Tre cose sulla diciasettesima giornata di Serie A

Dai record su punizione di Miralem Pjanic all'inattesa tenuta difensiva della Fiorentina, e poi i protagonisti della bellissima sfida di Bergamo.
di Redazione Undici 18 Dicembre 2017 alle 12:25

Quando si accende Miralem Pjanic

Marcato alto da Erick Pulgar, il numero 5 della Juventus aveva faticato nei minuti iniziali a trovare il proprio spazio d’azione contro il Bologna. Inizialmente Pjanic si è limitato a gestire il possesso, spesso andando all’indietro senza riuscire a incidere realmente sul gioco della propria squadra. Ma Miralem è uno di quei giocatori a cui serve poco per switchare verso un nuovo corso: gli è bastato posizionare il pallone, lì dove si incrociano le linee esterne dell’aria di rigore, e calciarlo con una traiettoria perfetta per sbloccare la gara e salire di livello. Da quel momento, quella che sembrava una delle prestazioni meno appariscenti della stagione si è trasformato in un ennesimo saggio del calcio intelligente di Pjanic. Negli ultimi 10 anni di Serie A nessuno ha segnato più gol su calci da fermo: con quello di ieri fanno 14 realizzazioni. Dieci minuti più tardi, il centrocampista bianconero ha servito un assist millimetrico per la rete di Mario Mandzukic. E così la Juventus ricomincia a macinare gol e gioco, non completamente dipendente da Mire, ma abbastanza legata agli umori del suo numero 5.

La specialità della casa

La solidità difensiva della Fiorentina

Era difficile pronosticare a inizio anno una Fiorentina così solida in fase difensiva. Nonostante ieri la vittoria contro il Genoa non sia arrivata per l’imprecisione di Simeone e compagni, la Viola allenata da Pioli presenta la quinta miglior difesa della Serie A. La Fiorentina è una squadra reattiva: effettua 18,2 tackle a partita, solo Crotone e Atalanta fanno meglio. È quinta anche in fatto di tiri concessi agli avversari: sono 10,9. Solo Napoli e Juventus fanno decisamente meglio, mentre Milan e Atalanta tengono una media molto simile a quella dei toscani. Ma c’è anche una atteggiamento estremamente aggressivo che porta gli uomini di Pioli a commettere 14,7 falli di media a partita e, considerando che Cagliari e Genoa hanno la stessa media, i viola sono tra le prime tre del campionato nella speciale classifica. Pochi a inizio anno avrebbero scommesso sull’affidabilità di un reparto formato da Biraghi, Astori, Pezzella e Laurini, e invece le prestazioni dei singoli (Pezzella su tutti) stanno stupendo. Nonostante la rivoluzione estiva e la perdita di un quantitativo importante di talento, la Fiorentina sta ripartendo da nuove certezze.

Pezzella in anticipo su Pandev, che non vede il pallone

Atalanta-Lazio e la sfida tra i singoli

Quella di Bergamo è stata una sfida spettacolare tra due squadre che propongono un calcio bello in maniera differente. Ma è stata anche la partita dei singoli, dagli errori individuali di Bastos e Wallace alle partite di classe superiore di Josip Ilicic e Sergej Milinkovic-Savic. Lo sloveno è da sempre un giocatore incognita: tanto devastante quando è in giornata, quanto abulico e scostante quando scende in campo con l’atteggiamento sbagliato. Ieri Josip ha scelto di mettere in campo la sua versione migliore, dialogando con Hateboer o Gómez come in occasione dell’1-0. Quattro tiri totali, due dribbling ma anche dedizione al recupero palla e all’interruzione della manovra degli avversari. Gasperini sta restituendo a Ilicic la fiducia e la determinazione che in alcuni momenti sembrava mancargli. Milinkovic-Savic è ormai un giocatore di livello altissimo: ieri il serbo ha messo insieme una doppietta, 2 dribbling, 4 tackles, 2 contrasti aerei vinti e una sensazione di strapotere fisico e mentale che difficilmente si ritrova altrove. Ha già pareggiato il numero di gol realizzati lo scorso anno (4), ma con la metà delle gare disputate. Non è un caso che in tribuna ci fosse Paratici a seguirlo da vicino.

Il primo gol di Milinkovic-Savic
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