La passione del Chelsea per i portieri vecchi

Ha acquistato il 38enne Green, ma i numeri uno ultra-trentenni nella storia dei Blues sono moltissimi.
di Redazione Undici
27 Luglio 2018

La campagna acquisti del Chelsea di Maurizio Sarri è iniziata con il mediano italiano Jorginho, acquistato dal Napoli, ed è in attesa di altri grandi colpi. Nel frattempo, i londinesi hanno messo sotto contratto un nuovo portiere, piuttosto esperto: il 38enne Robert Green, grande ex di Norwich, West Ham e Queens Park Rangers, tre squadre per cui ha giocato complessivamente 610 partite. Green è nato nel 1980 e ha fatto le giovanili proprio nel Norwich, passando agli Hammers nel 2006, e rimanendo a Londra fino al 2012. È stato a lungo nel giro della Nazionale inglese, senza riuscire però a essere un titolare fisso: dal 2005 a oggi (non si è ancora ufficialmente ritirato dalla Nazionale) le sue presenze sono soltanto 12.

Non ci sarebbe niente di strano – semmai vagamente inusuale – se non che il Chelsea ha una lunga storia di portieri piuttosto “in là con gli anni”: prima della firma di Green, nella stagione 2017/18, prelevò dal Manchester City Willy Caballero, 36 anni e una stagione decisamente poco fortunata con Guardiola. Caballero ha giocato complessivamente 13 partite con i Blues, soprattutto nelle coppe nazionali – Fa e Carabao.

Nella stagione 2017/18 Caballero ha contribuito a far vincere al Chelsea il terzo turno di Fa Cup contro il Norwich, terminato 1-1 e continuato ai calci di rigore. Il penalty decisivo è stato parato a Nélson Oliveira

Nel 2016/17, alla prima stagione di Antonio Conte, arrivò invece a Londra Eduardo dos Reis Carvalho, 34 anni, dalla Dinamo Zagabria. Eduardo ha un buon curriculum, anche internazionale: ha giocato più di 100 partite con il Braga, una stagione da titolare in Serie A con il Genoa, ed è sceso in campo 36 volte con la maglia della Nazionale portoghese. Tuttavia, in due stagioni non è mai sceso in campo, e l’annata 2018/19 giocherà – come è prassi per i giocatori che non trovano spazio al Chelsea – in Olanda con il Vitesse.

Nel 2015/16, ben oltre l’inizio della Premier League (era ottobre), arrivò a Londra un portiere ancora più inaspettato: dal Lupa Castelli Romani prelevò Marco Amelia, che si trasferì quindi da Frascati a Londra ovest. All’epoca i Blues erano allenati da José Mourinho (poi sostituito in corsa da Guus Hiddink) e Amelia non giocava ad alti livelli dal 2013/14, la sua ultima stagione in Serie A, al Milan. Dopo i quattro anni con i rossoneri – mai titolare – l’ex portiere del Livorno andò al Rocca Priora, in Promozione, al Perugia e, appunto, al Lupa Castelli Romani. Amelia arrivò al Chelsea dopo un infortunio del titolare Courtois, per fare quindi il secondo di Begovic. Mourinho spiegò così la sua decisione: «Ha esperienza e abbiamo bisogno di qualcuno che copra quella posizione. Ha giocato la Champions League e sa quello che stiamo cercando. Può darci stabilità». Per la prima volta in carriera, Amelia non scese in campo nemmeno una volta in nessuna competizione.

Schwarzer tenne un clean sheet in semifinale ddi Champions League nel 2013/14, quando subentrò contro l’Atlético Madrid per l’infortunio di Cech

Andando indietro di altre due stagioni, nel 2013/14, troviamo addirittura l’acquisto di un quarantenne: Mark Schwarzer, classe 1972, arrivò a parametro zero dopo cinque stagioni da titolare con il Fulham e, ancora prima, dodici con il Middlesbrough. Giocò dodici partite complessive nella sua prima stagione, arrivando con il Chelsea terzo in Premier League. Curiosamente, l’anno dopo si trasferì al Leicester e, a 41 anni, vinse la prima Premier League della sua carriera.

Altri due acquisti significativi, in un certo senso, per i “pali” del Chelsea vanno ricercati indietro di parecchi anni: Hilário arrivò nel 2006 a 31 anni, giocò 39 partite per otto stagioni consecutive, una media di 5 ogni anno. E nel 2003/04 Claudio Ranieri, allora manager dei Blues pre-Abramovich, chiamò dal Chievo Verona Marco Ambrosio, 30 anni, già passato da Pisa, Lucchese, Ravenna, Sampdoria, Prato. Giocò 8 partite alternando grandi prestazioni a errori grossolani. A fine anno andò in Svizzera, al Grasshoppers.

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