La Fifa e la lotta al razzismo nella prossima Confederations Cup

La Confederations Cup 2017 che verrà disputa in Russia, tra le città di Mosca, Kazan e Sochi, vedrà una novità in fatto di approccio degli arbitri: avranno, infatti, la possibilità di interrompere le gare se si dovessero accorgere di una qualsiasi forma di discriminazione da parte dei tifosi presenti. La nuova misura fa parte di una “three-step procedure” ideata dalla Fifa: «Ci sono cambiamenti importanti nella lotta contro la discriminazione. Tutte le iniziative che stiamo portando avanti sono finalizzate ad aiutare gli arbitri nella prevenzione di attitudini discriminatorie e assicurare un’atmosfera di rispetto all’interno degli stadi», ha dichiarato il presidente Gianni Infantino. L’edizione 2017 della Confederations Cup sarà la decima e vedrà coinvolte le vincitrici dei rispettivi titoli continentali, insieme con la vincitrice dell’ultima Coppa del Mondo e la nazione ospitante: in questo caos la Russia. Oltre ai padroni di casa, prenderanno parte alla competizione anche Germania (campione del mondo in carica), Australia (campione d’Asia), Cile (campione del Sudamerica), Messico (campione CONCACAF), Nuova Zelanda (campione d’Oceania), Portogallo (campione d’Europa) e Camerun (campione d’Africa).

L’ultimo dei casi più eclatanti vissuti nel nostro campionato, riguarda i cori razzisti all’indirizzo di Sulley Muntari nel corso di Cagliari-Pescara dello scorso 30 aprile. In quel caso il paradosso fu rappresentato dalla sanzione applicata dall’arbitro allo stesso giocatore pescarese, reo di aver avuto una condotta offensiva nei confronti del pubblico di casa. Proprio per evitare situazioni come questa, la Fifa sta lavorando con i propri osservatori per monitorare in maniera costante le qualificazioni e alcune amichevoli in vista della prossima Coppa del Mondo 2018. Il lavoro è coordinato dal Fare – Football Against Racism in Europe (Fare) network –, e ogni caso sanzionabile verrà inoltrato direttamente al comitato disciplinare della Fifa che valuterà le possibili azioni da mettere in atto. Il tutto è dovuto a uno studio fatto dall’ente sul calcio in Russia, il cui livello di razzismo è stato definito “completamente inaccettabile”.