Tre cose sulla ventinovesima giornata di Serie A

Le prestazioni diverse, ma ugualmente convincenti, di Inter e Roma; il Milan ringrazia (ancora) André Silva; l'Atalanta continua a fare l'Atalanta.

Inter e Roma hanno ricominciato a correre

Lo sprint per il quarto posto, ultimo posto utile per la Champions, è una tra le competizioni nella competizione più interessanti di questo campionato. Il risveglio del Milan gattusiano – cinque vittorie di fila, come non capitava dall’aprile 2014 – ha aggiunto altro pepe alla sfida – tra le due milanesi, per dire, ci sono cinque punti, e un derby da disputare nelle prossime settimane. Se la Lazio si è impantanata – otto punti nelle ultime otto partite – Inter e Roma hanno ripreso a pigiare sull’acceleratore. Del weekend è stata particolarmente impressionante la prova dei nerazzurri, che già avevano mostrato segni di ritrovata solidità mentale nel pareggio interno contro il Napoli. Nel 5-0 contro la Sampdoria, la copertina se l’è presa capitan Icardi, autore di quattro reti, ma la verità è che tutta la squadra ha funzionato come non si vedeva da tempo: si è visto coraggio nelle giocate, non più timore di sbagliarle, tanto da farsi bastare mezzora perché la forza d’urto dei nerazzurri spazzasse via la Samp.

La vittoria della Roma, a Crotone, è stata molto diversa, ma si possono trovare identici significati. Diversa, perché i giallorossi non hanno fatto a pezzi gli avversari, soffrendoli pure in alcune circostanze; di stesso valore, perché la Roma ha mostrato di esserci – e bene – in questo campionato, e di avere ottime possibilità di tornare in Champions il prossimo anno. Nelle ultime sette gare di campionato ha vinto sei volte – solo il Milan ha fermato la corsa di Di Francesco – e a questo dato va aggiunta anche la qualificazione ai quarti di Champions, martedì scorso. Per certi versi, le vittorie su Shakhtar e Crotone sono due facce della stessa medaglia: questa Roma sa essere paziente, non schizofrenica; sa quando è il momento giusto per colpire, non corre all’impazzata; sa addomesticare la gara, non subirla. Ed è da questi dettagli che passano le ambizioni di una squadra.

Sampdoria-Inter 0-5

André Silva: due gol, quattro punti

Quella contro il Chievo è stata una delle gare più pazze della stagione rossonera, una montagna russa di emozioni conclusa all’82’ quando Andrè Silva si fa trovare al centro dell’area piccola del Chievo. Pochi minuti prima, un colpo di testa di poco fuori aveva dato l’assaggio di quello che stava per accadere. Il portoghese si sta specializzando nel ruolo di supersub, di numero 9 sulle cui spalle caricare le aspettative e le necessità di una squadra che vuole centrare qualcosa di grande. Quando c’è un problema da risolvere e la squadra stenta a trovare il colpo risolutivo, metti dentro André e tutto cambia. Da oggetto misterioso a risolutore nel giro di due settimane, due gare decise da suoi gol e un’autostima ritrovata. In conferenza stampa Gattuso ha voluto sottolinearne la dedizione al lavoro, la voglia innata di migliorarsi allenamento dopo allenamento. Le sedute extra di tiri, la voglia ritrovata, “il veleno” in pressione che Rino gli aveva chiesto appena arrivato a Milanello. È così che il portoghese si è risvegliato: terzo tra gli attaccanti portoghesi dell’anno dopo Cristiano Ronaldo e Bruno Fernandes, 10 gol e 2 assist tra campionato e coppe e una dimensione ritrovata. Il Milan si gode una possibile coppia Cutrone/Silva, rispettivamente 20 e 22 anni, un attacco futuribile e prezioso. Con la Champions League a meno 5 punti, con il derby contro l’Inter del prossimo 4 aprile, i rossoneri si trovano a sperare ancora in qualcosa di grande.

Milan-Chievo 3-2

Non ci stiamo accorgendo dell’Atalanta

A molti è sembrato che la “favola” – termine improprio ma che rende l’idea – dell’Atalanta sia tramontata in una serata di Reggio Emilia, spezzata da un gol di Schmelzer. Gasperini e soci hanno traslato la loro idea di calcio giovane e spumeggiante anche in Europa, con un primo posto nel girone – davanti a Lione ed Everton, non proprio due cenerentole – e una doppia sfida con il Borussia Dortmund sfortunata ma trepidante. Ma in pochi stanno dando il giusto tributo all’Atalanta anche per quello che fa in campionato: i nerazzurri sono settimi, e non era un risultato scontato considerato che, si sa, ripetersi è molto difficile (e con il doppio impegno, anzi triplo, da onorare). I nerazzurri hanno undici punti in meno rispetto alla scorsa stagione, ma, allora, se si vuole, era tutto più facile: quest’anno in pochi avrebbero pronosticato un’Atalanta ancora capace di piazzarsi subito dietro le migliori (anzi: l’anno scorso era TRA le migliori), e invece eccola lì, ancora. Hanno fermato in casa la Juventus, hanno vinto a Milano e Roma, e tutto questo senza lasciarsi andare o accontentandosi. Ecco, nemmeno nell’ultimo turno si sono accontentati: hanno sbaragliato il Verona, vincendo 5-0 al Bentegodi, perché, prima di tutto, questa squadra ha molta fame.