Ci sono delle belle storie anche nella coppa nazionale statunitense

Succede più o meno ogni anno che due tra le più antiche coppe nazionali d’Europa, quella inglese e quella francese, forniscano ad appassionati e giornali spunti per raccontare storie poco usuali: piccole squadre che riescono contro i pronostici ad arrivare a sfidare altre squadre di primissimo livello, e magari a sconfiggerle pure. Nel 2000 in Coupe de France il Calais arrivò fino in semifinale, e l’anno scorso il Lille si ritrovò ad affrontare, a circa 15 ore di volo, l’As Excelsior, piccola squadra di Réunion.

In questi giorni negli Stati Uniti si sta giocando la Lamar Hunt U.S. Open Cup, un trofeo che, a differenza dei campionati nazionali – dalla vita travagliata, tra Nasl e Mls –, esiste da 103 anni. Vi partecipano 80 squadre, e soltanto la Open Canada Cup, l’equivalente canadese, è più antica – anche se soltanto di un anno. Martedì 13 giugno si è giocato il quarto turno tra D.C. United, squadra della capitale che milita in Major League Soccer, e Christos Fc, un team amatoriale di Baltimora.

Il Christos (la sua storia è stata raccontata dal Washington Post) ha sede in un “liquor store” e non si allenano con regolarità. Naturalmente, nessuno dei suoi componenti è un calciatore professionista, e tutti hanno altri lavori. Eppure durante il match contro il D.C. United, al minuto 23, proprio il team di Baltimora è passato in vantaggio, con una punizione di Mamadou Kansaye.

Il primo tempo, grazie alla rete di Julian Büscher, è terminato sul risultato di 1-1, e nel secondo tempo il D.C United ha dominato, chiudendo la partita sul 4-1. È stata comunque una Lamar Hunt Open Cup sorprendente, per il Christos, che nel turno precedente aveva battuto il Chicago Fc United, e aveva chiesto aiuto ai tifosi tramite una campagna di crowd funding per pagarsi il viaggio fino all’Illinois.