Nessuno vuole giocare contro il Canelas

Minacce, aggressioni, avversari che non si presentano: così una squadra di quarta categoria portoghese è in testa alla classifica.
di Redazione Undici
21 Dicembre 2016

La loro ultima partita si è giocata il 23 ottobre. Poi, nessuno dei loro avversari si è presentato: perciò, vittoria a tavolino e tre punti in classifica. Nelle ultime 13 partite in calendario, questo scenario si è ripetuto 12 volte: così il Canelas 2010, squadra della quarta divisione portoghese, sta viaggiando verso la promozione. Le squadre rivali preferiscono non presentarsi e pagare una multa di 750 euro per timore delle minacce e delle aggressioni attuate dai giocatori del Canelas in ogni incontro. La squadra è formata da membri del principale gruppo ultras del Porto, i Super Dragões: il capitano, Fernando Madureira, è anche il capo del direttivo dei seguaci della curva dei Dragoni. A oggi, il Canelas è primo in classifica con con 49 punti, 14 in più della seconda. Se promossi, accederanno al sistema professionistico portoghese, con la possibilità, tra le altre cose, di partecipare alla Coppa nazionale.

Il quotidiano El País ha raccontato la vicenda, raccogliendo testimonianze degli avversari. Il presidente del Grijó, una squadra inserita nello stesso campionato, ha spiegato: «Veniamo puntualmente minacciati, e anche gli arbitri vengono intimiditi. Così nei verbali non scrivono nulla di quanto succede, e nessuno interviene». L’insolita situazione è cominciata lo scorso anno. Fioccavano le minacce, e in campo gli interventi erano violenti, molto pericolosi. Non è difficile trovare su Internet video che lo testimonino. Gli arbitri, così, si sottraevano dal dirigere le loro partite. Ma il Canelas, alla fine della scorsa stagione, venne ugualmente promosso. «C’è un clima di terrore, in campo e sugli spalti. Vincono minacciando e aggredendo ragazzini di vent’anni, davanti ad arbitri e poliziotti che non fanno nulla per evitarlo». Un altro testimone spiega perché nessuno fa nulla per opporsi: «Comprendo gli arbitri, tutti abbiamo famiglia. Non c’è nulla di professionistico qui, perciò nessuno cerca guai».

Fernando Madureira, il capitano del Canelas, si difende: «Non c’è nulla di vero in queste argomentazioni, tutto questo ci rattrista. Il nostro obiettivo è allenarci al meglio ed essere promossi. Giochiamo con grande cuore in campo, il calcio non in queste categorie è sempre stato duro, con tanti contatti fisici. Non è balletto». La posizione del club è che questa storia sia stata montata per ragioni politiche, per screditare il gruppo ultras del Porto. Come sottolinea il presidente Bruno Canastro: «Paghiamo il prezzo di avere Madurera in squadra e altri membri dei Super Dragões. Sono scuse per giustificare le nostre vittorie. Ma alla fine delle partite gli avversari vanno da Madurera e scattano con lui dei selfie».

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