Tévez e la Cina non si piacciono

di Redazione Undici 21 Settembre 2017 alle 16:32

Il trasferimento di Carlos Tévez in Cina dello scorso dicembre, un anno fa, aveva attirato le attenzioni di tutti: tifosi, aspiranti calciatori, giornalisti e forse anche qualche finto interessato dell’ultima ora. Colpa soprattutto dello stipendio multimilionario che la proprietà dello Shanghai Shenhua ha messo sul piatto per portare in Cina il talento dell’Apache.
L’acquisto dell’argentino è presto diventato il simbolo di un calciomercato che nell’arco di pochi mesi ha portato all’ombra della Grande Muraglia una buona dose di talento: si tratta di giocatori equamente divisi tra campioni attempati andati in Cina per svernare, e ragazzi che hanno ceduto al richiamo del denaro prima di aver esaurito i propri colpi nel calcio che conta. Tra il 2016 e il 2017, infatti, la Chinese Super League si è arricchita qualitativamente con gli arrivi di Pato, Pellè, Witsel, Alex Teixeira, perfino il brasiliano ex Chelsea Oscar. Ma il trasferimento di Tévez ha avuto un effetto speciale, soprattutto perché l’Apache ha rinunciato al suo “amato” Boca Juniors per accettare la ricca offerta proveniente da Shangai.

Mezz’ora non proprio esaltante

Per l’inizio di stagione, nello scorso marzo, Tévez si è fatto trovare subito pronto. Nonostante una forma fisica che a 33 anni non è più quella dei giorni migliori,  è partito fortissimo fin dall’esordio: un gol, due assist e un’intesa con il capitano della squadra, il centravanti Gio Moreno, che ha fatto pensare all’inizio di una stagione di grandi soddisfazioni. Da lì in poi, però, Tévez ha fatto sempre più fatica – tre gol totali alla venticinquesima di campionato, ma lui ne ha giocate solo 13 – e un atteggiamento, in campo e fuori, che non è piaciuto ai suoi nuovi tifosi. Lui stesso sembra aver contribuito a trasformare quello che sembrava un idillio in un rapporto conflittuale con la sua nuova casa.

Lo scorso aprile, quando formalmente era infortunato al polpaccio e non convocabile, è stato fotografato a Disneyland con la famiglia, dando i primi segni di uno scarso interesse verso i risultati di squadra. Con il passare delle settimane la forma fisica dell’Apache è peggiorata sempre più, fino a farlo diventare bersaglio di fischi e provocazioni da parte dei suoi stessi tifosi durante le partite. Pochi giorni fa Wu Jingui, l’allenatore dello Shangai Shenua, si è lamentato dello scarso impegno in allenamento e della forma fisica «inadeguata» dell’argentino e del compagno Guarín. La risposta di Tévez, d’altra parte, denuncia scarsa soddisfazione e mancanza di stimoli: «In Sudamerica e in Europa si impara a giocare da calcio da bambini, in Cina no. Dal punto di vista tecnico i giocatori non sono molto buoni e il calcio in sé è molto differente. Credo che nemmeno tra cinquant’anni il calcio cinese possa arrivare all’altezza di quello europeo», ha detto Tévez all’emittente francese SFR Sport.

>

Leggi anche

Calcio
La Repubblica Democratica del Congo non è arrivata a un passo dai Mondiali grazie a un rito voodoo
L'allenatore della Nigeria sostiene che sia andata proprio così, ma in realtà dietro questo percorso c'è un lavoro che va avanti da anni.
di Redazione Undici
Calcio
Per l’Irlanda, Troy Parrott è diventato un vero e proprio eroe nazionale
Una tripletta da epica del calcio, per un Paese che non partecipa a un Mondiale da un quarto di secolo. E oggi perfino l'aeroporto di Dublino ha cambiato nome in onore dell'attaccante.
di Francesco Gottardi
Calcio
Luis Campos, il direttore sportivo del PSG, sta pubblicando i suoi appunti su Twitter
L’uomo che ha architettato il trionfo in Champions League del club francese ha deciso di svelare i segreti più intimi del suo mestiere.
di Redazione Undici
Calcio
L’Italia di Gattuso non ha pregi evidenti, e ora più che mai ha bisogno di un’identità
La sconfitta contro la Norvegia ha evidenziato gli enormi problemi della Nazionale azzurra, problemi che il nuovo ct non ha ancora risolto.
di Alfonso Fasano