In una recente intervista al Telegraph Emmanuel Eboué ha raccontato delle difficoltà che si possono incontrare nella carriera da calciatore. L’ex Arsenal, oggi è fermo perché sospeso dalla Fifa fino al 31 marzo 2017 per non aver pagato il suo agente Sébastien Boisseau. L’ivoriano ha raccontato di aver pensato al suicidio dopo che il Sunderland ha rescisso il suo contratto senza che avesse mai visto il campo, proprio a causa della sospensione della Fifa. «Ci sono stati giorni in cui non riuscivo nemmeno a uscire dal letto. Un giorno ho pensato anche ad uccidermi, la mia famiglia mi ha fatto forza. Pensavo a loro quando ero solo. Ci sono stati giorni in cui rimanevo a letto e non avevo la forza di uscire. Uno, due giorni interi in quella stanza, da solo. Chiudevo la porta a chiave e cominciavo a pensare. Ho passato un sacco di tempo a leggere la Bibbia finché non mi sono detto “Emmanuel, cosa stai facendo? Non è questo che merita la tua famiglia”».
La disputa con Boisseau fa riferimento al trasferimento di Eboué dall’Arsenal al Galatasaray nel 2011. Mentre per il procuratore il passaggio era merito suo, motivo per cui avrebbe meritato il pagamento di una commissione, l’ex Arsenal sosteneva di aver gestito il tutto indipendentemente. Ma la Fifa ha dato ragione al primo, condannando Eboué a un anno di stop. Nonostante i tentativi di mediazione, al momento Eboué è costretto a rimanere fermo, con la paura a 33 anni di non poter tornare mai più a giocare. La sua depressione è peggiorata con le morti di suo nonno Amadou, che l’aveva cresciuto come un figlio, e di N’Dri Serge uno dei suoi 12 fratelli.
Negli scorsi mesi si era parlato abbastanza nei programmi televisivi del tentativo da parte di Eboué di convertire Jamie Redknapp, ex centrocampista di Liverpool e Tottenham, al cristianesimo. «È un momento in cui prego molto e leggo costantemente la Bibbia, ogni mattina mi sveglio alle quattro per pregare e scrivo messaggi ai contatti della mia rubrica telefonica. Dedico loro un pensiero, singolarmente. Mi hanno detto che hanno riso di me in Tv, forse pensavano fosse un messaggio personale ma lo faccio con tutti i miei contatti».
Eboué ha anche raccontato un episodio divertente relativo all’incontro con la Regina Elisabetta. Nel 2007 l’Arsenal è stato invitato a Buckingham Palace e appena arrivati Thierry Henry mi ha detto «Ti prego Emmanuel, siamo a Buckingham Palace, è la casa della Regina, non fare nulla di strano. Gli ho detto di non preoccuparsi ma poi quando la Regina è arrivata e ha stretto le mani di tutti i giocatori ho visto i suoi corgi e non ho saputo trattenermi. Così le ho detto “Ma’m, Ma’m”, lei si è voltata chiedendomi chi fossi. Io le ho risposto “I’m ok, thanks”, che non volevo più essere un calciatore ma soltanto stare con i suoi cani, portarli a passeggiare, lavarli, dargli da mangiare. La Regina rideva, anche il Principe Filippo e tutto il team ridevano».