La storia ci dice chi vincerà il Mondiale?

Bbc e Telegraph se lo sono chiesti usando diverse statistiche dalle passate edizioni.
di Redazione Undici 13 Giugno 2018 alle 11:49

Ok, ma alla fine chi lo vincerà questo Mondiale? Alla domanda che si pongono tutti, la Bbc e il Telegraph hanno provato a rispondere utilizzando un approccio simile legato alla storia del torneo. Il sito della tv pubblica britannica ha scelto alcuni parametri e ha ridotto via via le 32 squadre a una sola. Per esempio: l’ultima Nazionale ad aver alzato la Coppa del mondo senza essere testa di serie è stata l’Argentina nel 1986, e allora via 24 formazioni, tra cui Spagna e Inghilterra, entrambe in seconda fascia. La Francia nel 1998 ha vinto in casa, ma l’Italia nel 1990, la Germania nel 2006 e soprattutto il Brasile quattro anni fa non hanno avuto molta fortuna davanti al pubblico amico, e quindi niente Russia. Una buona difesa è fondamentale, e la Polonia nel girone di qualificazione ha concesso in media più di un gol a partita. Dei dieci Mondiali ospitati in Europa, solo quello del 1958 ha premiato un Paese non del vecchio continente: Neymar e Messi dovranno rimandare ancora il sogno del trionfo, sempre secondo la Bbc. Rimangono quindi Francia, Belgio, Portogallo e Germania. Quattro degli ultimi cinque migliori portieri del torneo facevano parte della squadra vincitrice, ed è difficile immaginare che possa essere Rui Patricio. I Bleus hanno una rosa ancora molto giovane, con una media di 24,56 presenze a giocatore contro le oltre 40 dei rivali, perciò potrebbe non essere il momento giusto. Rivincerà la Germania? Difficile, poiché solo Italia e Brasile sono riusciti nel back-to-back e, negli ultimi quattro Mondiali, i campioni in carica sono stati eliminati tre volte ai gironi. Coppa al Belgio, insomma.

Tra i vari sondaggi sul tema, quello proposto dal Telegraph è tra i più interessanti, perché permette di dare un peso diverso − in base all’idea che ognuno ha su cosa serve di più per vincere un Mondiale − a fattori come lo stato di forma, la bravura dei giocatori e dell’allenatore e addirittura il caso. Con lo stesso approccio, il sito del quotidiano inglese ha provato a prevedere la squadra vincitrice passando attraverso il ranking Fifa (solo il Brasile nel 1962 ha vinto da favorito, mentre la testa di serie numero 2 si è imposta sei volte nella storia, ultime le edizioni 2010 e 2014), il cammino nelle qualificazioni, i successi del passato (solo l’Inghilterra nel 1966 ha alzato la Coppa del mondo senza nessun altro titolo in bacheca, ma il Portogallo a Euro 2016 insegna che si può ancora fare), l’età media e l’esperienza internazionale dei giocatori e dei ct, l’importanza di avere un “blocco” da un club (Bayern Monaco-Germania 1990, Monaco-Francia 1998, San Paolo-Brasile 2002, Juventus-Italia 2006, Barcellona-Spagna 2010) e le aspettative degli scommettitori, senza dimenticarsi possibili turning-point imprevedibili come infortuni ed errori arbitrali. L’epilogo? «Nessuno sa chi vincerà in Russia, ed è per questo che tutti guarderemo il Mondiale».

>

Leggi anche

Calcio
Al sorteggio dei Mondiali di calcio 2026 ci saranno tantissime stelle dello sport, ma solo una c’entra qualcosa con il calcio
Rio Ferdinand condurrà l'evento, ma a compilare i gironi saranno Tom Brady, Shaquille O'Neal e tanti altri volti noti che non hanno molto a che fare col pallone.
di Redazione Undici
Calcio
I direttori sportivi sono diventati delle vere e proprie star, adesso anche in Premier League
I registi occulti dei top club inglesi godono ormai di una riconoscibilità talmente ampia che vengono considerati «mancati dottori a Harvard».
di Redazione Undici
Calcio
L’Arsenal vuole imitare (e quindi sta sfidando) il Chelsea sul mercato dei talenti teenager
In Premier League è iniziata una vera e propria battaglia all'ultima firma per accaparrarsi i giovani più promettenti, e i Gunners non vogliono restarne fuori.
di Redazione Undici
Calcio
Blaise Matuidi si è messo a fare l’imprenditore, ed è anche piuttosto bravo
Insieme a Yohan Benalouane ha lanciato Origins, un fondo d'investimento ormai pluripremiato. E racconta come un calciatore può reinventarsi alla grande anche dopo il ritiro.
di Redazione Undici