Se l’avete comprato, tenete tra le mani il diciannovesimo numero di Undici nei giorni delle feste natalizie, oppure di quelle di fine anno. State, probabilmente, pensando a rilassarvi, o facendo un bilancio dei trecentosessanta e più giorni lasciati alle spalle. Funziona così per tutti, e anche noi, che chiudiamo un bel 2017 con una doppia copertina, faremo nelle prossime settimane la stessa cosa. A guardare le cose fatte quest’anno non possiamo che, timidamente, sorridere: a gennaio eravamo a Torino a parlare con l’attaccante italiano del momento, Andrea Belotti, ma anche a casa di Claudio Ranieri, o dentro la fabbrica Panini; per il numero successivo stavamo sulla terrazza di Trastevere di Daniele De Rossi, e andavamo poi a fotografare e raccontare il derby di Genova, e a fare una gita a New York; in estate, a Venezia con Filippo Inzaghi, poi a scavare nell’anima del tifo milanista, e in giro per le Fiandre a documentarne lo sviluppo sportivo-economico; alla ripartenza di settembre, a Madrid con Sergio Ramos, a Roma a immergerci nella mistica laziale, in Inghilterra a indagare i legami, solidissimi, tra Brexit e nazionalismo sportivo; di nuovo in Italia a ottobre, con l’attaccante più in forma del campionato – Mauro Icardi – o a chiacchierare di calcio e cinema con lo sceneggiatore di Sorrentino, intervistare e fotografare i talenti, speriamo, del futuro, e parlare di politica e basket con Ettore Messina.
Abbiamo fatto tante cose ma vogliamo farne ancora di più, e continuare a farle meglio, in modo più originale, più bello, e più utile. In questo numero siamo riusciti a intervistare e fotografare, a Torino, due colonne della Juventus, ma siamo anche andati dall’altra parte del cuore cittadino, allo stadio con i granata; abbiamo parlato di passioni e snobismi con Francesco Mandelli mangiando una lasagna al ragù, e negli studi televisivi delle emittenti locali campane per capire il successo del loro modello. Ci muoviamo, parliamo con tutti, proviamo a far parlare tutti con noi – non è facile, affatto – e ci intestardiamo per avere spunti, idee e tagli diversi, esclusivi, originali. Dal 2018 ci impegneremo ancora di più, e cambieremo anche qualcosa, per avere più libertà ancora, per migliorare il discorso sportivo e culturale ulteriormente, per raccontare più persone e storie, perché sono quelle, alla fine, la base di tutto.