Tre cose sulla seconda giornata di Champions League

Dall'impatto di Mbappé sul gioco del Psg fino alla nuova indipendenza della Juventus, ma anche un Chelsea davvero contiano.
di Redazione Undici 28 Settembre 2017 alle 12:35

L’impatto di Mbappé 

Le prime pagine se le sono prese Neymar e Cavani, non foss’altro per i loro bisticci familiari, lo-batto-io no-tocca-a-me; però, nel Psg miglior attacco della Champions (alla pari con il Chelsea) che ha divorato un’altra pretendente al successo come il Bayern, è il grande impatto di Mbappè la buona notizia per Emery. D’accordo, si parla di un giocatore che sarà pagato 180 milioni di euro e che nella scorsa Champions ha segnato sei gol in altrettante partite tra ottavi e semifinali; ma spesso ci si dimentica che il francesino ha soltanto 18 anni, ed è appena sbarcato in una realtà diversa per ambizioni, pressioni e rilevanza mediatica rispetto a Monaco, casa sua per quattro anni. Di Mbappé stupisce la naturalezza con cui si è calato nella nuova squadra, e di come riesca a incidere allo stesso modo di pochi mesi fa, come se non avesse cambiato città o compagni: finora ha segnato due reti, contro Metz e Celtic, ma la sua importanza nel gioco del Psg va molto oltre i numeri, e la gara contro il Bayern ne è la dimostrazione più efficace. Con i francesi che hanno sbloccato immediatamente il risultato, il piano partita è stato quello ideale per Emery: il Psg ha potuto contare su una delle armi migliori a disposizione, la ripartenza. Così sono arrivate le reti del 2-0 e del 3-0, e in entrambe le azioni a spaccare la difesa tedesca è stato Mbappé: nel gol di Cavani ha messo in mostra come all’esplosività nel lungo sa abbinare la capacità di ragionare, attirando su di sé due giocatori del Bayern, proteggendo palla e poi scaricando al momento giusto per il destro vincente dell’uruguaiano; nel gol di Neymar irride con una finta da vecchia volpe Alaba, poi si incunea e mette una palla nel mezzo che il brasiliano è lesto a ribadire in rete.

Quel tocco di suola è puro piacere

Una Juve indipendente

La buona notizia per la Juventus è che anche quando Dybala prende qualche momento di pausa la squadra continua a funzionare. I bianconeri lavorano per essere meno dipendenti dall’argentino, che pure ha creato insieme a Higuaín i presupposti per la rete del 2 a 0 di Mandzukic. La Juventus sta trovando certezze: la possibilità di ruotare sempre più gli uomini offensivi a disposizione, un Bentancur magnifico per qualità di calcio e dedizione, una porta che rimane imbattuta nonostante una fase difensiva ancora altalenante. Certo l’Olympiacos è un avversario meno probante di altri ma l’unione, la solidità e il sostegno reciproco sono segni di un ambiente che sa riprendere facilmente il ritmo. Douglas Costa sta lentamente ma con costanza prendendosi lo spazio che compete a un giocatore acquistato per spaccare le partite, e nell’armonia di squadra nemmeno un problema a Pjanic dell’ultimo momento riesce a scalfire la serenità di una squadra solida all’inverosimile. Allegri ha elogiato lo Sturaro terzino, prevedendone un futuro luminoso nella nuova posizione. Cosa manca a questa Juve per ripetere quanto fatto lo scorso anno? Apparentemente nulla, se non un minimo di coesione maggiore tra nuovi arrivi e vecchie certezze. Buffon che elogia Higuaín, rimasto in panchina per la seconda volta di fila, mostra come l’ambiente sia coeso anche a dispetto del chiacchiericcio.

Finalmente

Il Chelsea ha la grinta di Conte

Piccolo dato statistico: l’Atlético Madrid ha perso in casa soltanto due gare dal 2014, e l’ultima prima di ieri era un 2 a 1 subito dal Benfica. Anche in quell’occasione la squadra di Simeone era passata in vantaggio per poi farsi rimontare. Quando al minuto 40 Griezmann realizza dal dischetto mettendo a segno la rete dell’1 a 0 sembra che la serata sia indirizzato su binari precisi. Non si sono fatti i conti con l’epica “contiana” del resistere, del lottare e sacrificarsi, della vittoria che può arrivare anche all’ultimo secondo. Così è stato, infatti. Con un’azione magnifica, in cui il gol arriva quando sembra troppo tardi, grazie a una serie di passaggi stretti la palla passa di piede in piede, muovendosi prima in orizzontale, poi in verticale, e ancora in orizzontale fino ad arrivare a Michy Batshuayi. Il belga è probabilmente il miglior dodicesimo uomo in giro per l’Europa al momento. La metà delle sue reti è arrivata negli ultimi 10 minuti delle partite: un dato che mostra quanto sappia essere impattante pur entrando dalla panchina e con un quantitativo di tempo limitato a disposizione. Il Chelsea si porta a 6 punti nel girone, aspetta la Roma con serenità e si gode la foga di Conte che sembra il carburante migliore con cui idratare una squadra che sa bene quando infiammarsi.

Quanta concentrazione ci vuole per essere così ordinati al minuto 93?
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