterno, muove letteralmente la difesa avversaria. A tutto questo, si aggiunge la presenza in area e il contributo in fase difensiva: i 2 tackle tentati sono un numero indicativo, soprattutto in relazione al ruolo ricoperto in campo.

lapadula

Nell’articolo di So Foot c’è la ricostruzione di tutta la storia personale di Lapadula: l’infanzia nel quartiere Filadelfia che stona un po’ con il tifo e la formazione da calciatore nella Juventus, la bocciatura in bianconero, la ripartenza nelle serie inferiori. Il giornalista che firma il pezzo, Ugo Bocchi, scrive che la sua è una «carriera irrazionale». Non è una forzatura narrativa, è solo che probabilmente Bocchi non sa che Lapadula si fa attendere, per un gol e per farti capire cosa può essere, quanto può crescere. La prima rete di Lapadula a livello di squadre senior arriva durante la sua quarta stagione nel calcio professionistico. Gioca nell’Atletico Roma, è in prestito dal Parma. Il club gialloblu l’ha portato in Emilia dopo due annate vicino casa, in Seconda Divisione di Lega Pro, a Vercelli e Ivrea. Lapadula segna in Coppa Italia di Lega Pro, su Youtube non ci sono testimonianza di quel Villacidrese-Atletico Roma 1-2. In un report sulla partita scovato in rete, si legge solo che «il giovane Lapadula infila Pomarè, portiere avversario, con un tiro angolato».

Su Youtube è invece possibile trovare il primo gol di Lapadula in partite di campionato. È il 23 aprile del 2011, si è trasferito al Ravenna in prestito dopo una lunga serie di incomprensioni con tutto l’ambiente dell’Atletico Roma. I giallorossi romagnoli ospitano la Salernitana, sono in svantaggio nella ripresa quando Lapadula prende palla a centrocampo. Supera un avversario di forza, un altro in dribbling conducendo palla solo col sinistro, poi tira poco prima del limite dell’area. La conclusione è in diagonale, sempre col sinistro, la palla entra dopo aver toccato il palo. Il gol è un piccolo capolavoro di tecnica e tenacia. Ed è un inizio, come al solito: nella stagione 2011/12, Lapadula segna 24 gol con la maglia del San Marino, conquistando il titolo di capocannoniere del girone A di Seconda Divisione.

AC Milan v FC Crotone - Serie A

Mentre scriveva “carriera irrazionale”, Ugo Bocchi pensava probabilmente all’esperienza slovena, una stagione in prestito al Nova Gorica (2013/14). Lapadula avrà modo di parlare di questa particolare avventura, e userà parole che trasudano gratitudine: «Al Gorica ho acquisito maggior consapevolezza di me stesso, l’anno nel calcio sloveno mi ha dato sicurezza». C’è un montaggio su Youtube che raccoglie i 14 gol della stagione che l’attaccante trascorre nella parte slovena della città di Gorizia, terra di confine. Il primo della sequenza è una splendida rovesciata dall’interno dell’area, il secondo è una rasoiata di sinistro ad almeno venti metri di distanza. In alcuni momenti del video, la sensazione è quella del dominio assoluto, di un’imbarazzante supremazia tecnica ed emotiva. Un po’ come Giovinco nella Mls, tanto per fare un paragone. Le ultime immagini ritraggono Lapadula in mutande, durante la festa per la conquista della Coppa di Slovenia.

Lapadula Supremacy, in Slovenia

Il profilo Instagram di Lapadula è ben aggiornato, ricco di immagini significative. È possibile trovare tutto il resto delle cose di cui non abbiamo parlato. Intanto, il vero momento chiave della sua carriera, che coincide con l’attivazione e quindi con i primi post dell’account: l’esperienza col Teramo. Una stagione da 25 gol e 9 assist, il racconto della perfetta convivenza con Alfredo Donnarumma, di una promozione in Serie B che sarà cancellata da una presunta combine e il premio come miglior calciatore dell’intera Lega Pro. Poi ci sono alcune foto che raccontano l’assoluto feticismo per il personaggio interpretato da Mel Gibson in Braveheart, Sir William Wallace: in gran parte dei pezzi dedicati a Lapadula, così come nella maggioranza delle interviste, si racconta di questo soprannome inventato dal fratello, rimasto colpito dalla sua cattiveria agonistica in campo. E poi, più di recente, le foto che riguardano le due Nazionali di Lapadula, Italia e Perù — l’attaccante torinese ha il doppio passaporto grazie alla nazionalità della madre.

Gianluca Lapadula è stato “corteggiato” a lungo dalla Federazione andina, alla ricerca di calciatori in grado di garantire un ulteriore salto di qualità a una nazionale capace di risalire 34 posizioni nel ranking Fifa negli ultimi due anni. A giugno ha rifiutato la proposta di partecipare alla Copa América Centenario, ha voluto attendere la chiamata dell’Italia. È arrivata a novembre, pochi giorni dopo il suo primo gol in Serie A, quello di tacco al Palermo. Lapadula parla di tutto questo in un’intervista rilasciata al canale ufficiale Youtube della Figc, parte di una rubrica dedicata alle “prime volte” di tutti gli esordienti nella Nazionale maggiore. La frase che racconta la sensazione della prima rete in Serie A è pressappoco questa: «È stata un’emozione forte, unica. Spero di viverne tante altre». Con Lapadula, di solito, funziona proprio così.