Tre cose sulla nona giornata di Serie A

La Juve non è in crisi, il gioco della Sampdoria, la storia d'amore tra Inglese e l'area di rigore
di Redazione Undici 23 Ottobre 2017 alle 11:46

La Juventus non è in crisi

Settimanalmente assistiamo alla presunta continua decadenza della Juventus, una squadra che ci ha abituato così bene da renderci capaci di celebrarne il funerale a ogni passo falso. Anche a Udine, con l’1 a 2 di Khedira appena arrivato e l’espulsione di Mandzukic per proteste, in molti erano pronti a scommettere sul crollo bianconero. Con una prova di carattere la squadra di Massimiliano Allegri ha tenuto testa ai friulani, disintegrandoli sulla lunga distanza. Quella della Juve è una crisi che sta solo nella testa di chi guarda. Le reti segnate sono già 27 (più del Napoli spettacolo) a fronte delle 77 totali dello scorso campionato, la precisione di tiro è salita al 55% rispetto al 47 totale del campionato 2016/17, quella dei passaggi è all’88%, mentre si fermava a 86 l’anno precedente. Dei duelli ingaggiati la Juventus vince il 69,08% e anche questo dato conferma un trend di crescita che è nei fatti un segno di dominanza. Anche quando viene percepita come “squadra in crisi” la Juve migliora il proprio rendimento, in maniera costante. In generale sembra una squadra più grintosa, che sa sopperire con la rabbia e il carattere ai momenti difficoltà: il 56,25% dei duelli aerei vinti e 108 intercetti complessivi fino a ora restituiscono il trend di una squadra che sembra tutto tranne che in difficoltà.

Non proprio la definizione di “squadra in crisi”

La Samp fa quello che vuole

Diciassette punti in otto partite, quinto miglior attacco del campionato e quarta miglior difesa. E poi ci sarebbe una partita da recuperare contro la Roma che dista un solo punto in classifica. La Sampdoria è una delle protagoniste di questa prima parte di stagione, e il 5-0 al Crotone è una nuova conferma. Giampaolo si è concesso anche il lusso di fare un po’ di turnover in vista del turno infrasettimanale contro l’Inter, mandando in campo Linetty e Caprari dal primo minuto, e Kownacki a gara in corso (e tutti e tre hanno segnato). I blucerchiati sono partiti forte per fare quello che gli riesce meglio, controllare il pallone per gestire i ritmi a piacimento: dopo una decina di minuti era già 2-0, e la gara già chiusa, almeno dal punto di vista agonistico. Esattamente quello che voleva la Samp. Solo un paio di mesi fa Giampaolo vedeva partire, uno dopo l’altro, gli uomini più importanti dell’ultimo campionato, con le cessioni di  Skriniar, Bruno Fernandes, Schick e Muriel, la colonna vertebrale della squadra praticamente: un problema per chiunque, specie per chi vive di automatismi. Ma oggi non c’è nulla che somigli a un problema di intesa, di affiatamento, per i blucerchiati. Anzi, uno degli uomini più importanti di queste otto partite è Duván Zapata, arrivato in estate, con caratteristiche diverse rispetto ai suoi predecessori. Solo Budimir può essergli vicino, per caratteristiche, nella rosa della scorsa stagione, ma quell’esperimento si è arenato dopo poche giornate. Il colombiano invece è già un pezzo fondamentale della nuova Samp, e lo ha dimostrato anche contro il Crotone: prima il rigore conquistato per il 2-0, poi l’assist a Caprari per il 3-0 che ha chiuso la partita.

In controllo dall’inizio alla fine

Maran ha bisogno di Inglese

La doppietta di Inglese in sette minuti, tra il 23’ e la mezz’ora, ha dato una svolta al derby di Verona, ribaltando il vantaggio iniziale di Daniele Verde. Anche se poi la sfida l’ha decisa Pellissier (non poteva essere altrimenti, per l’importanza che il valdostano ha nel Chievo), Inglese si è preso la scena nella seconda metà del primo tempo, quella in cui la squadra di Maran ha giocato meglio. Il gol del pari, di testa su un cross da calcio piazzato, è da vero attaccante. Come parte in anticipo per rubare il tempo al difensore, come si allaccia e resiste agli strattoni di Zuculini, e poi la furbizia di avvolgersi su se stesso per liberarsi e arrivare primo sulla palla, per schiacciarla a terra e battere Nicolas. Il colpo di testa è uno dei colpi migliori di Inglese, quest’anno tre dei suoi quattro gol sono arrivati così (l’altro è il rigore del 2-1 di ieri). Il momento di fiducia di Inglese – ha segnato un terzo dei gol dei clivensi (4 su 12) – lo ha reso l’uomo incaricato di concretizzare il lavoro dei compagni di squadra, quello che rende efficace il sistema di Maran, che sul gruppo e il gioco di squadra sta costruendo la sua salvezza tranquilla, come ormai da tradizione.

Dominare in area di rigore
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