Alan Shearer è preoccupato dai troppi colpi di testa in carriera

Con 260 gol, Alan Shearer è il giocatore ad aver segnato più gol nella storia della Premier League: l’ex attaccante di Blackburn e Newcastle – tre volte capocannoniere del campionato, dal 1994/95 al 1996/97 – precede in classifica Wayne Rooney (202 reti) e Andy Cole (187). Una delle specialità di Shearer era il colpo di testa: delle 260 realizzazioni complessive, 46 sono arrivate in questo modo, il che ne fa, nella storia della Premier, il secondo più prolifico sotto questo aspetto dietro Peter Crouch. Ora, però, undici anni dopo il ritiro dal calcio professionistico, l’ex attaccante inglese ha ammesso di essere preoccupato per i tanti colpi di testa in carriera, che potrebbero avergli procurato demenza e perdita memoria.

Intervistato dal Mirror, Shearer ha detto: «Ho una memoria davvero disastrosa. Non so se è per via del fatto che tendo a non ascoltare, ma è così». L’ex Newcastle si è perciò sottoposto ad alcuni test: «Sono stati abbastanza snervanti. Quando giochi a calcio da professionista ti aspetti di avere problemi alle ginocchia, alle caviglie, alla schiena, cose che effettivamente ho. Ma non ho mai pensato che il calcio potesse procurarmi danni cerebrali. Per ogni gol che ho segnato di testa in una partita, ho colpito un pallone mille volte in allenamento. Se dovesse esserci un’associazione tra le cose, è qualcosa che mi mette in grave pericolo».

I 206 gol di Shearer con la maglia del Newcastle

Proprio il Mirror ha raccontato che ci sarebbero 375 ex calciatori inglesi a soffrire di disturbi mentali come la demenza. «Non è stata fatta la benché minima ricerca in proposito», ha detto Shearer, «le autorità calcistiche sono state molto riluttanti nel trovare risposte. Hanno nascosto tutto sotto il tappeto, e non è una cosa positiva. Il calcio deve prendersi cura di vecchi giocatori con problemi di demenza e mettere fine a questa abitudine di gettarti in una discarica una volta che hai smesso. È un gioco tosto, è un gioco fantastico, ma dobbiamo essere sicuri che non diventi un gioco omicida».