Cinque piccoli trasferimenti di gennaio

Nomi nuovi – e di prospettiva – appena arrivati in Serie A.

Zinédine Machach

Il Napoli l’ha preso a parametro zero: Machach si era svincolato a ottobre dopo aver rotto con l’allenatore del Tolosa, la squadra dove ha quasi sempre giocato da professionista – se si eccettua il prestito dello scorso anno a Marsiglia. È un giocatore offensivo che può giocare un po’ ovunque a centrocampo: mezzala è il suo ruolo più congeniale, ma può fare anche l’esterno alto nel 4-3-3 di Sarri (in Francia, a esempio, lo ha fatto nel 4-2-3-1), e lo scorso anno si è reinventato anche interno in un centrocampo a due. Questo perché ha anche qualità difensive: è un giocatore molto strutturato, lo scorso anno effettuava  2,2 tackle e quasi un intercetto a partita. Ma è soprattutto palla al piede che svela il meglio del suo repertorio: velocità e tecnica, quando parte palla al piede è difficile da fermare. Deve migliorare nel decision making ed essere più presente sotto porta: non tira molto, tanto che in carriera ha segnato appena tre gol.

Una tipica azione “alla Machach”: uno contro uno più accelerazione

Damir Ceter

È giovanissimo: ha 20 anni, compiuti lo scorso novembre, ma il Cagliari lo ha prelevato dal Quindio, formazione colombiana, per oltre tre milioni di euro. Si tratta di una punta centrale, molto fisica, che può essere paragonato al connazionale Duván Zapata: difficile da ostacolare, molto presente e generoso, visto che svaria molto sul fronte offensivo. Nel 2016, in seconda divisione colombiana, andava alla media di un gol ogni due partite, rendimento che gli ha fruttato l’interesse dellì’Independiente Santa Fe in massima serie, con cui ha giocato in prestito nell’ultimo anno. Nel 2017 ha disputato il Sudamericano Under 20, segnando due gol in due partite – prima di saltare il prosieguo della competizione per infortunio: non solo forza fisica, ma anche un discreta capacità di farsi trovare al posto giusto al momento giusto.

Lo si ferma solo con le cattive

Bryan Dabo 

Con Veretout, lo scorso anno al Saint-Étienne, la Fiorentina ha trovato un elemento molto interessante; in questa finestra di mercato i viola hanno preso un suo ex compagno di squadra, Bryan Dabo, centrocampista 25enne molto duttile. Se la sua posizione naturale è davanti alla difesa, Dabo è un giocatore che può ricoprire anche altri ruoli – in Francia ha fatto tantissime volte il terzino destro. Questo gli è consentito da un piede piuttosto educato – lo si vede, spesso, lanciare lungo con estrema precisione, o recapitare cross con i giri giusti. Senza dimenticare una straordinaria fisicità, che lo rende uno sradica-palloni di estrema utilità. In generale, è la sua bravura nella lettura delle situazioni a colpire: quando rompe le azioni avversarie, o quando si inserisce con i tempi giusti.

Qui, per esempio, capisce in anticipo le intenzioni dell’avversario e ne approfitta per ripartire l’azione dei suoi

Vitalie Damascan

Il Torino lo ha pescato allo Sheriff Tiraspol, in Moldavia, dove resterà fino al termine della stagione. Ma l’investimento da 1,5 milioni di euro per il cartellino fa capire quanto i granata puntino sul giovane attaccante, 19 anni ma già nel giro della Nazionale maggiore – e presenza fissa in Europa League questa stagione. È una punta più tecnica che di peso (è alto 1,80 metri), ma in area non soffre la fisicità degli avversari: anzi, è molto bravo nel gioco aereo. Ma Damascan sa fare gol in tutti i modi, visto che sa calciare bene con entrambi i piedi. Capocannoniere nell’ultimo campionato nazionale, con 13 gol in 17 partite: in area di rigore sa sempre come prendere il tempo all’avversario.

Un gol preparato da un gran movimento

Mauricio Lemos

Ha appena compiuto 22 anni, ma nei due anni e mezzo con il Las Palmas è diventato un leader difensivo: ha personalità e sa giocare benissimo con i piedi. Il Sassuolo lo ha preso in prestito con diritto di riscatto: un periodo di apprendistato che farà capire se l’uruguaiano si adatterà in fretta al calcio italiano. Il suo nome, in passato, è stato accostato a big: il Barcellona su tutti, con Lemos che ha rifiutato la destinazione nell’estate del 2016 perché in quel momento così delicato di crescita avrebbe preferito giocare con continuità. Ma è facile capire perché il Barça voleva puntare su di lui: non è un marcatore arcigno ma preferisce l’anticipo, facendo leva sulla padronanza dello spazio; ha un’ottima capacità di lanciare lungo, come dimostrano le statistiche di questo campionato – una pass accuracy dell’87 per cento, dato ancor più rilevante se si pensa che, tra i giocatori di movimento della Liga, è tra quelli che più volte lancia lungo.

La personalità con cui si stacca dalla linea difensiva e anticipa l’avversario