Nel weekend Anfield sarà teatro di una partita di cartello: Liverpool contro Bayern Monaco. Ovviamente, si parla di vecchie glorie: Gerrard, Owen e Kuyt da una parte, Matthaus, Makaay e Toni dall’altra. Con i campionati fermi per le Nazionali – oltretutto impegnate in amichevoli, non esattamente un’attrattiva irrinunciabile per i tifosi – i club hanno escogitato questo tipo di partite, organizzate per scopi benefici. I “Legends Tour” sono un’invenzione piuttosto recente (mutuata, si potrebbe dire, dalle gare di addio di calciatori particolarmente importanti): nel 2012 il Real Madrid organizzò al Bernabéu un match contro le vecchie glorie del Manchester United, con il ricavato a favore della Fondazione Real Madrid. Un anno dopo, ci fu il replay, ma stavolta a Old Trafford, con i proventi a beneficio della Fondazione del club inglese. Da allora, i Red Devils hanno raccolto 2,5 milioni di sterline, frutto di quel match più altri due contro Barcellona e Bayern. Con una media spettatori intorno alle 60mila presenze.
Numeri che hanno in fretta convinto i club a organizzare sempre più spesso questo tipo di incontri: oltre agli scopi benefici, anche per rafforzare l’immagine di un club. «Queste partite servono per ricordare perché sono i club tra i più grandi e popolari al mondo. I tifosi si recano in massa allo stadio per rivedere giocatori delle loro stagioni d’oro e, allo stesso tempo, milioni di euro sono raccolti per giuste cause», dice una fonte interna a Espn. Per club dal presente critico, poi, ricordare ai loro tifosi l’immagine vincente del club con giocatori del passato può essere un’operazione dall’impatto non indifferente: è il caso, per esempio, dell’Arsenal, che nei prossimi mesi sarà impegnato in due partite con le vecchie glorie del Real Madrid. Il 18 maggio prossimo un’altra londinese, il Chelsea, scenderà in campo a Stamford Bridge, scegliendo come avversario l’Inter.
La sfida dello scorso settembre tra le vecchie glorie di Manchester United e Barcellona
Denis Irwin, ex Manchester United, conferma: «Le folle sono sempre straordinarie, arrivano in 50 o 60mila. È fantastico per i tifosi rivedere i loro vecchi giocatori di nuovo in campo. E poi c’è competizione. I giocatori conoscono un solo modo di giocare, ed è quello per vincere. È una cosa che sta crescendo. Dopo di noi si è aggiunto il Liverpool, e poi ancora l’Arsenal. Il calcio è cresciuto così tanto in questi anni e noi viaggiamo in tutto il mondo perché i grandi club attraggono sempre, sia spettatori sia coperture televisive. Lo vediamo nel golf e nel tennis: molti ex giocatori tornano in campo, nei tornei senior, e le loro partite attirano tanto pubblico. Il calcio è un po’ diverso, perché è più difficile tenere certi ritmi quando si è più vecchi».