La numero 14 del Barça

Sarà la maglia che vestirà Coutinho, ma poche volte ha avuto grandi interpreti: nemmeno Johan Cruijff, che in Spagna aveva la 9.

Il perché Johan Cruijff vestisse la maglia numero 14, scelta decisamente originale per l’epoca, lo ha spiegato Alec Cordolcini su Undici qualche tempo fa: «Il numero di Cruijff all’Ajax è stato il 9 fino al 30 ottobre 1970. Ma quel 30 ottobre, partita casalinga contro il Psv, Cruijff tornava in campo dopo un infortunio. Il 9 lo aveva preso Gerrie Muhren, il giocatore che lo aveva sostituito nelle partite precedenti, e al momento del rientro Cruijff venne mandato in campo al posto di Dick van Dijk, quindi entrò con il 14. Quello era e quello è rimasto. Interessante quello che ha scritto Nico Scheepmaker nel suo “Cruijff, Hendrik Johannes, fenomeen”, sulla simbologia del numero 14: «JC è nato alle ore 14:00. Viveva in Scholeksterlaan al numero 14. La targa della sua auto era 14-14-TS. Il suo numero di telefono iniziava e terminava con il numero 14, ad esempio quando abitava a Vinkeveen era 14914».

Quando l’olandese si trasferì a Barcellona, nel 1973, sarebbe tornato a vestire la maglia numero 9, ma per un motivo molto semplice: la lega permetteva soltanto l’utilizzo di numeri che andavano dall’1 all’11. Perciò Cruijff vestì il 14 blaugrana in occasioni non ufficiali, anche se la forza iconica di quel numero gli rimase attaccata addosso, come in occasione del tributo che il Camp Nou gli omaggiò dopo la morte – nell’aprile 2016, in occasione di un Barcellona-Real Madrid, al minuto 14 la folla ha scandito a gran voce il nome di Cruijff, e il 14 era onnipresente nelle coreografie e nelle magliette celebrative. La suggestione del numero sulla divisa blaugrana, perciò, rimane intatta: e non è un caso che sarà Coutinho, l’ultimo grande acquisto del Barcellona, il prossimo a indossare quella maglia (mai successo in carriera: a Liverpool aveva il 10).

FBL-ESP-LIGA-BARCELONA-REALMADRID

Il 14 a Coutinho ufficializza anche l’addio di Mascherano ai blaugrana: l’argentino, che dovrebbe chiudere la carriera in Cina con l’Hebei Fortune, ha avuto continuamente la maglia dal 2010/11, stagione del suo arrivo in Spagna. Prima di lui, era stato Thierry Henry, per tre anni, ad avere la 14 blaugrana: lo stesso numero che il francese aveva all’Arsenal (ma non in Nazionale francese: lì indossava il 12, numero che avrebbe ripreso ai Gunners in occasione del suo ritorno nel 2012, perché Walcott non voleva lasciargli il 14 che nel frattempo era diventato suo).

A differenza, però, di altri casi come la maglia numero 7 del Manchester United, la 14 del Barcellona, prima di Henry, non ha avuto testimonial eccellenti. La suggestione maggiore fu la scelta della maglia da parte di Jordi Cruijff, figlio di Johan, che giocò nella prima squadra del Barça tra il 1994 e il 1996, dopo esservi arrivato nelle giovanili nel 1988, contemporaneamente all’arrivo del padre sulla panchina dei catalani. Dopo di lui, la 14 andò al nigeriano Emmanuel Amunike, che rimase a lungo a Barcellona (dal 1996 al 2000) ma che, anche a causa di un infortunio, giocò davvero poco: appena 19 presenze, e un gol al Logroñés. Dal 2000 al 2005 la 14 finì sulle spalle di Gerard, dal 2015 allenatore del Barcellona B. Ruolo ricoperto anche da Eusebio Sacristán, oggi tecnico della Real Sociedad, dal 2011 al 2015: anche lui ha vestito la 14 blaugrana, nel 1993/94. Nel 1991/92 toccò a Txiki Begiristain, un altro che rimase nel Barcellona dopo il ritiro: dal 2003 al 2010 fu direttore sportivo del club. Nessuno di loro, però, ha indossato a lungo la maglia: brevi parentesi sono toccate anche a Santiago Ezquerro, Óscar García, Lluís Carreras, Iván Iglesias, Cristóbal Parralo, Miguel Ángel Nadal e Miquel Soler.