Darko Grncarov, il tennista che non esisteva

Era "amico" di tennisti reali e molto forti, e seguitissimo sui social network. Ma non era un tennista, più o meno.

Chi è Darko Grncarov? Per alcune settimane grandi marchi e atleti del circuito si sono appassionati alla storia di questo tennista dalla storia drammatica: cresciuto in Macedonia, a soli 20 anni, aveva già molto da raccontare. C’entra un miracoloso recupero da un coma durato mesi, e una lunga riabilitazione, ma anche la capacità del tennista di vendere se stesso. Dopo che Tennys Sandgren aveva twittato commenti omofobi, Grncarov era stato tra i primi a scagliarsi contro l’atleta statunitense. Ma come è riuscito un misconosciuto atleta macedone a diventare così influente?

Una sponsorizzazione in arrivo con adidas, Serena Williams tra i follower Twitter, l’ex tennista James Blake che si augura di poterne commentare un giorno un match. Grncarov non è totalmente inesistente, è un personaggio reale che è stato capace di costruire intorno a sé una storia credibile. Come? Qui sta il mistero. Slate ha indagato su questo fenomeno avvincente, che nel 2014 avrebbe vinto un torneo ad Amsterdam contro avversari inesistenti. Anche qui, il luogo del torneo esiste, è il tennis club di Kattenlaan, ma gli avversari battuti dal giovane macedone sono inesistenti o mai visti dalle parti dell’Olanda più profonda.

Ma in Macedonia storie di sport così importanti, in particolare in fatto di tennis, sono materia rara. Così una tv di Strumica invita Grncarov per parlare delle sue gesta e il ragazzo si mostra orgoglioso esibendo il trofeo e parlando della vita di un tennista di un circuito minore. Ma la verità è diversa: uno dei pochi record sul ragazzo riguarda una sconfitta per 6-0 6-0 contro Nikola Vukotic, altro tennista che in sette anni ha vinto un solo altro match in carriera. Due anni dopo, il macedone fa il suo ingresso nel primo torneo pro della sua carriera, un Itf a Sharm el-Sheikh, in Egitto, ma si ritira prima di giocare la prima sfida. Alcuni siti macedoni continuano però a riportarne fantomatiche vittorie.

Ma il fenomeno Grncarov è anche e soprattutto social. Su Twitter sono centinaia gli account che lo seguono, lo difendono quando viene attaccato, ma, forse per rendere il tutto più vero, cominciano a spuntare anche account che lo insultano. Tutto fatto per sembrare reale. Il macedone trova contatti e l’interesse di uno degli executive producer dell’Ellen DeGeneres Show che pare voglia invitarlo come ospite del programma. Secondo una studiosa del Computational Propaganda Project di Oxford, quelli legati al tennista sarebbero veri account, curati da persone reali, non bot. Quando il ragazzo pubblica un tweet in cui racconta la malattia e il suo percorso di recupero riceve centinaia di attestati di stima.

La storia comincia a girare in Europa: siti francesi e britannici si interessano a lui. Alcuni riportano la possibilità che possa giocare in doppio con il serbo Viktor Troicki. La sua storia, il suo impegno contro l’omofobia e le discriminazioni, ne fanno un personaggio che cresce a dismisura. Ne parla con grande passione anche Martina Navratilova che retwitta alcune sue dichiarazioni anti-omofobia in occasione del torneo di Melbourne. Dopo il coma del 2016, Grncarov sarebbe pronto per tornare a giocare se solo il suo ritorno non fosse rallentato dalla morte della madre.

La voce di Grncarov cresce fino ad avere inviti radiofonici alla Bbc, mentre Serena Williams gli scrive messaggi in privato dove ne esalta il coraggio:«Wow che storia incredibile. È la gente come te ad ispirarmi. Sarà mio piacere incontrarti al più presto! Con affetto! Xxx». Quando Slate chi scrive per un’intervista, il ragazzo accetta ma a patto che non venga registrato né audio né video. Nonostante ammetta di avere un record di gare ancora molto limitato, si altera quando gli viene chiesto del suo torneo in Egitto. Secondo quanto scritto dal magazine Metro, infatti, in quello stesso periodo Darko avrebbe dovuto essere in coma. Da qui in poi Grncarov comincia a non voler più rispondere alle domande, e quando l’intervistatore gli dice di sospettare che le foto e i video usati sui social siano di altre persone il macedone blocca la conversazione, disattivando poi ogni account.

E se Grncarov fosse una gigantesca fake news? Sempre secondo Slate, Saska Cvetkovska, una giornalista investigativa macedone, l’atleta non avrebbe fatto altro che lavorare per una gigantesca troll factory. Probabilmente la stessa che secondo il Guardian, nell’agosto del 2016, fece partire da Velese, a 50 miglia dalla cittadina di Strumica – quella in cui Grncarov vive –, una serie di siti di news pro-Trump. È così che Grncarov avrebbe creato un Doppelgänger virtuale.