Un’altra alchimia per il Milan

Dopo l'infortunio di Bonaventura e gli arrivi di Delouefeu e Ocampos, come cambia tatticamente il Milan?

L’infortunio di Giacomo Bonaventura arriva forse nel momento più delicato della stagione del Milan, tanto dal punto di vista dei risultati quanto da quello degli equilibri in campo. Non è un mistero, infatti, che il ventottenne sia stato l’elemento maggiormente in grado di massimizzare gli effetti dell’idea di calcio di Vincenzo Montella in relazione alla rosa a disposizione. Bonaventura è potenzialmente insostituibile e non si può chiedere ai due nuovi arrivi, Deulofeu e Ocampos, di farne le veci. Questo perché stiamo parlando di uno che ha fatto della versatilità e dell’intelligenza tattica le sue caratteristiche migliori. Un po’ mezzala (almeno fin quando Niang non è entrato in quella fase involutiva che ne ha imposto la cessione) un po’ esterno offensivo a tutta fascia, Bonaventura è per Montella ciò che alla Roma Perotti è per Spalletti: il giocatore di trama e ordito, chiamato a cucire la manovra tra centrocampo e attacco, fungendo da equilibratore tattico in relazione all’omologo sul lato opposto (Suso) che non ha dell’applicazione in fase di non possesso la sua arma migliore: ad oggi il dato sulle azioni difensive di media racconta di un netto 3-0 a favore dell’italiano (23 intercetti e 25 recuperi decisivi mandati a referto fin qui), tra i migliori del campionato sui due lati del campo, nonché nella lettura preventiva delle singole situazioni di gioco.

Evidente, quindi, il perché la sua assenza costituirà un notevole grattacapo per un Montella che, al netto della crisi di risultati dell’ultimo mese e mezzo (una vittoria, due pareggi e tre sconfitte in campionato dal 12 dicembre), era riuscito a dare una precisa identità tattica alla sua squadra: compattezza tra le linee, corretta distanza tra i reparti, la fisicità di Pasalic e Kucka a dar manforte a Locatelli (o Sosa) nel ruolo di vertice basso del triangolo rovesciato di centrocampo, manovra che si sviluppa rapidamente in verticale e con i due esterni che possono scegliere di attaccare la profondità, tagliare dal lato debole o sfruttare lo spazio alle spalle della punta, in relazione a quanto proposto dalla difesa avversaria.

Juventus FC v AC Milan - TIM Cup

L’aver rimpolpato la batteria degli esterni potrebbe non risolvere i problemi, almeno nel breve periodo. Ocampos e Deulofeu, infatti, pur nella loro diversità in relazione alla struttura fisica, hanno caratteristiche molto simili che, di fatto, li rendono potenzialmente incollocabili insieme sul terreno di gioco, soprattutto stante l’inamovibilità di Suso. Non è, però, solo un fatto di gerarchie: sono entrambi due esterni offensivi puri, dalle grandi qualità tecniche, in grado di creare potenzialmente sempre la superiorità numerica (rispettivamente 47% e 65% di dribbling riusciti nella prima parte di stagione), ma scarsamente produttivi sotto porta (per Ocampos la miserie di cinque reti nelle ultime tre stagioni tra Serie A e Ligue 1, 11 i gol di Deulofeu in tre anni e mezzo di calcio professionistico spesi tra Barcellona, Siviglia ed Everton) e poco portati a spendersi in pressing e in fase di copertura: poco più di un’azione difensiva di media a partita per l’argentino, nessuna per lo spagnolo. Dettaglio da non sottovalutare per una squadra che farebbe fatica a sopportare il disequilibrio creato da un ulteriore elemento (oltre a Suso e Bacca) non incline al sacrificio anche nella metà campo difensiva.

Tra i due, quello più pronto ad essere testato in tempi brevi (non foss’altro per i sei mesi di esperienza pregressa nel nostro campionato) sembra essere Ocampos. Nel Genoa, preferendo Juric lo schieramento degli esterni d’attacco sul lato opposto al piede naturale, ha giocato prevalentemente sulla sinistra pur essendo potenzialmente schierabile anche dal lato opposto, essendo ambidestro. Si tratta di un giocatore dotatissimo ma che non ha nella continuità la sua qualità migliore: in linea teorica preferirebbe l’assist al compagno meglio piazzato (condizionale d’obbligo visto che, in 17 presenze, ha mandato a referto solo sette passaggi chiave) piuttosto che la finalizzazione in prima persona, oltre a necessitare di un riferimento offensivo fisso in base al quale parametrare spazi e tempi dei propri movimenti. Il gol realizzato alla Lazio alla tredicesima giornata è il miglior compendio possibile sul tipo di giocatore che è Ocampos oggi: ricezione del pallone tra le linee sul movimento a tagliare verso il centro, sfruttamento dello spazio creato da Pavoletti che si porta via uno dei due centrali, destro saettante a fulminare Marchetti.

Il gol di Ocampos contro la Lazio

Deulofeu è, se possibile, ancor più “estremo” nell’interpretazione del ruolo: ricerca spasmodica dell’uno contro uno (meglio se l’avversario diretto ha parecchio spazio attaccabile alle spalle), grande velocità di base, ottimo spunto nel breve, facilità di calcio con entrambi i piedi. Del resto, lo score della sua giovane carriera parla chiaro: 13 assist e 43 passaggi chiave tra Premier e Liga a fronte delle già menzionate 11 realizzazioni.

Siamo di fronte, quindi, a due giocatori che accentueranno la propensione alla verticalità del gioco rossonero (al momento il 65% dei tocchi effettuati è in avanti) ma che potrebbero creare scompensi a livello tattico se non impareranno ad interpretare a dovere anche la fase passiva. Il Milan, infatti, è una squadra che difende con il baricentro basso, facendo densità nella propria metà campo con almeno otto uomini sotto la linea della palla e che, dopo il recupero della stessa, predilige le transizioni veloci alle azioni manovrate. Difficile, quindi, immaginare, almeno per il momento, un impiego contestuale dei due nuovi acquisti: probabile che Montella stia pensando di utilizzare Ocampos nel ruolo che è stato di Bonaventura (provando a migliorarne le skills difensive nel minor tempo possibile: otto intercetti e altrettanti recuperi difensivi in 17 incontri non sono il miglior biglietto da visita possibile per chi intende interpretare questo ruolo in chiave moderna), con Deulofeu pronto a subentrare a lui o a Suso, nel tentativo di spaccare la partita in un momento della stessa in cui le squadre finiscono per allungarsi (e, non a caso, la principale occasione del Milan nel secondo tempo dello Stadium è stata originata da uno scatto in verticale del ventiduenne spagnolo).

La prima parte di stagione di Deulofeu in Premier

Non è da escludere, inoltre, la possibilità che in certe partite Lapadula possa essere impiegato come esterno tattico “alla Mandzukic” vista la sua grande propensione al movimento senza palla e al portare il primo pressing sul giocatore di prima costruzione avversaria. La sensazione è che nei prossimi mesi vedremo un Milan ancor più rigido nel mantenimento delle distanze tra i reparti, maggiormente disposto a lasciare l’iniziativa agli avversari e con i giocatori attenti a mantenere la posizione preventivamente assegnata, in attesa della ripartenza salvifica. Ma senza Bonaventura sarà tutto più difficile.  Anche con un Ocampos e un Deulofeu in più.