Scommesse vinte

Sei giocatori che hanno cambiato squadra in estate e che ora stanno sorprendendo con grandi prestazioni.

Paulinho

All’inizio, il suo acquisto è stato tra i meno compresi, e tra i più criticati, tra quelli perfezionati dai grandi club. Un po’ per via di una carriera che l’aveva visto prendere il largo per la Cina a 27 anni, un po’ perché le sue qualità, si credeva, poco si sposassero in un sistema codificato come quello Barcellona. Nei fatti, Paulinho non è un giocatore tradizionalmente da Barça, però nell’impianto di Valverde trova ragion d’essere: questo perché, dopo la partenza di Neymar, i blaugrana non sono più necessariamente devoti allo schierare tre tenori davanti, ma hanno adottato nuove soluzioni. Come, a esempio, rinfoltire il centrocampo, con il brasiliano che fa coppia con Busquets: «Con Neymar eravamo più “improvvisi”, ma ora abbiamo maggiore compattezza», ha detto Rakitic. Testimoniato dalle sole quattro reti incassate dal Barça in campionato, dove viaggia spedito – 10 vittorie e un solo pareggio.

Non solo sostanza a centrocampo: con tre reti Paulinho è il secondo miglior marcatore del Barça

Richarlison

Tra i talenti brasiliani in circolazione, è uno dei meno mediatici, eppure Richarlison, passato al Watford quest’estate per una cifra attorno ai 12 milioni di euro, è una delle novità più interessanti della Premier League. Vent’anni, preferisce giocare alto a sinistra ma può svolgere anche il ruolo di punta centrale, ha segnato quattro volte finora, con tre assist. Due di queste reti, peraltro, sono arrivate in pieno recupero (il gol vittoria contro lo Swansea e quello del pareggio in rimonta contro il West Bromwich), come se il brasiliano si fosse attribuito il ruolo di uomo giusto al posto giusto. Non è ancora nel giro della Nazionale maggiore, anzi le sue presenze con la selezione si limitano a una decina di apparizioni con l’Under 20, ma la sua crescita è talmente lampante – tecnica, velocità, cattiveria sotto porta – che sarà impossibile non fare il grande salto.

Gran finta per eludere il portiere e battere a rete

Milan Skriniar

«Se devo scegliere qualcuno che mi somigli prendo Skriniar. Mi rivedo in lui: pochi fronzoli, molta sostanza». Così, alla Gazzetta dello Sport, si era espresso Walter Samuel, uno che di difesa se ne intende. L’impatto di Milan Skriniar in maglia Inter è stato incredibilmente efficace: che lo slovacco fosse tra i giovani difensori più interessanti del campionato era noto fin dalla scorsa stagione in maglia Samp, meno scontata era una crescita così convincente che, a 22 anni, l’ha portato a essere una sicurezza – e una delle chiavi del successo – della squadra di Spalletti. Skriniar è un marcatore puro, di quelli deputati a fermare gli avversari: per questo è ancor più sorprendente il fatto che sia tra i difensori meno fallosi del campionato, con appena otto scorrettezze sanzionate. Indice di un giocatore concentrato e bravo nell’intervenire in modo pulito, abilità che ne definisce una maturazione ben più rapida del previsto.

La specialità di Skriniar: fermare l’azione avversaria in modo pulito

Nemanja Matic

Uno dei temi che hanno tenuto banco nelle ore precedenti la sfida tra Chelsea e Manchester United è stato il passaggio di Nemanja Matic ai Red Devils in estate, con il serbo fuori dai progetti dei Blues nonostante un anno da protagonista con Conte in panchina. «Quando l’agente di Matic mi ha chiamato, sono rimasto sorpreso», ha detto Mourinho. «Mi ha chiesto se volessi prenderlo, e io gli ho risposto “certo che lo voglio”». In estate era bastata una manciata di amichevoli per far dire al portoghese che Matic «pensa calcio: ha esperienza, intelligenza, è un genio nel modo in cui agisce». Il serbo era il rinforzo a centrocampo di cui lo United aveva bisogno: schierato prevalentemente in coppia con Herrera, l’ex Chelsea ha rinforzato la cerniera difensiva della squadra, permettendo di avanzare il raggio d’azione di giocatori che l’anno scorso erano costretti a un sacrificio – inefficace, o parecchio limitante – in difesa, come Mkhitaryan e soprattutto Pogba. Matic è tra i giocatori dello United con il maggior numero di intercetti (1,8 a partita).

Esattamente quello che serve per far gongolare Mourinho: il recupero palla innesca immediatamente il contrattacco dello United

Geoffrey Kondogbia

Quando le cose non girano per il verso giusto, la più classica delle leggi in proposito chiama in causa la catastrofe: l’autogol da centrocampo, nel match di precampionato contro il Chelsea, è stata la più tipica delle applicazioni della suddetta legge nel caso di Geoffrey Kondogbia. Dopo due anni con l’Inter deludenti in confronto alle attese, quell’autorete ha sancito nel modo più grottesco la separazione delle strade tra il francese e i nerazzurri. Il prestito al Valencia è stato quasi un atto dovuto per risollevare la carriera dell’ex Siviglia, ma nemmeno al Mestalla si aspettavano un giocatore così dominante a centrocampo: la fisicità di Kondogbia è quanto si sposa meglio al gioco da playmaker di Dani Parejo nel centrocampo di Marcelino. «Riconosco che mi ha sorpreso molto», la confessione di Parejo, «non lo ricordavo a questo livello. Non è solo un giocatore difensivo, è molto di più, con il pallone tra i piedi è molto meglio di quanto si pensi».

Gol al Bernabéu, bel modo di presentarsi ai nuovi tifosi

Mariano Díaz

L’ottimo momento del Lione passa anche da un attaccante meno noto al grande pubblico: Mariano Díaz ha segnato ben nove gol in dodici partite di Ligue 1. Score eccezionale per un attaccante che ha sì 24 anni, ma che, nei fatti, è solamente alla prima stagione da titolare in una squadra di livello. Dominicano ma nato a Barcellona, Mariano ha infatti trascorso quasi tutta la sua carriera finora al Real Madrid, nelle giovanili prima e tra i grandi dopo – pur con molto poco spazio, facendosi notare per le 4 reti in 5 partite di Coppa del Re. Aver perso Lacazette per sostituirlo con un grosso punto interrogativo poteva essere una scommessa persa in partenza, invece così non è stato: Mariano non solo segna molto, ma è bravo a “costruirsi” il gol, con abilità e furbizia. È un giocatore che ha una discreta tecnica ma è fisicamente che mette in soggezione gli avversari, perché è bravo nel difendere palla e abile nel gioco aereo.

Prendersi gioco di una difesa intera