L’Italia ai Mondiali Under 20

Sabato comincia il torneo, da sempre grande vetrina del talento internazionale: uno sguardo agli azzurri e alle principali avversarie.
di Simone Torricini
18 Maggio 2017

La scorsa estate, l’Under 19 azzurra di Paolo Vanoli era stata protagonista di un grande Europeo di categoria: le ottime prestazioni avevano portato l’Italia in finale, dove però la Francia di Kylian Mbappé si era dimostrata più forte. Oggi che è passato un anno, la maggior parte di quei ragazzi può tentare l’impresa per una seconda volta: l’occasione, offerta dal Mondiale Under 20 che si svolgerà in Corea del Sud a partire da sabato, è ghiottissima. Pochi giorni fa il ct Alberigo Evani ha diramato la lista ufficiale dei convocati, che prevede ben nove dei giocatori che dieci mesi fa partirono alla volta della Germania: Zaccagno, Coppolaro, Dimarco, Pezzella, Romagna, Barella, Ghiglione, Panico e Favilli. Nel corso dell’annata è spettato loro introdurre i compagni più giovani, e sarà sulle loro qualità che Evani farà maggiormente affidamento nel corso della manifestazione.

Tra i più rodati c’è anche Rolando Mandragora, tornato dall’Under 21 (di cui era elemento imprescindibile prima dell’infortunio) ed inserito nella lista per portare una dose ancora maggiore di esperienza. In porta il classe ’97 Zaccagno dovrà vedersela con il coetaneo Perisan (Udinese) e l’outsider Plizzari, sotto età di quasi tre anni, mentre la linea difensiva non dovrebbe presentare troppe novità: sia Romagna che Coppolaro sono reduci da un finale di stagione in cui hanno trovato spazio con continuità, e la loro titolarità è fuori discussione. Sicuro di una maglia è anche Dimarco, mentre Pezzella prenderà verosimilmente la corsia opposta a scapito di Scalera, che come Marchizza dovrà pazientare. Almeno inizialmente.

La geometria di Mandragora

A centrocampo ci sono un paio di nomi già conosciuti ai piani alti del calcio nostrano: Nicolò Barella e Rolando Mandragora stanno vivendo stagioni diverse a Cagliari e Torino (sponda Juventus), e ad accomunarli è la grande fiducia che Evani ripone nei loro confronti. Le chiavi della linea mediana saranno affidate alle loro qualità. Tra gli altri, l’unico che ha avuto continuità nell’arco della stagione è Matteo Pessina (ben 9 reti e 4 assist messi a referto da mezzala nel Como in Lega Pro), mentre Ghiglione, Vitale e Bifulco hanno trovato spazio in prima squadra solo sporadicamente.

È stato scarso anche il minutaggio di Panico nel Cesena (15 presenze, ma per una media totale di appena 31 minuti), mentre Luca Vido è on fire da un paio di settimane con il suo Cittadella: ben 4 reti segnate (due doppiette) nelle ultime due gare, che sommati ai 9 centri con la Primavera rappresentano un risultato più che discreto. Il peso dell’attacco di Evani graverà in ogni caso sulle spalle di Andrea Favilli e Riccardo Orsolini: per il primo 8 reti in 30 gettoni in Serie B – anche se concentrate quasi tutte nel periodo dicembre-febbraio – con la maglia dell’Ascoli, per il secondo altrettante reti (e 6 assist) in 41 gare in tandem con il compagno.

L’esaltante stagione di Orsolini ad Ascoli

L’Italia è stata inserita nel gruppo D assieme a Sudafrica, Giappone ed Uruguay, e giocherà le tre gare della fase a gironi tra il 21 ed il 27 maggio. L’avversaria più temibile per gli azzurri è indubbiamente la selezione sudamericana, guidata da quel Rodrigo Bentancur che pochi mesi fa è diventato un giocatore della Juventus. Allargando la panoramica agli altri gironi (sei in totale) sono tante le candidate alla vittoria finale. Il Portogallo di Ruben Dias, Diogo Gonçalves e José Gomes (elementi chiave del Benfica, finalista in Uefa Youth League), la Francia di Lafont, Tousart, Blas, Saint-Maxim e Augustin e la promettente Argentina sono tutte un gradino sopra – almeno sulla carta – rispetto all’Italia, sia in termini di esperienza che di qualità. Dall’altra parte c’è poi una tradizione che non parla affatto a nostro favore: dal 1977 – anno in cui è stato istituito il Mondiale Under 20, che si disputa ogni due – l’Italia non ha mai raggiunto neppure una finale. Viceversa, il blasone parla per le selezioni che vengono date anche a questo giro per favorite: l’Argentina ne ha vinti ben 6 (di cui 5 degli ultimi 11), mentre è celebre quello conquistato nel 2013 dalla Francia di Zouma, Umtiti, Digne e Pogba.

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