In Inghilterra il Manchester City viene picchiato troppo?

Guardiola e giocatori sono preoccupati degli interventi duri commessi dagli avversari, e soprattutto dalla scarsa protezione riservata dagli arbitri.

In Premier League restano da disputare ancora tredici giornate, eppure già oggi ci sono pochi dubbi sul Manchester City campione: il vantaggio della squadra di Guardiola – 68 punti, con 22 vittorie in 25 partite – è salito ulteriormente nell’ultima giornata di campionato. Ora il City ha 15 punti in più dello United secondo, e questo vuol dire che sarebbe matematicamente campione vincendo altre otto partite, senza doversi preoccupare dei risultati delle inseguitrici. Il successo per 3-0 nell’ultima gara contro il West Bromwich, peraltro, ha consegnato ai Citizens un incredibile traguardo: il raggiungimento dei cento gol stagionali già a fine gennaio.

Lo strapotere tecnico del City, però, ha un lato negativo: i troppi falli, anche duri, a cui gli avversari ricorrono per fermare i giocatori in maglia celeste. Almeno stando a quanto affermano Kevin De Bruyne e Bernardo Silva, che si sono detti preoccupati per la poca protezione riservata loro dagli arbitri. L’ultimo caso eclatante è l’infortunio di Leroy Sané, nella gara di Fa Cup contro il Cardiff: Joe Bennett, calciatore della formazione gallese, è entrato in modo spericolato sulla caviglia del tedesco, che ora dovrà rimanere fuori per più di un mese (addirittura tre, secondo quanto riporta L’Équipe). Per quell’intervento, Bennett è stato soltanto ammonito e Guardiola si è arrabbiato molto: «Gli arbitri devono proteggere tutti i giocatori. C’è un solo uomo che può decidere cosa è corretto e cosa non lo è. Se non lo fa, può succedere qualsiasi cosa».

De Bruyne, uno dei giocatori con maggior qualità del City e quindi tra quelli maggiormente bersagliati dagli avversari, si è così espresso: «A volte per noi diventa molto frustrante. Un sacco di squadre commettono troppi falli su di noi. Noi facciamo fallo e prendiamo un giallo. Non so come sia possibile. So che a volte si tratta di falli tattici, ma è il modo che conta. Puoi anche strattonare per la maglia, che è più efficace di un tackle». Bernardo Silva ha avvalorato il pensiero del compagno: «Ovviamente mi sento bersagliato. Con il tecnico e i compagni parliamo sempre di questo. Come dice l’allenatore, gli arbitri devono fare il loro dovere: se un intervento è da cartellino rosso, va sanzionato con l’espulsione. Questo non è mai successo negli ultimi mesi. Speriamo che comincino a proteggerci perché il modo in cui le altre squadre giocano contro di noi non fa parte del calcio».

Anche nella gara contro il West Bromwich gli interventi duri non sono mancati. Particolarmente pericoloso il tackle di Matt Phillips su Brahim Diaz negli ultimi minuti, e anche in questo caso il fallo è stato sanzionato solamente con il cartellino giallo. Prima, nell’occasione del gol del 2-0, per fermare il contropiede del City James McClean aveva provato a entrare su De Bruyne con un tackle pericoloso da dietro, senza però riuscire a fermarlo. Il belga si è detto scioccato dopo aver rivisto l’azione al replay: «Non pensavo che il tackle fosse così pericoloso, semplicemente non l’avevo visto. Basta dire che lui non poteva nemmeno raggiungere il pallone».

Le due entrate pericolose dei giocatori del West Bromwich: prima il duro tackle su Brahim Diaz, poi il mancato intervento ai danni di De Bruyne nell’occasione del gol del 2-0

Il Telegraph ha stilato una lista di dieci pericolosi interventi ai danni di giocatori del Manchester City che avrebbero meritato il cartellino rosso (e così invece non è stato). De Bruyne è una delle vittime preferite: si contano almeno tre entrate da espulsione sul belga (Alli del Tottenham, Puncheon del Crystal Palace e lo stesso McClean nella già citata gara con il West Bromwich). Ovviamente c’è anche il duro tackle di Bennett su Sané; completano la lista gli interventi di Cook del Bournemouth su Gabriel Jesus, Yacob del West Bromwich su Gundogan, Kane su Sterling, Murphy del Newcastle su Gundogan, ancora Bennett su Brahim Diaz (nell’occasione espulso, ma solo per somma di ammonizioni) e il già citato Phillips su Diaz.