Il presidente dei Philadelphia 76ers ha fatto un casino con Twitter

Avrebbe creato 5 finti account per controllare i suoi giocatori e interagire con loro.

Il sito americano The Ringer, fondato dal famoso giornalista Bill Simmons, ex direttore di Grantland, ha pubblicato una lunga inchiesta dal titolo The Curious Case of Bryan Colangelo and the Secret Twitter Account. Bryan Colangelo è il presidente dei Philadelphia 76ers dall’aprile 2016, è stato nominato due volte miglior dirigente della lega e lavora nella Nba da quasi 30 anni: suo padre Jerry è stato proprietario dei Phoenix Suns ed è una figura di grande peso nello sport professionistico statunitense. In questa stagione i Sixers hanno raggiunto i playoff per la prima volta dopo sei anni, perdendo al secondo turno contro i Boston Celtics.

Nell’articolo si fa riferimento a cinque account Twitter che, nel corso degli ultimi mesi, hanno criticato numerosi giocatori di Philadelphia, tra cui Joel Embiid, Jahlil Okafor e Nerlens Noel; hanno attaccato l’allenatore dei Sixers Brett Brown, l’ex general manager Sam Hinkie (colui che ha dato vita a “The Process”) e il presidente dei Toronto Raptors Masai Ujiri; hanno anticipato operazioni di mercato che poi si sono realmente concretizzate; hanno reso pubbliche notizie private sulla squadra e gossip sui giocatori; hanno difeso l’operato di Colangelo, spesso in risposta a giornalisti e blogger che si occupano quotidianamente dei Philadelphia 76ers.

Il giornalista di The Ringer, dopo una soffiata da una fonte anonima ricevuta lo scorso febbraio, ha monitorato gli account con un profilo a sua volta falso e negli ultimi giorni ha chiesto spiegazioni alla società. La risposta è stata che solo uno dei profili (@phila1234567, l’unico che non ha mai scritto nulla) appartiene in effetti a Bryan Colangelo. Il presidente dei Sixers ha poi diramato questo comunicato: «Come molti miei colleghi, ho usato i social media per restare aggiornato sulle ultime notizie. Non ho mai postato nulla sui social media, e ho usato il profilo Twitter @Phila1234567, quello di cui si parla nella storia, per monitorare la nostra società e altri eventi collegati. Questa storia mi infastidisce a più livelli perché non sono a conoscenza degli altri account che mi sono stati attribuiti, non so chi ci sia dietro e perché vengano usati in questo modo». Poco dopo, tre degli altri quattro account sono passati da pubblici a privati, e uno di questi (@s_bonhams) ha smesso di seguire 37 account di persone collegate a Colangelo.

Joel Embiid si è divertito su Twitter: qui ha menzionato uno degli account ci sui parla nell’inchiesta prendendo in giro Colangelo: «Mi hanno detto che Sam Hinkie è più bravo di te»

Il giornalista ha scritto: «Potete trarre le vostre conclusioni: i Sixers hanno confermato che Colangelo era il proprietario di uno dei cinque account in questione, ma i tre che non sono stati menzionati sono stati oscurati poco dopo che gli è stato detto dell’inchiesta di The Ringer». La fonte, rimasta anonima anche con chi si è occupato dell’inchiesta, comunicando solo con i messaggi privati di Twitter e Instagram, ha spiegato di aver lavorato nel mondo dell’intelligenza artificiale e di aver usato un tool per l’analisi degli open data per provare a collegare tra loro i cinque account, autori di «un sacco di strani tweet». Tra le similitudini trovate ci sono gli account seguiti (giocatori dei Philadelphia 76ers, membri della società, giornalisti, persone collegate a college frequentati dal figlio di Bryan Colangelo, Mattia, un suo ex agente e aziende con cui il presidente dei Sixers ha fatto affari in passato) e frasi molti simili tra loro scritte da questi falsi account. «Non c’è nessun dubbio che dietro questi profili ci sia Bryan Colangelo. Non sua moglie, non suo figlio, non suo padre», è il pensiero finale della fonte.

Poi però Embiid ha scritto: «Notte divertente, ma a parte gli scherzi, non credo a questa storia. Sarebbe semplicemente folle»

Subito dopo che è uscita l’inchiesta, il giocatore dei Sixers Joel Embiid ha detto al giornalista di Espn Adrian Wojnarowski di aver ricevuto una telefonata di Colangelo in cui lui negava tutto: «Ho parlato con Colangelo e mi ha detto che non erano parole sue. Mi ha chiamato apposta per smentire quella storia. Bisogna credergli fino a quando non viene dimostrato il contrario. Detto questo, se fosse vero sarebbe davvero una brutta cosa».