Il giovane Venezuela

Potrebbe vincere il Mondiale Under 20 alla sua seconda partecipazione: come è andata fin qui, e chi sono i protagonisti.

Non molti, probabilmente, avrebbero scommesso una cifra meno che considerevole sul Venezuela in finale ai Mondiali Under 20 in corso in Corea del Sud. Ma domenica 11 giugno la Vinotinto sfiderà l’Inghilterra al World Cup Stadium di Suwon per l’ultimo atto di una competizione alla quale era riuscita a qualificarsi solamente nel 2009, prima dell’edizione di quest’anno.

Il cammino verso la finale

Il Venezuela si è qualificato ai Mondiali Under 20 come terza classificata al Campeonato Sudamericano Sub-20 che si è disputato in Ecuador all’inizio dell’anno. In Corea del Sud il sorteggio ha riservato per la squadra allenata da Rafael Dudamel un girone con Germania, Messico e Vanuatu. All’esordio contro i tedeschi allenati da Guido Streichsbier, il Venezuela si è imposto 2-0 grazie alle reti di Ronaldo Peña e Sergio Cordova. vincendo poi con disarmante facilità contro Vanuatu: 7-0 il risultato finale, ma non bisogna farsi ingannare dal punteggio e dal nome dell’avversario. La formazione dell’Oceania, infatti, non è la squadra materasso che ci si potrebbe aspettare: contro Messico e Germania i giovani provenienti dall’arcipelago del Pacifico Meridionale, sotto la guida del tecnico montenegrino Dejan Gluscevic, vecchia gloria del calcio canadese, sono riusciti a perdere solamente per 3-2.

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Con un girone vinto a punteggio pieno, un percorso deciso segnato da 10 gol fatti e 0 subiti, i venezuelani si sono presentati al gran galà come gli ospiti d’onore che nessuno si aspettava di vedere al tavolo. La Vinotinto indossava però il vestito giusto, e ha voluto dimostrare di poter stare seduta accanto alle teste coronate più nobili della tradizione mondiale. Anche i bookmakers hanno riveduto le loro quote e, dopo gli ottavi di finale vinti per 1-0 ai tempi supplementari contro il Giappone, li hanno quotati come quarta favorita per la vittoria mondiale.

Ai quarti di finale il Venezuela ha superato, ancora dopo i tempi supplementari, gli Stati Uniti: capitanati da Yangel Herrera, che gioca proprio nella Major League Soccer con la maglia del New York City Fc, hanno dominato il match dal primo minuto di gioco, con un vero e proprio assedio condotto verso la porta difesa dal figlio d’arte Jonathan Klinsmann, caduto al ventesimo minuto. Eppure il goal di Sergio Cordova (segnatevi questo nome) è stato annullato dalla Var, e nonostante i numerosi tentativi del Venezuela, lo 0-0 ha retto fino al novantesimo. Al sesto minuto dei supplementari è l’ex Udinese Adalberto Peñaranda a portare in vantaggio i sudamericani e, dopo nove minuti, il numero 4, Nahuel Ferraresi, ha raddoppiato; inutile il gol al 117’ di Jeremy Ebobisse per gli Usa, eliminati dal torneo.

Il vero capolavoro dei venezuelani tuttavia, fino a questo punto, è stato il trionfo in semifinale contro l’Uruguay. Gli uruguaiani erano tra i favoriti per la vittoria finale e si sono presentati in Corea del Sud come campioni del Sudamerica. Eppure al Sudamericano Sub-20, l’Uruguay ha subito l’unica sconfitta del torneo proprio per mano del Venezuela, che l’8 febbraio scorso, a Quito si era imposta con un secco 3-0 contro quelli che, da lì a poco, vinceranno il titolo continentale di categoria. A Daejon, il primo tempo è stato equilibrato e si è concluso a reti inviolate; ma al minuto 49 Nicolas De La Cruz, del Liverpool Montevideo, ha portato in vantaggio l’Uruguay, trasformando un rigore assegnato dall’arbitro polacco Szimon Marciniak grazie all’ausilio della Var. La formazione allenata da Fabian Coito si è trovata con un piede e mezzo in semifinale quando, un minuto dopo il 90’, Samuel Sosa ha infilato una punizione sotto la traversa alle spalle del portiere Santiago Mele. E un altro portiere, stavolta quello venezuelano, è diventato l’eroe del penultimo turno: dopo che i supplementari si sono conclusi senza variazioni nel punteggio di 1-1 Wuilker Fariñez, diciannovenne estremo difensore della Vinotinto in forza al Caracas, ha parato due tiri dal dischetto portando la sua Nazionale in finale.

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I tre assi del Venezuela

Con 4 gol in 6 partite, Sergio Cordova è attualmente il vicecapocannoniere della Coppa del Mondo (alla pari con altri quattro giocatori) alle spalle dell’attaccante italiano Riccardo Orsolini, in forza all’Ascoli ma di proprietà della Juventus. Cordova, classe 1997, gioca in patria con il Caracas, formazione del massimo campionato venezuelano con la quale ha debuttato da professionista nel 2015; la sua media gol ai Mondiali è impressionante se si pensa che, nella sua squadra di club, ha realizzato 9 reti in 36 partite. La Pantera, come è soprannominato in patria, a luglio del 2016 ha subito un grave infortunio al quinto metatarso del piede sinistro che lo ha costretto a restare a lungo lontano dai campi di gioco: «L’infortunio mi ha aiutato a migliorare molto nel mio modo di stare in campo», ha detto Cordova al sito ufficiale Fifa. «Mettersi seduto a pensare mi ha aiutato a capire che tipo di giocatore sono. Prima amavo prendere la palla e partire di corsa; ora preferisco pensare un momento, dare più attenzione al gioco della squadra». Così si è trasformato in un cannoniere implacabile: ed è l’uomo che più di ogni altro gli inglesi dovranno temere nella finale di domenica 11 giugno.

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Adalberto Peñaranda è probabilmente il talento più puro dell’Under 20 del Venezuela. Nato il 31 maggio del 2017, quindi ventenne da pochi giorni, nel 2015 è stato acquistato dall’Udinese dei Pozzo che lo ha direttamente mandato a fare esperienza nella formazione spagnola di famiglia, il Granada; nella Liga debutta a 18 anni e segna il suo primo gol a dicembre contro il Levante, diventando il più giovane marcatore non spagnolo del massimo campionato iberico – meglio di Leo Messi, per intenderci. Dal 2015 gira tutte le squadre del gruppo Pozzo, dal Watford, nuovamente al Granada e all’Udinese, con cui gioca 6 partite in Serie A. Da gennaio è in prestito al Malaga, con cui da inizio stagione ha giocato 3 partite nella Liga. Peñaranda è probabilmente l’uomo maggiormente in grado di cambiare la partita con una giocata, più fantasista che attaccante puro: gioca nei tre trequartisti alle spalle del centravanti nel 4-2-3-1 di Dudamel.

Yangel Herrera, nato il 7 gennaio 1998, è un altro nome da tenere d’occhio nella Vinotinto, della quale è il capitano.  Centrocampista più di qualità che di quantità, è affiancato nella formazione tipo da Franklin Lucerna che ha compiti più difensivi. Herrera ha iniziato a giocare in patria nel Monagas Sc, prima di passare all’Atlético Venezuela nel 2016: il suo talento non passa inosservato e il Manchester City decide di acquistarlo nel gennaio scorso e lo manda in prestito al New York City in Mls per imparare il mestiere da quello che in tutto il mondo è conosciuto come il Maestro, un certo Andrea Pirlo.

 

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