Kylian Mbappé Lottin ha soltanto diciotto anni e come gran parte delle stelle del calcio transalpino ha vissuto la propria fase da nebulosa crescendo nel centro accademico di Clairefontaine. In un articolo di Le Monde viene paragonato a un «razzo», una similitudine che restituisce bene alcune delle sue caratteristiche migliori: rapidità, potenza, progressione. Quest’anno l’attacco del Monaco sembra avere una dimensione inumana, dall’inizio della Ligue 1 i gol realizzati dalla squadra di Jardim sono 98 in 35 partite: miglior attacco d’Europa, nemmeno il Barcellona della Msn riesce a tenere il passo. Certo c’entra il livello della Ligue 1, in cui spesso si assiste a errori difensivi marchiani, ma non tutto è spiegabile soltanto in funzione della pochezza avversaria.
In questo momento un Falcao dai contorni aurei ha messo insieme 20 reti, il 20% della portata totale della squadra, Germain è a quota 9 come Lemar, mentre Mbappé ne ha registrati 14. Nell’ultima gara di Ligue 1, vinta per 5 a 0 contro il Metz, Kylian ha realizzato la sua prima tripletta, facendo scattare i radar di mezza Europa. In realtà la storia di Mbappé segue i crismi della predestinazione da quando ha 13 anni: figlio di una giocatrice di pallamano e di un dirigente dell’As Bondy – il club in cui comincia a giocare a calcio e dove il padre lo testa puntualmente con i ragazzi più grandi di lui–, ancora prima di essere scelto per entrare nell’academy del Monaco viene contattato da Psg, Chelesea (a 11 anni) Real Madrid (a 14 è a casa di Zidane) e Bayern Monaco. Mbappé viene individuato, già dai tempi di Clairefontaine, come il futuro crack della generazione ’98, un’etichetta che sembra essere stata appiccicata sulla superficie più adatta.
Tre reti in cui mostra rapidità di pensiero, connessione col compagno di reparto, abilità nell’eludere il fuorigioco
Ddebutta in Ligue 1 contro il Caen, il 2 dicembre del 2015, ha soltanto 16 anni e 347 giorni e ha già battuto il record di precocità che fino a quel momento era stato di Thierry Henry. Quando il 20 febbraio va in rete contro il Troyes è un altro record a capitolare, sempre dell’ex Arsenal, quello di marcatore più precoce nella storia del Monaco. Quando si parla di Mbappé, si ripete come un refrain senza varianti della somiglianza stilistica e di gioco proprio con Henry. Pur se con sviluppi diversi riguardo la posizione in campo – l’ex Arsenal ha dovuto convivere abbastanza a lungo con l’equivoco tattico che lo voleva esterno invece che riferimento centrale – l’attaccante del Monaco ricorda nelle movenze morbide e nella capacità si scattare alle spalle del difensore avversario, proprio l’altro fenomeno francese.
Nelle scorse settimane l’ex Arsenal ha affermato che sì, Mbappé ha le caratteristiche per diventare un futuro crack, non solo a livello tecnico ma anche mentale. È proprio questo aspetto, che per un ragazzo di 18 anni non è affatto scontato, a rappresentare un ulteriore plus per lo sviluppo di Kylian, il padre figura centrale e costante nella sua formazione, lo descrive con un giocatore che pensa ossessivamente al calcio: «È un ragazzo che ha la testa sulle spalle. Clairefontaine, il debutto professionale, la Nazionale, ne avevamo parlato già alcuni anni fa, ha grandi obiettivi che si è prefissato in passato e vuole raggiungerli». Ora che anche Arsène Wenger si è sbilanciato nel paragonarlo proprio ad Henry, pare che il ciclo di predestinazione possa dirsi definitivamente completato.
Sombrero sul povero esterni italiano durante la finale dell’Europeo Under 19
Durante l’Europeo georgiano della scorsa estate Mbappé è stato uno dei protagonisti della selezione transalpina, ha messo insieme cinque gol in cinque partite, fornito due assist e portato la Francia in finale con una prestazione fenomenale contro il Portogallo. Alla fine della competizione il titolo di miglior giocatore è andato al connazionale Jean-Kévin Augustin, ma per Mbappé la strada era tracciata. Nella crescita del talento francese l’approccio di Jardim conta molto, non in maniera esasperata ma ha una sua importanza. Un “metodo ecologico” che prevede una considerevole fiducia nei giocatori più giovani, già ampiamente applicato in Portogallo: «Qui lavoriamo molto con i giocatori dell’accademia, li proteggiamo pur continuando a farli progredire. Mi sono congratulato Mbappé per i suoi tre gol e soprattutto il suo lavoro, sia difensiva che offensiva. Abbiamo anche passato un messaggio ai giovani. Dovrebbero ascoltare di più il personale e gli allenatori», ha detto il tecnico portoghese dopo la gara contro il Metz. Ma Jardim è lo stesso che dopo i record battuti dal ragazzo lo scorso anno predicava calma, sostenendo come fosse necessario dargli tempo, perché: «In Francia si è portati spesso a credere che i giovani siano pronti, ma non sempre è vero. Ci sono fasi della carriera di un giocatore in cui bisogna prendere del tempo e continuare a lavorare».
Mbappé è un calciatore maturo, non è solo un attaccante ma anche uno dei primi ad applicarsi in fase difensiva
Nonostante sia un giocatore capace di partire largo a sinistra, agendo alle spalle del marcatore diretto o rientrando sul destro per calciare a giro, Mbappé sta dando il meglio di sé da prima punta o da uomo che si muove in sinergia con Falcao. Ha rapidità d’esecuzione, senso della posizione, ma anche la gestione dello spazio in area e la capacità di trovarsi nel punto giusto non gli difettano. Mbappé attualmente può ricoprire tutti i tre ruoli d’attacco, ha la rapidità per bruciare gli avversari sul corto e sul lungo, ma forse difetta ancora nell’uno contro uno. Quest’anno è fermo a 0.4 dribbling riusciti e questo dato lo limita nella capacità di spaccare la partita da solo, saltando l’uomo e creando superiorità nelle gare più bloccate. Va detto anche che Jardim preferisce attaccare costantemente con un numero ampio di uomini e forse ciò che gli viene chiesto è legato maggiormente all’attacco degli spazi (cosa che riesce a fare in maniera magistrale) che al superamento diretto degli avversari, questione delegata alle capacità di Germain e Bernardo Silva. Quando ha palla tra i piedi Kylian preferisce puntare l’uomo ma per poi servire un assist ai compagni o tentando di aggirarlo calciando sul palo opposto, senza affrontarlo in maniera diretta. Tra le abilità migliori ha senza dubbio la capacità di calciare con entrambi i piedi, qualità che gli riserva un set ulteriore di soluzioni per concludere.
Uno dei problemi di Mbappé fin da ragazzo è stata la costruzione del proprio fisico. In una vecchia intervista il padre sottolineava come da piccolo fosse troppo gracile e che spesso trovava difficoltà se schierato contro avversari più grandi. Come in un percorso di selezione naturale Mbappé ha puntato a migliorare le caratteristiche che lo aiutassero ad ovviare a una mancanza del genere, sviluppando una rapidità e una progressione fuori dal comune. Resta aperta la questione dell’evoluzione fisica, Mbappé è un giocatore ancora in costruzione a cui serve sviluppare muscoli per poter completare il profilo di un attaccante che sa difendere con il corpo, mentre oggi tende ancora ad evitare il contatto con il difensore sapendo di perderlo. Forse è questo uno dei motivi per cui Jardim preferisce inserirlo gradualmente e lo alterna ancora con i vari Lemar, Carrillo o lo stesso Germain nel ruolo di seconda punta.
Quando gioca con i pari età, però, Mbappé può essere devastante
Secondo l’esperto di Ligue 1 Julien Laurens, Mbappé è potenzialmente superiore a Titì: uno ha dovuto lavorare con Wenger per trasformarsi in un attaccante formidabile, mentre il ragazzo del Monaco è già una punta con la consapevolezza e le doti di un’ala. I numeri contribuiscono a sviluppare il ciclo epico di un fenomeno in divenire. Mbappé era già riuscito nello scorso febbraio a segnare 12 gol in 37 gare (1478 minuti totali), cifra che Henry ha raggiunto in 51 presenze e quasi il doppio dei minuti in campo (2663). Oggi le reti totali sono 24, le partite disputate, invece, 40. A 18 anni e 1 mese il ragazzo di origini camerunensi è stato il giocatore più giovane ad aver segnato 7 gol in Ligue 1 nelle ultime 25 stagioni. È chiaro che le aspettative, spesso filtrate attraverso la lente rotta del caso Martial, sono fissate parecchio in alto. Mbappé però ha origini e animo umile, dopo la tripletta con il Metz in conferenza stampa ha parlato dell’essere considerato un fenomeno rispondendo:«I fenomeni sono Messi, Ronaldo, Neymar», una questione di consapevolezza per un talento ancora da strutturare.
Kylian Mbappe-Lottin – Ligue 1 + CL 16/17 (up to February 11th) [for @Arse_Samurai] pic.twitter.com/moQqdHog6D
— Football Radars (@FussballRadars) 11 febbraio 2017